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A un tratto Graham si rese conto che l’aria era percossa da tremiti che andavano moltiplicandosi. Si sarebbe detta l’eco di vulcani in eruzione agli estremi confini del mondo…

Come a un segnale, la colonna di energia radiante cominciò allora ad avanzare, lentamente, inesorabilmente. Centimetro per centimetro, metro per metro, obbligando Graham a retrocedere. Il cielo si era completamente oscurato come per la minaccia di un ciclone e aveva fatto piombare l’isola nel buio, ma la infinita colonna di luce palpitava guadagnando sempre più terreno, ricoprendo lo spazio vuoto e desolato attorno a sé. E al centro, l’idolo verdastro brillava furiosamente.

Il cerchio si ingrandiva con un movimento terribile, procedendo a sbalzi simili ai battiti di un enorme cuore. Si tendeva in avanti, si ritraeva per poi tornare a dilatarsi ancora. Un pulviscolo luminoso avvolgeva adesso la statuetta al centro della colonna, sempre più grande, che emanava una energia implacabile. La sua vista era per Graham più spaventosa di quella di uno spettro, di un morto risuscitato, e niente nella scienza dell’archeologo poteva essergli utile. L’uomo si sentiva ridotto a un granello di sabbia davanti a quella emanazione di natura sovrumana.

E la colonna si estendeva spietatamente, lo respingeva verso i bordi del cratere, poi più in là, lungo i pendii del Rano Raraku, costringendolo a ritirarsi attraverso il cantiere degli uomini di pietra. Una dopo l’altra le statue imperiose, le immagini dei dominatori venivano assorbite dal cerchio. A poco a poco, il fuoco divorante e freddo inseguiva l’uomo che fuggiva, lo stringeva sempre più da presso con il suo movimento pulsante. Retrocedendo verso il mare, Graham si voltava di tanto in tanto a guardare il fascio luminoso che lo sollecitava a proseguire con la sua avanzata metodica e aggressiva. Lo scienziato non comprendeva perché la fantastica colonna non avesse ingoiato il proiettile che lui aveva sparato, mentre invece si impadroniva delle statue. Solo una intelligenza selettiva, capace di operare una cernita, poteva agire in quel modo. Doveva immaginare dunque che fosse dotata di tale facoltà, la colonna fantomatica dall’inesistente colore?

A mano a mano che venivano a trovarsi nell’interno del pilastro, gli uomini di pietra subivano una metamorfosi sinistra e significativa. Sembravano acquistare forza come se trovassero finalmente di cosa nutrirsi, e il colore che li avvolgeva pareva essere per loro il colore della vita che li portava a compimento.Ivolti impassibili si animavano come sotto il soffio della creazione, poi essi si muovevano misteriosamente verso il centro della colonna e la loro forma cambiava con l’intensificarsi della fiamma.

Il mondo non esisteva più per Graham. Soltanto l’insoluto mistero del tempo e dello spazio, quell’enigma di forza, di materia e di volontà dominanti esistevano. Lo sforzo al quale aveva sottoposto la sua vista faceva sentire i suoi effetti, la testa gli doleva terribilmente, e il suo spirito si rifugiava nel passato. Pensava al pozzo di Isling, al quale era riuscito a sfuggire, e si diceva che anche questa volta il fenomeno doveva arrendersi, come la pietra verde si era arresa di fronte all’applicazione delle sue proprie leggi.

Indietro, sempre più indietro. Graham discese le rampe del Rano Raraku, raggiunse le rocce e la scogliera, fu vicino alle onde altissime. Ormai la colossale colonna aveva coperto con la sua fosforescenza tutta l’Isola di Pasqua e aveva respinto il piccolo uomo fino alla spiaggia.

N’ga n’ga rhthl’g clretl ust s g’lgggar…

Il suono selvaggio si sovrapponeva all’urlo del vento e al tuonare dell’oceano…

Septhulchu nyrcg s thargoth k’tuhl s brogg…Il canto cosmico veniva da lontananze infinite e aumentava di intensità. Graham pensò al Guardiano del Sigillo, alla figurina posta al centro della torre smisurata. Questa divenne a un tratto un turbine dalle dimensioni multiple, una catena legata a un altro tempo e a un altro spazio.ITitani stavano per tornare. Sarebbero entrati dalla porta che un giorno avevano aperto e poi richiuso.

Adesso l’avrebbero riaperta…

Meargoth s bh’rw’lutl ubcwthughu dägoth…Era la profezia che si avverava, era l’ordine del Guardiano del Sigillo. La terra era legata ad altri mondi, all’interno e all’esterno, e dai loro laboratori nell’ultracosmo, i Titani riannodavano questi legami. In un modo incomprensibile per tutti fuorché per loro, essi percorrevano trilioni di anni luce, contraendo la loro grandezza nel piccolo atomo che era l’universo di Graham.

La colonna era una mescolanza di colore, scintille di cupo splendore si irradiavano su tutta la sua lunghezza, bruciando nel turbine amorfo e strano di un mondo sconosciuto.

L’ora era giunta, e Graham ricordava il vecchio Sekhita e il brano che il prete gli aveva letto dal libro preistorico. Quando le stelle si troveranno nella posizione profetizzata, allora i Titani si sveglieranno e ritorneranno. La terra si spalancherà, e da cripte più profonde di quanto sono alle le nubi, il Guardiano del Sigillo lancerà ai Titani il suo richiamo. Il Guardiano del Sigillo diverrà anch’esso grande come un Titano e andrà a porsi sul Crltul Thr. Le acque ribolliranno, la terra si aprirà, e le stelle sorgeranno in un cielo di fiamma. Dal loro Universo, al di là degli astri, scenderanno i Titani. Essi reclameranno per sé tutto ciò che vive, loro che ci hanno fatti di polvere e di fuoco che consuma. Questo si compirà quando i Titani si sveglieranno, quando le stelle saranno al posto giusto, a meno che non giunga colui che affronterà il Guardiano del Sigillo e lo sconfiggerà. Allora il Guardiano tornerà di pietra e i Titani aspetteranno nella loro grande sfera fino a che le stelle non saranno tornate una volta ancora nella posizione voluta dalla profezia. E il Guardiano del Sigillo resterà sull’asse da Crltul Thr a Mrcg.

Graham aspettava e ascoltava, pronto a lanciare la sua sfida nel solo modo che gli sembrava possibile.

Le parole che gli erano giunte attraverso l’aria, adesso non si udivano più, ma ancora vibrava la loro ultima eco quando Graham pronunciò altre parole.

Parole strane, bizzarre, indirizzate al Guardiano in risposta alle frasi sibilline giunte dallo spazio. Erano le sillabe incise sulla seconda metà della pietra verde. L’archeologo si era detto che, se la prima metà dell’iscrizione aveva il potere di scatenare gli strumenti di leggi oscure, la seconda parte poteva essere la chiave per fermare queste forze, per sospendere l’attuazione del loro piano. Presumibilmente gli stessi Titani avevano fornito la chiave al Guardiano del Sigillo per il caso che fosse necessario sospendere il loro ritorno.

Nel corso della notte precedente, Graham aveva imparato a memoria le frasi gutturali, ripetendole silenziosamente, per abituare le labbra ai movimenti adatti a emettere quei suoni impronunciabili e aiutandosi con la ricostruzione fonetica che gli era stata data dal professor Alton. Ignorava se esse avessero un senso inteso secondo i concetti umani. E non sapeva nemmeno l’effetto che avrebbero prodotto…

Dopo aver pronunciato le ultime sillabe, Graham vide la colonna luminosa contorcersi in una serie di straordinarie convulsioni. Un attimo più tardi il fuoco freddo lo avvolse trascinandolo in un nuovo mondo. E sentì che una eccezionale tensione andava scomponendosi. Graham camminava nel tempo, si ritirava dallo spazio. Si avvicinava ai Titani, ma questi scomparvero.

12

Stava vivendo un sogno, oppure era morto e camminava nelle tenebre dell’aldilà?