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«Così, alla fine, quando tutti questi fatti furono oltremodo chiari, era ormai troppo tardi. I nostri alleati erano ancora solo tre nazioni, ognuna con una propria lingua ed un proprio stile di vita. Intorno a loro, invece, sorgevano rigogliose centinaia di razze, unite nella Cristianità, nella lingua inglese e nella corona inglese. Neanche se avessimo voluto, sarebbe stato possibile a noi umani di cambiare questo dato di fatto. Anzi, noi ne fummo sorpresi quanto chiunque altro.

«Se volete una prova di come Sir Roger non abbia mai tramato contro i suoi alleati, pensate solo con quanta facilità avrebbe potuto schiacciarli in tarda età, quando ormai governava sulla più potente nazione che si fosse mai vista tra queste stelle. Ma preferì essere generoso. Non fu opera sua se le loro generazioni più giovani, impressionate dai nostri successi, cominciarono a imitare sempre di più il nostro modo di vivere…»

Il Capitano mise da parte il dattiloscritto e si affrettò a raggiungere l’entrata della porta stagna principale. La rampa era stata abbassata e adesso un gigantesco umano dai capelli rossi saliva a grandi passi per dargli il benvenuto. L’uomo era vestito con abiti fantastici, portava con sé una ricca spada da cerimonia, ma aveva anche una pistola a raggi che dava l’impressione di essere abituato a maneggiare con disinvoltura. Dietro di lui stava sull’attenti una guardia d’onore di fucilieri in uniforme verde erba. Sulle loro teste garriva uno stendardo con le armi di un ramo cadetto della grande famiglia Hameward.

La mano del Capitano scomparve nella zampaccia pelosa del Duca. Il sociotecnico tradusse le parole pronunciate in un Inglese assai distorto:

«Finalmente! Dio sia lodato, finalmente sulla Vecchia Terra hanno imparato a costruire delle astronavi! Benvenuto, Signore!»

«Ma, come mai non ci avete mai trovati… ehm… Vostra Grazia?», balbettò il Capitano. Quando la domanda fu tradotta, il Duca si strinse nelle spalle e rispose:

«Oh, vi abbiamo cercati. Per generazioni ogni giovane Cavaliere partiva alla ricerca della Terra, se non decideva di andare alla ricerca del Sacro Graal. Ma voi sapete bene che numero sterminato di soli c’è. E ancora di più ce ne sono verso il centro della Galassia… dove abbiamo incontrato altri popoli stellari. Commerci, esplorazioni, guerre, tutto ci ha attirati sempre più verso l’interno, lontano da questo braccio della spirale così scarso di stelle. Vi potrete rendere conto infatti che questa che avete scoperto è solo una povera e lontana provincia. Il Re e il Papa risiedono nel Settimo Cielo… Alla fine le ricerche sono andate scemando e, nei secoli passati, la Vecchia Terra diventata poco più di una semplice tradizione.» Il suo faccione divenne raggiante. «Ma adesso si è capovolto tutto. Voi ci avete trovati! Meraviglioso! Ma prima di tutto, ditemi, la Terrasanta è stata liberata dai pagani?»

«Bè,» fece il Capitano Yeshu haLevy che era un fedele cittadino dell’Impero Israeliano, «sì.»

«Peccato. Mi sarebbe piaciuta una nuova crociata. La vita è diventata noiosa dopo che abbiamo sconfitto i Draghi dieci anni fa. Si dice, però, che le spedizioni reali nelle nubi stellari del Sagittario abbiano scovato alcuni pianeti molto promettenti… ma adesso pensiamo a voi! Dovete venire al castello. Vi offrirò la mia migliore ospitalità e vi approvigionerò per il viaggio che dovrete fare per raggiungere il Re. È una navigazione piuttosto insidiosa, ma vi fornirò un astrologo che conosce bene la rotta.»

«Bè, che ha detto?», chiese il Capitano haLevy quando l’omaccione smise di parlare.

Il sociotecnico glielo spiegò.

Il Capitano haLevy divenne color del fuoco. «Nessun astrologo toccherà la mia astronave, accidenti a lui!»

Il sociotecnico sospirò. Avrebbe avuto un sacco di lavoro da fare negli anni a venire.

FINE