Выбрать главу

Ero combattuta. Non volevo restare ma non sapevo se potevo fidarmi di lasciare la nonna al Luna e a Dougie.

Presi Dougie da parte. «Non voglio che nessuno si metta a fumare erba.»

«Niente erba» mi assicurò.

«E non voglio che portiate la nonna in un locale di spogliarelli.»

«Niente spogliarelli.»

«E non voglio neanche che rimanga coinvolta in qualche furto.»

«Ehi, mi sono ravveduto» disse Dougie.

«Okay» dissi «conto su di te.»

Alle dieci ricevetti una telefonata di mia madre.

«Dov’è tua nonna?» mi chiese. «E perché non sei insieme a lei?»

«Avrebbero dovuto riaccompagnarla a casa in auto degli amici.»

«Quali amici? Hai perso tua nonna un’altra volta?»

Maledizione. «Ti richiamo.»

Riattaccai e ricevetti subito un’altra telefonata. Era la nonna.

«L’ho trovato!» disse.

«Chi?»

«Eddie DeChooch. Mentre ero alla veglia ho avuto un’illuminazione e ho capito dove avrei trovato Choochy questa sera.»

«Dove?»

«A ritirare l’assegno della pensione. Tutti al Burg ritirano la pensione lo stesso giorno. Ed è stato ieri, solo che ieri DeChooch era impegnato a distruggere la macchina. Così mi sono detta che probabilmente aspettava che si facesse buio e che sarebbe passato oggi a ritirare l’assegno. E come volevasi dimostrare, è esattamente quello che ha fatto.»

«Dov’è adesso?»

«Be’, ora arriva la parte complicata. È andato a casa sua a prendere la posta e quando abbiamo cercato di catturarlo ha tirato fuori una pistola e ci siamo tutti spaventati e siamo corsi via. Il Luna però non è stato abbastanza veloce e ora è nelle mani di Eddie.»

Sbattei ripetutamente la testa sul piano della cucina. Forse mi avrebbe fatto bene continuare a sbatterla così. Tonc, tonc, tonc.

«Avete chiamato la polizia?» le chiesi.

«Non sapevamo se fosse una buona idea, considerato che il Luna potrebbe avere con sé qualche sostanza illegale. Credo che Dougie mi abbia parlato di un certo pacchetto che il Luna tiene dentro la scarpa.»

Perfetto. «Arrivo subito» dissi. «Non fate nulla finché non arrivo.»

Afferrai la borsa, corsi lungo il corridoio e le scale, uscii dall’edificio e saltai in sella alla moto. Frenai con una derapata nel vialetto di accesso di Angela Margucci e guardai in giro per cercare la nonna. Vidi che era insieme a Dougie e si nascondevano dietro una macchina sul lato opposto della strada. Indossavano costumi da supereroi e intorno al collo si erano appuntati un asciugamano da bagno a mo’ di mantella.

«Niente male quegli asciugamani» dissi.

«Lottiamo contro il crimine» disse la nonna.

«Sono ancora dentro?» chiesi.

«Sì. Ho parlato con Choochy dal cellulare di Dougie» disse la nonna. «Ha detto che lascerà andare il Luna solo se gli procuriamo un elicottero e poi un aereo che lo aspetti a Newark per portarlo in Sud America. Mi sa che ha bevuto.»

Composi il numero dal mio cellulare.

«Voglio parlarti» dissi.

«Mai. Non fino a che non mi date un elicottero.»

«Non avrai nessun elicottero se tieni il Luna in ostaggio. Non importa a nessuno se gli spari. Lascia andare il Luna e verrò io al posto suo. Sono un ostaggio migliore per un elicottero.»

«Okay» accettò DeChooch. «Mi sembra ragionevole.»

Come se ci fosse qualcosa di ragionevole in tutta quella faccenda.

Il Luna uscì con addosso il suo costume da supereroe e asciugamano. DeChooch gli tenne una pistola puntata in testa finché non uscì sulla veranda.

«È un po’, come dire, imbarazzante» disse il Luna. «Voglio dire, che figura ci fa un supereroe che lotta contro il crimine a essere fregato da un vecchio?» Guardò DeChooch. «Niente di personale, amico.»

«Accompagna la nonna a casa» dissi al Luna. «Mia madre è in pensiero per lei.»

«Adesso?»

«Sì. Subito.»

La nonna era ancora dall’altra parte della strada e non volevo gridare, così la chiamai al cellulare. «Me la vedo io con Eddie» dissi. «Tu, il Luna e Dougie dovreste andare subito a casa.»

«Non mi sembra una buona idea» disse la nonna. «Credo che dovrei restare.»

«Grazie, ma sarà tutto più semplice se mi muovo da sola.»

«Devo chiamare la polizia?»

Guardai DeChooch. Non mi sembrava né pazzo né arrabbiato. Era solo stanco. Se avessi fatto intervenire la polizia, DeChooch si sarebbe messo sulla difensiva e avrebbe potuto fare un gesto sconsiderato, per esempio spararmi. Se avessimo parlato un po’ con calma, forse sarei riuscita a convincerlo a consegnarsi. «La risposta è no» dissi.

Chiusi la comunicazione e io e DeChooch rimanemmo sulla veranda finché la nonna, il Luna e Dougie non furono andati via.

«Va a chiamare la polizia?» chiese DeChooch.

«No.»

«Pensi di riuscire ad arrestarmi da sola?»

«Non voglio che qualcuno si faccia male. Me compresa.» Lo seguii in casa. «Non penserai seriamente che arrivi un elicottero, vero?»

Fece un gesto di disgusto con la mano e si spostò in cucina. «L’ho detto solo per impressionare Edna. Dovevo pur dire qualcosa. Pensa che io sia un fuggitivo di tutto rispetto.» Aprì il frigorifero. «Non c’è niente da mangiare. Quando mia moglie era ancora in vita c’era sempre qualcosa da mangiare.»

Versai l’acqua nella macchina del caffè e riempii il filtro. Aprii un po’ di sportelli e trovai una scatola di biscotti. Ne misi un po’ su un piatto e mi sedetti al tavolo della cucina con Eddie DeChooch.

«Hai l’aria stanca» dissi.

Annuì. «Non avevo un posto dove dormire ieri sera. Volevo ritirare la pensione questa sera e prendermi una stanza in un albergo da qualche parte, ma Edna si è presentata con quei due buffoni. Non me ne va una dritta.» Prese un biscotto. «Non riesco neanche ad ammazzarmi. Questa prostata del cazzo. Fermo la Cadillac sui binari. Rimango lì seduto per morire e cosa succede? Mi viene da pisciare. Mi viene sempre da pisciare. Così esco e vado dietro un cespuglio ed ecco che arriva il treno. Quante possibilità ci sono che accada una cosa del genere? E poi non sapevo cosa fare e ho avuto paura. Sono fuggito via come un maledetto codardo.»

«È stato uno schianto allucinante.»

«Sì, l’ho visto. Cavolo, deve aver trascinato la Cadillac per quasi cinquecento metri.»

«Dove hai preso l’altra macchina?»

«L’ho fregata.»

«Allora c’è qualcosa che ti riesce ancora bene.»

«Le uniche cose che mi funzionano sono le dita. Non ci vedo. Non ci sento. Non riesco a pisciare.»

«Si può rimediare.»

Si mise a giocherellare con il biscotto. «Ci sono cose che non si possono rimediare.»

«La nonna mi ha detto tutto.»

Alzò gli occhi, sorpreso. «Ti ha detto tutto? Gesù Cristo. Certo che le donne sono proprio delle gran chiacchierone.»

Versai due tazze di caffè e ne diedi una a DeChooch. «Hai interpellato un medico?»

«Non voglio andare dal medico. Prima ancora che tu riesca a dire due parole, loro già cominciano a toccarti e ti dicono di fare un trapianto. Non ho nessuna intenzione di ritrovarmi con un pene trapiantato.» Scosse la testa. «Mi sembra impossibile parlare con te di queste cose. Perché lo sto facendo?»

Gli sorrisi. «Con me si parla bene.» E anche perché aveva un alito all’alcol etilico. DeChooch beveva un sacco. «Mentre parliamo, perché non mi racconti di Loretta Ricci?»

«Porca miseria, quella sì che era una focosa. Venne a portarmi uno di quei pasti a domicilio e me la ritrovai addosso. Continuavo a dirle che non ero più buono a niente ma lei non ne voleva sapere. Disse che era capace di farlo… sì, insomma, a tutti. Così ho pensato, che diamine, non ho niente da perdere, giusto? E così eccola che si abbassa e incomincia a lavorare con un certo successo. E poi, proprio quando è lì lì per succedere, cade su un fianco e muore. Credo che le sia venuto un infarto per la fatica. Ho cercato di rianimarla ma ormai era morta. Ero così maledettamente arrabbiato che le ho sparato.»