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«Bene...» disse Kenniston. «Ora debbo ritornare a Nuova Middletown per vedere Gorr e gli altri, prima che par­tano. Ma tornerò presto.»

Carol lo guardò, e scosse il capo: «No, Ken. Non devi tor­nare.»

Kenniston la guardò sorpreso.

«Carol, cosa vuoi dire?»

Ma il viso di Carol era fermo.

«Voglio dire che tu non appartieni più a questo posto, Ken. Sei cambiato, quando sei andato lassù, fra le stelle. E cambierai ancora di più, nei giorni che verranno. Ti volgerai sempre più a quella nuova e strana vita. Mentre io non posso cambiare, Ken. Non a quel punto. Passeresti una vita infeli­ce, con me, attaccata come sono alle vecchie cose.»

«Ma i progetti che abbiamo fatto insieme, Carol...»

Carol scosse il capo.

«Ho fatto quei progetti con un altro uomo, un uomo che non è più qui, che non ritornerà qui mai più.»

Si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò. Quindi entrò in ca­sa e richiuse la porta.

Kenniston rimase per qualche attimo incerto, esitante. Quindi, lentamente, risalì nella jeep e uscì dalla vecchia Middletown.

Dalla cresta delle colline poté vedere nuovamente i grandi incrociatori spaziali, ancora adagiati sulla pianura accanto alla città della cupola. E quella città viveva ancora. Erano i giovani di Middletown, che avevano deciso di rimanervi; i giovani, che potevano ancora guardare verso il nuovo, verso il futuro.

Le grandi navi dello spazio avrebbero continuato a venire, ora che la Terra era nuovamente abitabile. I popoli delle stelle lontane si sarebbero mescolati col popolo di Middletown, e i giovani della Terra sarebbero andati verso gli altri soli, e gradatamente tutta la strana vicenda di Middletown sarebbe stata assorbita nella grande corrente della Storia.

Kenniston lanciò la jeep a tutta velocità, verso la città lon­tana, dalla cupola splendente nel cielo. Sentiva ora un senso nuovo di libertà, e anche una profonda gratitudine per Carol, che non aveva cercato di trattenerlo. Ma sentiva anche una incertezza, una perplessità nuova. Nuovi e vasti orizzonti si allargavano di fronte a lui ora, illimitati orizzonti di spazio, illimitate vie di nuovo pensiero. Ma si sentiva ancora un fi­glio della vecchia Terra, e quella nuova vita sarebbe stata una vita strana e solitaria. Si sarebbe sentito solo, solo.

Trovò gli altri ancora riuniti nella piazza, che parlavano fra loro: Gorr Holl, e Magro, e Arnol. E, con essi, c’era Varn Allan.

Lo videro, e Gorr Holl alzò le braccia, salutandolo a gran voce. Mentre s’avvicinava a loro, vide gli occhi ansiosi di Varn Allan che lo guardavano, in attesa, e capì d’un tratto che aveva avuto torto poco prima, e che, nella stranezza di quegli anni futuri, non sarebbe stato solo.

FINE