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— Non mi sarei probabilmente accorto di nulla, è vero — disse Ruiz-Sanchez, guardando fisso Cleaver. — Ma non è stato un caso che siate caduto sul vostro «ananas». Se aveste osservato Lithia, dato che eravate venuto qui per fare proprio questo, invece di perdere il tempo a costruire un pianeta fittizio conforme ai vostri piani, avreste capito Lithia abbastanza per sapere che bisogna diffidare di questi «ananas». E avreste imparato a parlare lithiano almeno quanto Agronski.

— È probabile, ma come vi ho detto altre volte, ciò per me non ha la minima importanza. Ho osservato su Lithia un fatto che, a mio avviso, supera tutti gli altri e che si mostrerà sufficiente a convincervi. Diversamente da voi, Padre, io non ho alcun rispetto delle piccole prove di correttezza, quando mi trovo in una situazione che chiede il tutto per il tutto, e non sono il tipo di persona che crede di poter guadagnare qualcosa dalle analisi di un insuccesso.

— Non cominciamo a fare battibecchi fin dall’inizio — disse Michelis. — Ci hai raccontato la tua storia senza apportare troppi abbellimenti, a quanto ho sentito, ed è evidente che devi avere una ragione per confessare. Ora ti aspetti che ti scusiamo, o che, almeno, non ti condanniamo troppo severamente, una volta che tu ci abbia spiegato la tua ragione. Dunque, sentiamola.

— Ecco… — disse Cleaver, e per la prima volta parve animarsi. Si piegò in avanti, e la luce delle fiammelle a gas portò le ossa della sua faccia a contrastare nettamente con la scarnezza delle guance. Puntò verso Michelis una mano tremante:

— Sapete, voi tre, su che cosa camminiamo in questo momento? Innanzi tutto, sai, Mike, quanto rutilio ci sia qui?

— Naturalmente, lo so. È stato Agronski che me lo ha segnalato e da quel momento cerco di trovare un metodo pratico per raffinare il minerale greggio. Se decidiamo di aprire il pianeta, i nostri problemi relativi al titanio sarebbero risolti per almeno un secolo. È quanto sostengo nel mio rapporto personale. Ma che c’è di straordinario? Avevamo già previsto tutto ciò ancor prima di atterrare su Lithia, quando ci furono comunicati i dati precisi sulla massa del pianeta.

— Parliamo ora un po’ della pegmatite — propose Cleaver quasi con dolcezza.

— Della pegmatite? — ripeté Michelis, sempre più interdetto. — Immagino che ve ne sia in abbondanza, devo confessare però che non ho nemmeno controllato. Il titanio ci interessa, ma non vedo a che cosa possa servirci il litio. L’epoca in cui questo metallo veniva usato come carburante per razzi è già finita da cinquant’anni.

— E nessuno la rimpiange — commentò Agronski. — Quei vecchi motori a litio-fluoro scoppiavano come bombarde. Bastava una perdita nei tubi dell’alimentazione, e… bum!

— Ciò non toglie che sulla Terra questo metallo valga sempre qualcosa come ventimila dollari la tonnellata, prezzo che, press’a poco, corrisponde a quello del secolo scorso, tenuto conto della svalutazione. Questo non ti dice nulla?

— Sarei curioso di sapere ciò che dice a te — ribatté Michelis. — Nessuno di noi guadagnerà un soldo in questa spedizione, anche se scoprissimo che l’interno del pianeta è di platino massiccio… cosa poco probabile. D’altra parte, se consideriamo soltanto il prezzo, ti ricordo che se il minerale di litio è così abbondante su questo pianeta farà precipitare i prezzi del mercato. A che servirebbe, del resto, su vasta scala?

— A fare delle bombe — rispose Cleaver. — Delle vere bombe. Bombe a fusione. Non si può usare in una fusione controllata, per produrre energia, ma il sale di deuterio permette di costruire le più potenti bombe conosciute: esplosioni di un grandissimo numero di megatoni.

Bruscamente, Ruiz-Sanchez si sentì di nuovo stanchissimo, malato. Era esattamente quello che aveva temuto: si dia l’esistenza di un pianeta battezzato Lithia solo perché sembra composto principalmente di rocce, ed ecco saltar fuori una certa categoria di cervelli disposti ad abbandonare ogni altra cosa, per cercare in quel mondo solo un metallo chiamato litio. L’aveva temuto, certo, ma si era anche augurato che i suoi timori fossero infondati…

— Paul — disse, — correggo quanto ho detto prima. Vi avrei scoperto in qualsiasi caso, anche se non foste andato a sbattere contro il vostro «ananasso». Quello stesso giorno, mi avete detto che stavate cercando la pegmatite, quando vi è successo l’incidente, e che pensavate che Lithia potesse essere il posto adatto alla produzione di litio su grande scala. Evidentemente pensavate che non avrei capito di cosa stavate parlando. Se non aveste urtato l’«ananasso», vi sareste tradito ugualmente, facendo dei discorsi come quello che ci avete fatto ora. L’opinione che avete di me si basa su una quantità di informazioni altrettanto scarsa quanto quella su cui si basa la vostra opinione di Lithia.

— È molto agevole — fece Cleaver, con aria indulgente, — dire «io l’ho sempre saputo»… specialmente quando c’è in funzione il registratore.

— Certo, è agevole, quando l’altro ti aiuta — disse Ruiz-Sanchez. — Ma io credo che la vostra idea di Lithia come una riserva potenziale di bombe all’idrogeno, sia solo il principio di quello che avete in mente. E non credo che sia questo il vostro vero scopo. Ciò che desiderate di più è vedere Lithia scomparire dall’universo. Voi detestate questo pianeta. Lithia vi ha fatto ammalare. Vorreste poter credere che non esiste. Di qui la vostra enfasi nel dichiarare che Lithia è una fonte di munizioni, più di ogni altra cosa. Perché, se questo punto sarà accettato, Lithia verrà posta sotto sigillo di sicurezza. Non è così?

— Certo, è così, ma non datevi tante arie di leggere nel pensiero degli altri — rispose Cleaver con una smorfia. — Se perfino un prete riesce a capirla, allora è una cosa chiara a tutti… e occorre cancellarla mettendo in discussione le intenzioni di colui che se n’è accorto per primo. Ma al diavolo tutto questo. Mike, ascoltami, Abbiamo qui la più bella occasione che si sia mai offerta a una commissione esplorativa. Questo pianeta sembra creato apposta per essere trasformato da cima a fondo in un laboratòrio termonucleare e in un centro di produzione. Abbiamo qui a portata di mano riserve praticamente inesauribili delle principali materie prime. Cosa ancora più importante, questo pianeta non ha ancora nessuna conoscenza, nel campo dell’energia atomica, che ci possa preoccupare. Tutto il materiale, gli elementi radioattivi, eccetera, che occorre per giungere alla conoscenza dei fenomeni atomici, dovremo portarlo da altri pianeti: i Serpenti non lo conoscono. Inoltre, gli strumenti indispensabili, i contatori, gli acceleratori di particelle, tutti dipendono da materiali come il ferro, che i Serpenti non hanno, e da princìpi che essi ignorano, dal magnetismo alla meccanica quantistica. Potremmo impiantare qui i nostri stabilimenti grazie a questa riserva immensa di mano d’opera a buon mercato, che non sa abbastanza e, se sapremo prendere le necessarie precauzioni, non giungerà mai a saperne abbastanza per impadronirsi delle nostre tecniche segrete.

«Bastano tre voti sfavorevoli, "utilità nulla", nei riguardi di questo pianeta, in modo da escludere ogni utilizzazione di Lithia come scalo o come ogni altro genere di base, per un secolo. Nello stesso tempo, mandiamo un rapporto segreto al consiglio di sicurezza dell’ONU, riferendo esattamente quello che è Lithia: un utilissimo arsenale per la Terra intera, per l’intera unione dei pianeti posti sotto il nostro controllo. Solo la decisione verrà resa di natura pubblica, sulla Terra; il nastro è segreto: sarebbe un vero delitto trascurare un’occasione simile.»

— Contro chi? — domandò Ruiz-Sanchez.

— Come? Non capisco.