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«Non esattamente.»

«L’ERI si sarebbe dovuto ritirare completamente, annullando quattrocento anni di lavoro. È la peggiore cosa che possa capitare, quella che dà gli incubi a tutti gli ufficiali dell’ERI. Se la popolazione locale si accorge della nostra presenza, dobbiamo andarcene. Non possiamo tornare finché gli indigeni non abbiano dimenticato che siamo stati, un tempo, in casa loro. Questo processo può richiedere mille anni e anche più. Se poi un ricordo si traduce in superstizione o entra nel folklore, può anche mantenersi vivo per sempre. Rastadt è stato a un pelo dal “bruciare” Gurnil e, dopo aver cacciato la Squadra B nella peggiore crisi della sua storia, non è nemmeno venuto qui per darci una mano a venirne fuori. Ci ha salvati il suo vice. Per quanto ne so di Rastadt, probabilmente non gli ha neppure detto “grazie”.»

«Era il vice-coordinatore Wheeler?»

Leblanc annuì.

«Mi ha detto di avere appartenuto un tempo alla Squadra B.»

«Ha fatto un bel lavoro per noi. Venti dei nostri agenti erano caduti nelle mani degli amabili torturatori di Re Rovva, e quei venti ne sapevano abbastanza per compromettere tutta la Squadra B. Wheeler li ha salvati tutti.»

«Non ha l’aspetto di un eroe.»

«In quel genere di situazione l’iniziativa conta più dell’eroismo. Ha corrotto, ha bluffato, ha ingannato, forse ha fatto un po’ di magia, alla chetichella; ma li ha tirati fuori, dal primo all’ultimo. Poi ha persuaso Rastadt a richiamare i suoi pivelli e a lasciare che del continente Kurr si occupasse la Squadra B: un risultato, questo, che ritengo ugualmente straordinario. Da quel momento in poi Rastadt non ha fatto assolutamente nulla, e ha impedito a noi di fare qualsiasi cosa. Ha bocciato tutti i piani che gli abbiamo sottoposto. Per esempio…»

Forzon alzò la mano: «Vi spiace se prendiamo le cose al momento in cui sono entrato in scena io?»

«Naturalmente. Un anno fa mio fratello morì, lasciando i suoi affari di famiglia un po’ imbrogliati. Presi un congedo straordinario e al mio ritorno mi fermai al Comando Supremo. Presi visione delle relazioni di Rastadt. Erano tutte menzognere. Descriveva gli eccellenti progressi della sua opera e non menzionava neppure il fiasco che per poco non ci era costato il pianeta. Avrei potuto denunciarlo subito; ma agli occhi del Comando Supremo, si trattava della mia parola contro la sua, finché non venisse qualcuno a verificare sul posto. E queste cose vanno per le lunghe. Io, poi, sospettavo ci fosse sotto qualcosa di più di un semplice inganno.

«Pertanto, ne parlai francamente, e ufficiosamente, con un mio vecchio amico, primo segretario nel dipartimento della programmazione, e lo convinsi ad inviare a Gurnil un alto grado della Sovrintendenza Culturale.»

«Perché?»

«Per affrontare il problema sotto un angolo totalmente diverso. Noi, dell’Ente, abbiamo la nostra tecnica, ed è validissima; solo che non ha funzionato in questo continente. Dato l’alto grado di cultura di questo paese, chissà se un ufficiale culturale non ci sarebbe stato utile? Ho chiesto un funzionario SC del più alto grado compatibile con dei compiti operativi, e volevo che fosse trasferito all’Ente con lo stesso grado, e assegnato a Gurnil quale Sovrintendente alla Coordinazione. Non è stato facile ottenerlo, ma il mio amico aveva molta influenza e vi è riuscito.»

Forzon disse con voce atona: «Sovrintendente alla Coordinazione? Alla base mi hanno detto che dovevo comandare la Squadra B.»

La voce di Leblanc assunse un tono imbarazzato. «Signor Intendente, anzi Sovrintendente, vi ho detto che avevamo teso una trappola per Rastadt. Vogliatemi scusare, ma… l’esca eravate voi. Come Sovrintendente, anche un ufficiale SC non ci avrebbe messo molto a rendersi conto che qualcosa non andava nell’organizzazione ERI di questo pianeta, e Rastadt lo sapeva. Appena ha appreso che eravate arrivato senza ordini e non conoscevate la vostra carica, ha falsificato gli ordini. Poi ha combinato di farvi scendere in un punto remoto del Kurr, all’insaputa della Squadra B, e munito di un aspetto e di una lingua che vi garantivano una cattura immediata. In questo momento, starà stendendo un mesto rapporto per il Comando Supremo, nel quale dirà che voi avete insistito per andare in Kurr da solo, e senza adeguata catechizzazione, e metterà in guardia il Comando Supremo dall’assegnare mai più un incarico ERI a un SC.»

«Si opponeva alla mia venuta» disse Forzon. «Asseriva che era pericoloso.»

«Certo, ha recitato bene la commedia. Inducendovi a insistere davanti a testimoni.»

«Ma è venuto con me! Wheeler desiderava farlo, ma Rastadt ha voluto assolutamente accompagnarmi lui stesso.»

«Lieto di saperlo. Wheeler è un buon elemento; ma la posizione di vice è diabolicamente difficile quando si è alle prese con un superiore che sgarra. Credo che Wheeler faccia del suo meglio e, secondo me, voleva assicurarsi che voi ci raggiungeste senza intoppi. Rastadt lo ha sospettato e ha deciso di scortarvi lui stesso.»

«Mi ha scortato» disse Forzon lentamente «ed è caduto in quell’imboscata con me.»

«E ne è uscito subito. Sentite, noi non ci siamo serviti di voi come esca senza prendere ogni precauzione possibile. Ho inviato degli agenti giù alla base, con un pretesto o con l’altro, uno per volta, in modo che ce ne fosse uno lì al vostro arrivo. Appena Ann ha appreso che vi avevano dato ordini falsi e che vi avevano fatto imparare il linguaggio dei Larnoriani e indossare il loro costume, abbiamo intuito le intenzioni di Rastadt. La notte precedente la vostra venuta in Kurr, egli ha mandato un aereo. Noi l’abbiamo intercettato col radiofaro e abbiamo creduto che stesse scegliendo il punto conveniente per sbarcare voi l’indomani. Abbiamo distaccato lì un gruppo di nostri agenti per ricevervi, e l’aereo è arrivato, puntualmente, ma non è sceso. Mentre quello teneva occupata la nostra attenzione, Rastadt ha fatto sgattaiolare a bassa quota l’aereo dove eravate voi, e vi ha sbarcato molto più a sud. La zona brulicava di soldati e di ruff (questi ultimi sono una bieca genia, appartenente a una milizia di sicurezza nazionale), e l’unico personale che noi avevamo sul posto e che poteva darvi aiuto è stato beccato quasi subito. Ciò significa una cosa sola: Rastadt è in contatto diretto, non si sa come, con Re Rovva; ha informato il re e poi, probabilmente per legare le mani a Wheeler, vi ha accompagnato, personalmente, sino alla trappola. L’aereo è tornato a prenderlo la stessa notte. Grazie a voi, signor Sovrintendente, abbiamo avuto la prova conclusiva che ci occorreva: Rastadt non è solo colpevole di frode, ma anche di tradimento.»

«Che cosa può mai guadagnarci!» chiese Forzon.

Leblanc scrollò il capo. «Non lo so. Dev’essere pazzo.»

«E voi che cosa contate di fare?»

«Niente. Rastadt ha in mano le comunicazioni interspaziali. Se rivolgessi una lagnanza al Comando Supremo non verrebbe inoltrata. Qualsiasi cosa egli stia cercando di fare, ha dalla sua quasi tutto il personale della sede. Per forza. Se potessi entrare in contatto con Wheeler, lo potrei convincere a spedire il mio messaggio, di contrabbando; ma, come avrete notato, Rastadt tiene Wheeler lontano dal Kurr.»

«Dite che io sono Sovrintendente alla Coordinazione. Che cosa dovrei fare?»

«Niente. Avete già assolto alla prima funzione che io avevo in mente di affidarvi. Mi occorrevano delle prove contro Rastadt, e adesso le ho. Mancano due anni soltanto alla prossima ispezione planetaria, e quella segnerà la sua fine. Ora aspetto che abbia il tempo di inoltrare il suo rapporto, dopodiché lo avviserò che voi siete arrivato qui sano e salvo. Sono curioso di vedere come reagirà.