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Ha la bocca aperta, lo sguardo perso nel mio; ha versato un po’ di aperitivo e non se n’è accorta — Ce l’ho fatta sul serio? Così presto?

Alzai le spalle. — Già. La notifica dell’intenzione di sciogliere la relazione è arrivata ieri. Ma me l’aspettavo, naturalmente. Si era stancata di aspettare.

— Oh, Pete! — Allungò la mano verso di me.

Ero perfettamente consapevole — le pareti, gli scaffali colmi, la notte fuori dalla finestra, il mormorio e le ondate di calore dell’unità di riscaldamento, la luce dell’indicatore su! forno a radioonde e gli aromi di carne che ne uscivano, questa donna che dovevo imparare a desiderare — e decisi velocemente che allo stato attuale delle cose avrei fatto meglio a fingere di non aver notato il suo gesto. — Niente frasi di circostanza — dissi in tono neutro. — Ad essere onesti, mi sento più che altro sollevato.

— Pensavo… — mormoro lei. — Pensavo che voi foste felici.

E lo siamo stati, io e Marie, mia cara: anche se un bravo inviato ha il sospetto che gran parte di questa felicità, ben diversa dalla soddisfazione, è dovuta alle mie lunghe assenze durante gli ultimi dieci anni. Hanno aggiunto del pepe. E questa è una cosa che ti farà sempre difetto, Jo, qualsiasi cosa succeda. Eppure un uomo non può vivere solo di questo.

— Non è durata — dissi, come prevedeva il piano. — Ha trovato qualcuno di più compatibile. Ne sono felice.

— E tu, Pete?

— Mi arrangerò. Avanti, bevi il tuo aperitivo. Dobbiamo essere allegri.

Lei inghiottì. — Ci proverò.

Dopo un minuto: — Non hai proprio nessuno ad aspettarti a casa!

— «Casa» non vuol dire molto per un uomo di città. Un appartamento vale l’altro, e nel corso della nostra vita ne cambiamo parecchi. — Il liquore doveva già avermi fatto effetto, dal momento che precipitai le cose: — È molto diverso, per esempio, da queste montagne. Ogni pezzo di terra è assolutamente unico. Un uomo potrebbe passare tutta la vita nel tentativo di conoscerne uno solo, immergendosi totalmente… Bene.

Sfiorai un interruttore e la poltrona ad aria si dilatò, facendo posto anche per me, e subito sedetti accanto a lei. — Ti va un po’ di musica in sottofondo? — chiesi.

— No. — Abbassò lo sguardo (aveva le ciglia ispide) ed arrossì (a chiazze), ma le parole le uscirono di bocca con una sicurezza che avevo imparato ad ammirare. Se aveva un coraggio simile non avrebbe dovuto essere una cattiva compagna. — Per lo meno, io non l’ascolterei. Questa è praticamente la mia ultima occasione di parlare… parlare davvero., con te, Pete. No?

— Spero di no. — Più passione nella voce, ragazzo. — Mio Dio, spero proprio di no!

— Siamo stati molto bene insieme. I miei colleghi sono simpatici, lo sai, ma… — Batté forte le palpebre. — Tu sei stato speciale.

— La stessa cosa per me.

Tremava un poco, adesso, incontrando il mio sguardo, le labbra appena a pochi centimetri di distanza. Dal momento che beveva di rado alcool, giudicai che quello che l’avevo più o meno forzata a bere le avesse fatto un certo effetto, date le circostanze. Ricordati, lei non è un’urbanita che ti salterà nel letto e che due giorni dopo se ne ricorderà a malapena. È venuta direttamente da una piccola città ad una severa università e poi fino a qui, e potrebbe essere ancora vergine. Comunque, hai lavorato in vista di questo momento per mesi, Pete, vecchio mio. Datti da fare!

Fu il bacio più tenero che credo di avere mai ricevuto.

— Ho avuto, be’, ho avuto paura di parlarne — mormorai fra i suoi capelli, che trattenevano la fragranza del sole montano. — Forse l’ho ancora. Solo che non voglio, no, no, non voglio perderti, Jo.

Un po’ piangendo, un po’ ridendo lei si riaccostò alle mie labbra. Non sapeva proprio come fare, ma si teneva stretta contro di me, e subito pensai: Potremmo già finire a letto, stanotte stessa?

Non importa, comunque vada. Quel che conta è che l’Amministrazione Forense permetta a squadre qualificate formate da marito e moglie di vivere insieme sul luogo di lavoro; e lei è una guardia forestale mentre io, come esperto nell’uso di apparecchiature di controllo, sarei un accettabile assistente di ricerca.

E po-o-oi:

Non ho mai saputo, non so ancora oggi cosa è andato male. Bevemmo altri due o tre aperitivi, giocammo allegramente, lei era in parte svestita e la cena stava cominciando a bruciare nel forno quando

io ho avuto troppa fretta

lei era troppo goffa e/o ritrosa, io diventai impaziente e lei se ne accorse

io le dissi una di quelle paroline speciali che di solito si sussurrano all’orecchio, ma lei, essendo un po’ terrorizzata, decise che non era solo la forza dell’abitudine, ma che io stavo facendo finta che lei fosse Marie, perché tenevo gli occhi chiusi

non era così sprovveduta come, innocentemente, mi aveva fatto credere, e in uno di quei momenti che (a dispetto della fantasia) capitano sempre agli innamorati, si chiese, — Ehi, ma che diavolo sta succedendo?

o chissà cos’altro. Non fa differenza. All’improvviso volle telefonare a Marie.

— Se, se, se le cose stanno come dici tu, Pete, sarà felice di sapere…

— Aspetta un attimo! Aspetta un attimo, accidenti! Non ti fidi di me?

— Oh, Pete, caro, certo che mi fido, ma…

— Ma niente. — Mi allontanai, mostrandomi offeso.

Invece di seguirmi, lei chiese con la stessa calma della notte che ci circondava: — Non ti fidi di me?

Non importa. Non si può rispondere a una domanda del genere. Ci abbiamo provato tutti e due, e non avremmo dovuto. Tutto quello che ricordo davvero è di averla vista uscire. L’odore di carne bruciata ci seguiva. Fuori dalla capanna l’aria era fredda e pura, il cielo brulicava di stelle, illuminando i picchi circostanti. La guardai camminare con passo incerto verso il velivolo, con la galassia che le illuminava la strada. Pianse per tutto il tragitto. Ma se ne andò.

Per quanto deluso, mi sentii anche un po’ sollevato. Sarebbe stato un tiro ignobile da giocare a Marie, che aveva investito così tanto amore su di me. E poi il nostro appartamento è molto gradevole quando è isolato ermeticamente dal vicinato; io appartengo a una piccola minoranza fortunata. Celebrammo il mio ritorno. Lei balbettò qualcosa a proposito di un permesso per avere un bambino, ma io riuscii ad avere abbastanza buon senso per troncare immediatamente il discorso.

La sera dopo ci fu un raduno a cui non potevamo mancare. I delegati potevano anche avere ragione a proposito della maggior parte dei cittadini. — Un sensifono, non importa quanti siano i circuiti collegati, non è un sostituto per la comunione fisica degli esseri umani, uniti sotto i loro capi per i nostri gloriosi scopi collettivi. — Noi, comunque, ne uscimmo solo con un gran mal di testa, le orecchie che ronzavano per i ripetuti applausi, i polmoni pieni di aria già respirata da altre migliaia di polmoni, e la pelle non solo grassa ma anche granulosa. Sulla strada di casa ci imbattemmo in una cappa di smog così fitta che disorientò il nostro veicolo. Così dovemmo fermarci ai margini di una sommossa e vedemmo una mitragliatrice falciare un uomo a metà, prima che la milizia ci permettesse di proseguire. Fu un grande sollievo superare il controllo di sicurezza del nostro agglomerato e prendere un trasportatore che riuscì a non guastarsi durante il tragitto fino al nostro appartamento.

Una volta arrivati, facemmo la doccia insieme, consumando una percentuale esagerata della nostra razione mensile di acqua, e ci asciugammo a vicenda, poi mi infilai una vestaglia e Marie indossò qualcosa di trasparente; bevemmo qualcosa e fumammo, mentre Haydn suonava dolcemente in sottofondo, e ci rilassammo finché lei sciolse sulle spalle le grosse trecce, e il suo mormorio mi solleticò l’orecchio: — Oh, avanti, mio eroe, a quest’ora i computer devono aver già finito di montare il servizio dal materiale che hai registrato l’anno scorso. È da tanto che desidero vederlo.