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Recuperare il congegno magico era stata una faccenda molto semplice. Tas scosse la testa al pensiero dell’ingenuo orgoglio di Caramon nel ritenere intelligente la scelta del nascondiglio. Tas si era astenuto dal dirlo all’omone, ma quel doppio fondo avrebbe potuto venir individuato da qualunque kender al di sopra dei tre anni di età.

Tas sollevò ansioso il congegno magico fuori dalla scatola, fissandolo con deliziata meraviglia.

Aveva dimenticato quanto fosse affascinante e piacevole a vedersi, così ripiegato in forma di ciondolo ovale. Gli pareva impossibile che le sue mani fossero in grado di ritrasformarlo in un congegno capace di compiere un simile miracolo!

In fretta e furia Tas ripassò le istruzioni di Raistlin che si era impresso nella mente. Il mago gliele aveva fornite soltanto pochi giorni prima, obbligandolo a mandarle a memoria, immaginando che Tas avrebbe perso subito delle istruzioni scritte, come gli aveva rinfacciato in tono caustico.

Non erano difficili, e in pochi attimi ritornarono alla memoria di Tas:

Il tuo tempo è il tuo anche se ci viaggi attraverso.

Le sue distese vedrai

turbinanti nell’eternità.

Non ostruire il suo flusso.

Afferra con fermezza la fine e l’inizio,

rigirali su se stessi come un guanto, e

tutto ciò che è sciolto sarà ancorato.

Il destino sarà sopra la tua testa.

Il congegno era così bello che Tas avrebbe potuto fermarsi lì a contemplarlo per ore. Ma non aveva tempo a disposizione. Così, si affrettò a cacciarlo in una delle sue borse, agguantò anche le altre - giusto nel caso in cui lui avesse trovato qualcosa che valeva la pena di portare con sé, o qualcosa avesse trovato lui...) indossò il mantello e corse fuori. Lungo il percorso ripensò alla sua ultima conversazione col mago pochi giorni prima.

«Prendi “a prestito” l’oggetto la notte prima,» gli aveva consigliato Raistlin. «La tempesta sarà spaventosa, e Caramon potrebbe mettersi In testa di andarsene. Inoltre, sarà facilissimo per te intrufolarti nella stanza conosciuta come la Camera Sacra del Tempio senza farti notare, mentre infuria la tempesta. La tempesta cesserà all’alba, e poi il Gran Sacerdote ed i ministri inizieranno la processione. Andranno nella Camera Sacra, sarà qui che il Gran Sacerdote farà le sue richieste agli dei.

«Tu dovrai trovarti nella Camera Sacra e attiverai il congegno nel momento stesso in cui il Gran Sacerdote cesserà di parlare...»

«Come fermerà il Cataclisma?» l’aveva interrotto Tas con foga. «vedrò scoccare un raggio di luce verso il cielo o qualcosa del genere-Fara stramazzare al suolo il Gran Sacerdote?»

«No,» gli aveva risposto Raistlin, con un lieve accesso di tosse, «non,,, uhm... non farà stramazzare al suolo il Gran Sacerdote. Ma hai ragione per quanto riguarda la luce.»

«Davvero?». Tas era rimasto a bocca aperta. «Ho soltanto tirato a indovinare! E fantastico! Si vede che sto migliorando con queste cose magiche.»

«Sì, aveva risposto Raistlin in tono asciutto. «Adesso, per continuare, prima che venissi interrotto...»

«Mi spiace, non succederà più,» si era scusato Tas. Poi aveva chiuso la bocca, mentre Raistlin lo fissava furioso.

«Devi sgusciare dentro la Camera Sacra durante la notte. Lo spazio dietro l’altare è tutto coperto da tende. Nasconditi là e non verrai scoperto.»

«Poi fermerò il Cataclisma, tornerò da Caramon e gli dirò tutto! Sarò un eroe...» Tas si era interrotto, un improvviso pensiero gli aveva attraversato la mente. «Ma posso essere un eroe se fermerò qualcosa che non è mai cominciato? Voglio dire, come farà la gente a sapere che ho fatto qualcosa... che non ho fatto?»

«Oh, loro lo sapranno...» aveva replicato Raistlin con voce sommessa.

«Lo sapranno? Ma non riesco lo stesso a capire... Oh, tu hai da fare immagino. Suppongo che dovrei andare. Va bene. Ehi... già, tu te ne andrai, dopo che tutta questa faccenda sarà finita,» aveva detto Tas, trovandosi sospinto in maniera piuttosto energica verso la porta dalla mano di Raistlin appoggiata sulla sua spalla. «Tu, dove andrai?»

«Dove sceglierò,» aveva detto Raistlin.

«Potrei venire con te?» aveva chiesto Tas, avidamente.

«No, ci sarà bisogno di te nel tuo tempo,» aveva risposto Raistlin, fissando il kender in maniera molto strana, o così aveva pensato Tas in quel momento. «Per badare a Caramon...»

«Sì, immagino che tu abbia ragione,» aveva sospirato il kender. «Bisogna stargli dietro.» Avevano raggiunto la porta. Tas l’aveva guardata per un momento, poi aveva sollevato su Raistlin uno sguardo carico di desiderio. «Immagino che non potresti... spedirmi da qualche parte come hai fatto l’ultima volta? È un gran bel divertimento...»

Reprimendo un sospiro, Raistlin aveva spedito cortesemente il kender dentro uno stagno in mezzo alle anatre, con grande spasso di Tas. In effetti il kender non riusciva a ricordare un’altra volta in cui Raistlin fosse stato così gentile con lui.

Dev’essere dovuto al fatto che porrò fine al Cataclisma, aveva deciso Tas. È probabile che mi sia davvero grato... soltanto non sa esprimerlo in maniera adeguata. O forse non gli è permesso dimostrare gratitudine dal momento che è malvagio.

Quello era stato un pensiero interessante che Tas aveva preso in considerazione mentre usciva a guado dallo stagno per far ritorno tutto gocciolante all’arena.

Tas se l’era ricordato di nuovo quando, la notte prima del Cataclisma-che-non-ci-sarebbe-stato, era uscito un’altra volta. Ma i suoi pensieri su Raistlin erano stati brutalmente interrotti. Non si era reso conto di quanto la tempesta fosse peggiorata, e la ferocia del vento l’aveva un po’ sconcertato, sollevandolo letteralmente da terra e sbattendolo contro il muro esterno dell’arena, non appena aveva messo il naso fuori. Dopo essersi fermato un attimo per riprender fiato e controllare se non si fosse rotto qualcosa, il kender si era tirato su e si era rimesso in cammino verso il Tempio, con il magico congegno stretto saldamente in pugno.

Questa volta aveva avuto sufficiente presenza di spirito da tenersi rasente gli edifici, avendo scoperto che lì il vento non lo sballottava poi tanto. In realtà, camminare in mezzo alla tempesta era risultata un’esperienza piuttosto esilarante. A un certo punto un fulmine aveva colpito un albero accanto a lui, riducendolo in frantumi. In un altro punto del tragitto aveva mal calcolato la profondità dell’acqua che scorreva lungo la strada ed era stato trascinato via lungo l’isolato a gran velocità. Questo era divertente, e sarebbe stato ancora più spassoso se lui fosse stato in grado di respirare. Alla fine l’acqua l’aveva scaricato in maniera piuttosto brusca in un vicolo, dove aveva potuto rialzarsi in piedi e proseguire il suo viaggio.

Tas era stato quasi dispiaciuto di raggiungere il Tempio mettendo fine a tante avventure, ma ricordando la sua Missione Importante, era scivolato attraverso il giardino facendosi strada all’interno. Una volta là, come Raistlin aveva predetto, gli era stato facile mimetizzarsi attraverso la confusione creata dalla tempesta. I chierici correvano dappertutto, cercando di asciugare i pavimenti con gli stracci e di ripulirli dai vetri rotti delle finestre, riaccendendo le torce spente dal vento, confortando coloro che non ce la facevano più a resistere alla tensione.

Non aveva idea di dove si trovasse la Camera Sacra, ma non c’era niente che gli piacesse di più del vagare per luoghi strani e sconosciuti.

Due o tre ore (e parecchie borse rigonfie) più tardi si era imbattuto in una stanza che coincideva esattamente con la descrizione di Raistlin. qui giunto, essendo piuttosto affaticato, Tas era stato contento di riposare Dopo aver esaminato la stanza e averla trovata noiosamente vuota, avev oltrepassato l’altare, (vuoto anche quello,) e si era acquattato dietro tende, sperando (anche se era stanco) di trovare qualche tipo di caverna segreta dove il Gran Sacerdote stesse celebrando riti sacri vietati agli occhi dei comuni mortali.