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— Un’altra volta ho mangiato uno skragg crudo. È un roditore, lungo circa due spanne e privo di peli. È quasi brutto quant’è cattivo. Ha denti ricurvi, e una volta che l’hai ucciso devi rompergli la mascella per togliertelo dal…

— Immagino che tu avessi un ottimo motivo per fare una cosa del genere? — domandò Korda con tono indifferente.

— Avevo paura di quei cattivoni.

— Così ne hai ucciso uno e lo hai mangiato per liberarti dalla paura. Capisco. Be’, qui non c’è nessuno skragg. — Alzò lo sguardo. — Oh, ti prego, siediti. Vasli, occupati di questo giovanotto.

Senza muoversi dal suo posto, l’essere proiettò una serie di esili apparecchi metallici dall’apparenza puramente decorativa, che invece si rifoggiarono sotto di lui in una sedia. Gli spinsero in avanti le ginocchia e gli raddrizzarono la schiena, spostando il suo centro di equilibrio e costringendolo a sedersi. La sedia era bassa, di granito. Gregorian si rese conto subito che non sarebbe stato in grado di alzarsi con grazia. — Non è stato così semplice. Ho digiunato per due giorni, ho offerto il sangue alla Dea, poi mi sono somministrato dei febbricianti e…

— A casa mia facciamo le stesse cose nelle cliniche — osservò Vasli. — Ma naturalmente qui si tratta di tecnologia bandita.

— Non aveva niente a che vedere con la vostra maledetta scienza. Io sono un occultista.

— Una semplice distinzione di terminologie. I nostri mezzi possono essere differenti, ma le tecniche che utilizziamo sono identiche. Innanzitutto, bisogna aprire la mente alla suggestione. Noi usiamo la risonanza magnetica, mentre voi usate droghe, rituali, sesso, terrore o qualche combinazione dei suddetti. Dopodiché, quando la mente è suscettibile, si imprimono nuovi schemi di comportamento. Noi usiamo dei virus oloterapeutici come portatori del messaggio; voi mangiate un topo. Infine, si rinforza il nuovo schema nella vita di tutti i giorni. In questo caso, penso che i nostri metodi siano pressoché identici. Si tratta di un’abilità molto antica; la gente veniva riprogrammata già da molto prima che venissero inventate le macchine.

— Abilità! — sbottò Korda con tono sprezzante. — Una volta, soffrivo di una terribile paura di morire annegato. Così, sono andato su Cordelia e mi sono fatto mollare nel Mar di Cristallo, di notte, a tre chilometri dalla costa. È un mare abbastanza salato da far sì che non si vada giù, e non vi sono grossi predatori di superficie. Se una persona non va in panico, non ha problemi. Quella notte soffrii le pene dell’inferno, ma quando giunsi finalmente a riva, mi resi conto che non avrei mai più avuto paura di annegare. E ho fatto tutto senza l’impiego di alcun genere di droga o farmaco. — Rivolse a Gregorian un sorrisetto ironico. — Ti vedo pallido.

“È questo ciò che stai facendo?” bisbigliò una voce proveniente da un altro mondo. “Devo forse morire per mettere fine alla tua paura di annegare? Che cosa futile”. Gregorian la ignorò. — Non credere di poter fare l’accondiscendente con me, vecchio! Ho vissuto delle esperienze che tu non hai nemmeno mai sognato!

— Non ti arrabbiare. Non hai alcun motivo per temermi.

— Io temere te? Tu non sai nulla.

— So tutto ciò che vi è da sapere su di te. Pensi forse che qualche piccola differenza accidentale nell’allevamento e nell’esperienza possano cambiare radicalmente una personalità? Ebbene, non è così. Io sono il tuo alfa e il tuo omega, giovanotto, e tu non sei altro che me stesso più giovane. — Korda allargò le braccia. — Queste vecchie mascelle e queste rughe ti disgustano? Non sono altro che ciò che diventerai tu con il tempo.

— Mai!

— È inevitabile. — Korda abbassò lo sguardo verso la sua scrivania. — Ho organizzato una linea di credito che ti permetterà di accedere all’Estensione. Studierai controllo bioscientifico, dovrebbe risultare piuttosto utile per te… Tanto per iniziare, ti insegnerà quanto è assurdo pensare di poter andare contro la propria eredità genetica. Vasli provvederà ai fondi per coprire le tue spese, e ti darà anche qualcosa in più per il tuo tempo libero. Per il resto, in questi anni non sarà nemmeno necessario che ci vediamo.

— E che cosa ti aspetti, in cambio?

— Quando avrai le basi necessarie, ti chiederemo di fare per noi un poco di ricerca sul campo — intervenne Vasli. — Nulla di impegnativo. Ci interessa determinare la possibilità della sopravvivenza della razza indigena di Miranda. Sono certo che lo troverai un lavoro di grande soddisfazione.

Sapevano che non avrebbe rinunciato all’educazione, ai soldi e ai contatti che Korda gli stava offrendo. L’alternativa era quella di sprofondare nuovamente nell’oscurità dei mondi di mezzo, rimanendo poco più che un pharmaceur sconosciuto in una terra che non veniva nemmeno presa in considerazione da una persona civilizzata. — E che cosa mi costringerà a lavorare per voi una volta che avrò portato a termine la mia educazione?

— Oh, credo che quando verrà il momento, collaborerai spontaneamente. Ti stiamo offrendo la possibilità di portare a termine qualcosa, e sai bene che simili opportunità non capitano tanto spesso. — Poi, prima che Gregorian potesse rispondere. — È sufficiente. Vasli, occupati tu dei dettagli.

La vita uscì da Korda.

Gregorian si alzò a fatica dalla sedia. Toccò la guancia di Korda. Era fredda, inerte. L’uomo con cui aveva parlato fino a quel momento non era stato altro che un manichino, un surrogato foggiato a immagine e somiglianza del suo padre di clonazione, affinché potesse essere utilizzato esclusivamente da lui. Era costruito direttamente nella scrivania, e non aveva nemmeno le gambe.

— Aveva una riunione — spiegò Vasli.

— Un agente! — L’insulto rese tagliente la voce di Gregorian. — Non era nemmeno qui in persona! Mi ha mandato un agente!

— Cosa ti aspettavi? Non ti ha nemmeno stretto la mano, che altro poteva essere?

Gregorian lo guardò.

Senza dire nulla, Vasli allungò la mano. Non senza un piccolo tremore di esitazione, Gregorian la prese. L’anello con sigillo che il suo padre di clonazione gli aveva mandato assieme ai suoi nuovi abiti fuorimondo sussurrò: “Agente permanente unico” nel suo nervo auricolare. — Da quanto ho capito, è la prima volta che vi recate fuoripianeta.

— Deneb — disse Gregorian, ritraendo la mano. — La vostra gente sta costruendo un guscio attorno a Deneb, non è vero?

— Un guscio toroidale, esatto. Non una sfera ma solo una fetta di sfera; varia solo di un grado o due dall’eclittica. — Mentre Vasli parlava, il macroartefatto si materializzò nell’aria fra loro. Per un attimo Gregorian pensò che Vasli stesse utilizzando un proiettore tascabile, poi si rese conto che si trattava di un effetto della visualizzazione fuggitiva causata dai febbricianti. — È per scaldare i pianeti esterni. Noi non abbiamo le vostre risorse naturali, capisci? Non abbiamo i grattastelle, non abbiamo mondi di mezzo. A parte un’unica eccezione, i nostri pianeti sono tutti pressoché inospitali. Così, abbiamo deciso di fare a pezzi un mondo ghiacciato per creare una cintura riflettente.

L’immagine si dilatò, mostrando le forme appiattite e affusolate dei piccoli mondi, le loro orbite che si intrecciavano nei diagrammi luminosi, e la rete di stazioni di controllo del traffico disseminate attraverso l’infrastruttura. — Immagino però che tutto questo non sia sufficiente a rendere abitabili i pianeti esterni.

— No, è solo una parte del motore. Stiamo anche riattizzando i loro nuclei, e in più facciamo implodere una luna qua e là per creare dei canali di accesso nella cromosfera del nostro sole. — Piccoli soli orbitali spuntarono improvvisamente attorno ai mondi esterni. La cintura di ghiaccio raddoppiava la sua luminosità ogniqualvolta veniva lambita da un pianeta.