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Mi misi a giocherellare con la forchetta. «Se me ne andassi ora immagino che non ci sarebbe nessuna torta rovesciata di ananas per me, vero?»

«Mai più per il resto della tua vita» rispose mia madre.

«Che aspetto aveva?» domandò la nonna. «Come era vestita Loretta? Che acconciatura aveva? Doris Szuch ha detto di averla vista al negozio di alimentari ieri pomeriggio, quindi immagino che Loretta non fosse già decomposta e piena di vermi.»

Mio padre si allungò a prendere il coltello per tagliare la carne e mia madre lo fulminò con uno sguardo d’acciaio che diceva non pensarci nemmeno.

Mio padre è un pensionato delle poste. Fa il taxista part time, compra solo auto americane, e fuma sigari dietro al garage quando mia madre non è in casa. Non credo che sarebbe davvero capace di dare una coltellata a nonna Mazur. Comunque, se lei si strozzasse con un osso di pollo non penso che gli dispiacerebbe poi tanto.

«Sto cercando Eddie DeChooch» dissi alla nonna. «È un MC, Mancata Comparizione. Hai idea di dove potrebbe nascondersi?»

«È amico di Ziggy Garvey e Benny Colucci. E poi c’è suo nipote Ronald.»

«Pensi che lascerebbe il Paese?»

«Potrebbe essere stato lui a sforacchiare Loretta? Non credo. È già stato accusato di omicidio in passato e non ha mai lasciato il Paese. Almeno non che io sappia.»

«Non lo sopporto» disse mia madre. «Non sopporto di avere una figlia che va in cerca di assassini. Cos’è successo di tanto grave con Vinnie da meritarti questo incarico?» Guardò mio padre di traverso. «Frank, è un parente della tua famiglia. Devi parlargli. E tu, perché non puoi assomigliare un po’ di più a tua sorella Valerie?» mi chiese mia madre. «È felicemente sposata e ha due bellissime bambine. Non va in giro a dare la caccia agli assassini e a stanare cadaveri.»

«Stephanie è quasi felicemente sposata» osservò la nonna. «Si è fidanzata il mese scorso.»

«Vedete qualche anello al dito?» domandò mia madre.

Tutti mi guardarono l’anulare senza anelli.

«Non mi va di parlarne» dissi.

«Credo che Stephanie si sia presa una cotta per un altro» disse la nonna. «Credo che abbia un debole per un certo Ranger.»

Mio padre si fermò con la forchetta infilata in una montagnetta di patate. «Chi, il cacciatore di taglie? Quel tipo nero?»

Mio padre era un fervente sostenitore delle pari opportunità. Non andava in giro a disegnare svastiche nelle chiese, e non faceva discriminazioni con le minoranze. Era solo che, fatta forse eccezione per mia madre, se non eri italiano non eri all’altezza.

«È cubano-americano» spiegai.

Mia madre si fece un altro segno della croce.

Capitolo 2

Era buio quando me ne andai da casa dei miei genitori. Non mi aspettavo che Eddie DeChooch fosse rientrato, ma passai comunque con l’auto davanti a casa sua. Nella metà della famiglia Margucci le luci erano tutte accese. La metà di DeChooch, invece, era inanimata. Con la coda dell’occhio vidi nel cortile sul retro una striscia del nastro giallo usato dalla polizia per delimitare la scena del delitto.

Avrei voluto fare delle domande alla signora Margucci, ma le tenni per me. Non mi andava di disturbarla quella sera. Aveva già avuto una brutta giornata. Sarei andata da lei l’indomani e prima mi sarei fermata in ufficio a prendere l’indirizzo di Garvey e Colucci.

Feci un giro intorno all’isolato e poi mi diressi verso la Hamilton Avenue.

Il palazzo dove si trova il mio appartamento dista due, tre chilometri dal Burg. È un massiccio edificio di mattoni a tre piani, costruito negli anni Settanta puntando al risparmio. Non offre molti comfort, ma c’è un bravo custode disposto a fare di tutto per una confezione di birra da sei, l’ascensore funziona quasi sempre, e l’affitto è ragionevole.

Lasciai l’auto nel parcheggio e guardai in su, verso il mio appartamento. Le luci erano accese. C’era qualcuno in casa e quel qualcuno non ero io. Probabilmente si trattava di Morelli. Aveva la chiave. Il solo pensiero di vederlo mi provocò un’ondata di eccitazione, seguita rapidamente da un senso di vuoto alla bocca dello stomaco. Io e Morelli ci conosciamo da quando eravamo bambini e le cose non sono mai state facili tra noi.

Salii le scale cercando di capire come mi sentivo e optai per il «relativamente felice». La verità è che Morelli e io siamo praticamente sicuri di amarci. Quello di cui non siamo sicuri è di riuscire a vivere insieme per il resto della nostra vita. L’idea di sposare un piedipiatti non mi entusiasma. Morelli non vuole sposare una cacciatrice di taglie. E poi c’è Ranger.

Aprii la porta di casa e trovai due uomini anziani seduti sul divano che guardavano una partita in TV. Nessuna traccia di Morelli. Si alzarono in piedi e mi accolsero con un sorriso.

«Tu devi essere Stephanie Plum» disse uno dei due. «Passiamo alle presentazioni: io sono Benny Colucci e questo è il mio amico e collega Ziggy Garvey.»

«Come siete entrati nel mio appartamento?»

«La porta era aperta.»

«Non è vero.»

Il sorriso si fece ancora più ampio. «È stato Ziggy. Ci sa fare con le serrature.»

Ziggy si illuminò in viso e agitò le dita. «Sono un vecchio scemo, ma le dita mi funzionano ancora.»

«L’idea che la gente mi entri in casa quando non ci sono non mi entusiasma» dissi.

Benny annuì serio. «Capisco, ma abbiamo pensato che in questa particolare circostanza si potesse fare, considerato che abbiamo qualcosa di molto importante da discutere.»

«E di urgente» aggiunse Ziggy. «Qualcosa di molto urgente.»

Si scambiarono un’occhiata complice. Era urgente.

«E un’altra cosa» disse Ziggy. «Hai dei vicini ficcanaso. Ti stavamo aspettando nell’atrio, ma c’era una signora che continuava ad aprire la porta e a guardarci. Ci ha messo a disagio.»

«Credo che fosse interessata a noi, sai cosa intendo. Ma noi non facciamo quel genere di cose. Siamo uomini sposati.»

«Forse quando eravamo più giovani» disse Ziggy con un sorriso malizioso.

«Cosa c’è dunque di tanto urgente?»

«Si dà il caso che io e Ziggy siamo ottimi amici di Eddie DeChooch» disse Benny. «Ziggy, Eddie e io ci conosciamo da una vita. Io e Ziggy siamo preoccupati per l’improvvisa scomparsa di Eddie. Non vorremmo che si fosse messo nei guai.»

«Perché ha ucciso Loretta Ricci?»

«No, non è quello il problema. La gente non fa che accusare Eddie di aver ucciso qualcuno.»

Ziggy si allungò in avanti con aria cospiratrice e sussurrò: «Calunnie, nient’altro che calunnie».

Ovviamente.

«Siamo preoccupati perché pensiamo che Eddie possa non essere lucido» disse Benny. «È in depressione. Quando lo andiamo a trovare non ci rivolge la parola. Non è mai stato così.»

«Non è normale» disse Ziggy.

«A ogni modo, sappiamo che lo stai cercando e non vogliamo che gli succeda niente, capisci?»

«Non volete che gli spari.»

«Esatto.»

«Non sparo quasi mai alle persone.»

«Qualche volta può succedere, ma Dio non voglia che tocchi a Choochy» disse Benny. «Vogliamo evitare che tocchi a Choochy.»

«Ehi» dissi «non sarò certo io a sparargli.»

«E poi c’è dell’altro» disse Benny. «Stiamo cercando di trovare Choochy perché vogliamo aiutarlo.»

Ziggy annuì. «Pensiamo che forse dovrebbe farsi vedere da un medico. Magari da uno psichiatra. E così abbiamo pensato che potremmo collaborare, visto che anche tu lo stai cercando.»

«Certo» dissi «se lo trovo vi faccio un fischio.» Non prima di averlo portato davanti al tribunale e averlo fatto rinchiudere in galera.

«E ci stavamo chiedendo se per caso tu non stia già seguendo qualche pista.»