Stupefatto, Tanis guardò Riverwind, ma l’uomo delle pianure si limitò a scrollare le spalle e a sollevare le scure sopracciglia. Il mezzelfo si voltò per chiedere a Tika cosa stesse succedendo, ma proprio allora sentì un tocco freddo sul suo braccio. Crysania! Si era completamente dimenticato di lei!
Arrossendo anche lui, fece le sue tardive presentazioni.
«Vi presento Crysania di Tarinius, Reverenda Figlia di Paladine,» disse in tono ufficiale. «Dama Crysania, Riverwind, capo degli Uomini delle Pianure, e Tika Waylan Majere.»
Crysania sciolse il suo mantello da viaggio e gettò indietro il cappuccio. Quando l’ebbe fatto, il medaglione di platino che portava appeso al collo balenò alla vivida luce delle candele della locanda. Le vesti di pura lana bianca d’agnello s’intravidero fra le pieghe del suo mantello. Un mormorio, allo stesso modo riverente e rispettoso, attraversò la folla.
«Un sacro chierico!»
«Hai afferrato il suo nome? Crysania! Prossima in linea di successione...»
«Il successore di Elistan...»
Crysania piegò leggermente la testa. Riverwind si esibì in un inchino profondo: il suo volto era solenne. Tika, il volto ancora tanto arrossato da apparire febbricitante, spinse frettolosamente Raf dietro il bancone, poi anche lei eseguì un inchino riverente.
Nell’udire il cognome da sposata di Tika, Majere, Crysania fissò Tanis con aria interrogativa e ne ricevette in risposta un cenno affermativo del capo.
«Sono onorata,» disse Crysania, con la sua voce ricca e fredda, «d’incontrare coloro le cui imprese e il cui coraggio hanno, brillato vividi come un esempio per tutti noi.»
Compiaciuta, Tika arrossì per l’imbarazzo. Il volto severo di Riverwind non cambiò espressione, ma Tanis vide quanto significato avevano le lodi per quell’uomo profondamente religioso. In quanto alla folla, gli applausi si levarono fragorosi per l’onore che tutti traevano dall’esser presenti, e continuarono a lungo. Otik, con le dovute cerimonie, condusse i suoi ospiti a un tavolo che li aspettava, contemplando raggiante gli eroi come se fosse stato lui a organizzare tutta quella guerra a loro esclusivo beneficio.
Sulle prime, nel sedersi, Tanis si sentì turbato da tutta quella confusione e da quel frastuono, ma ben presto decise che era una buona cosa. Per lo meno, avrebbe potuto parlare a Riverwind senza timore di venir ascoltato da orecchi indiscreti. Ma, prima, doveva scoprire dove si trovava Caramon.
Ancora una volta fece per chiederlo, ma Tika, dopo essersi assicurata che si fossero tutti accomodati e accudendo Crysania come una chioccia, lo vide sul punto di aprire bocca e, voltandosi di scatto, scomparve in cucina.
Tanis scosse la testa, perplesso, ma prima che potesse pensarci ulteriormente, Riverwind cominciò a fargli delle domande. I due furono ben presto immersi nella conversazione.
«Tutti sono convinti che la guerra sia finita,» disse Tanis con un sospiro. «Ma questo ci pone in un pericolo ancora peggiore del precedente. Le alleanze tra gli elfi e gli umani che erano solide quando i tempi erano bui hanno cominciato a sciogliersi al sole. Adesso Laurana è a Qualinesti per partecipare al funerale di suo padre e anche per cercare di raggiungere un accordo con quel testardo di suo fratello, Porthios, e i Cavalieri di Solamnia. L’unico raggio di speranza che ci resta sta nella moglie di Porthios, Alhana Starbreeze.» Tanis sorrise. «Non avrei mai creduto che sarei riuscito a vivere fino al giorno in cui avrei visto quella donna elfa non soltanto tollerare gli umani e le altre razze, ma perfino sostenerli con calore contro il suo intollerante marito.»
«Uno strano matrimonio,» commentò Riverwind, e Tanis annuì, d’accordo con lui. I pensieri di entrambi gli uomini andarono al loro amico, Sturm Brightblade, che adesso giaceva morto - eroe della Torre del Sommo Chierico. Entrambi sapevano che il cuore di Alhana era rimasto sepolto là nel buio insieme a Sturm.
«Sì, certo, non un matrimonio d’amore,» disse Tanis, scrollando le spalle. «Ma potrebbe essere un matrimonio che aiuterà a riportare ordine nel mondo. Ora, cosa mi dici di te, amico mio? Il tuo volto è buio e teso, a causa delle nuove preoccupazioni, oltre che irradiare una nuova gioia. Goldmoon ha mandato a Laurana la notizia delle gemelle.»
Riverwind ebbe un lieve sorriso. «Hai ragione, rimpiango ogni minuto che passo lontano da lei,» dichiarò l’uomo delle pianure con la sua voce profonda. «Anche se tornando a rivederti, fratello mio, sento alleggerirsi il fardello del mio cuore. Ma ho lasciato due tribù sull’orlo della guerra. Finora sono riuscito a fare in modo che continuassero a parlare, e non c’è stato ancora nessuno spargimento di sangue. Ma il malcontento opera contro di me, dietro la mia schiena. Ogni minuto che trascorro lontano concede loro la possibilità di ridestare antiche faide.»
Tanis gli strinse il braccio. «Mi spiace, amico mio, e sono contento che tu sia venuto.» Poi sospirò di nuovo e lanciò un’occhiata a Crysania, rendendosi conto di avere nuovi problemi. «Avevo sperato che tu fossi in grado di offrire a questa dama la tua guida e la tua protezione.» La sua voce divenne un mormorio. «Si sta recando alla Torre della Grande Stregoneria nella Foresta di Wayreth.»
Gli occhi di Riverwind si spalancarono per l’allarme e la disapprovazione. L’uomo delle pianure diffidava dei maghi.
Tanis annuì. «Vedo che ricordi le storie di Caramon, di quando lui e Raistlin viaggiarono fin là. E loro erano stati invitati. Questa dama si reca laggiù senza nessun invito per cercare il consiglio dei maghi su...»
Crysania gli scoccò un’occhiata tagliente e imperiosa. Corrugando la fronte, la donna scosse la testa. Tanis, mordendosi il labbro, aggiunse a bassa voce: «Avevo sperato che tu potessi scortarla...»
«È quello che ho temuto quando ho ricevuto il tuo messaggio,» replicò Riverwind, «ed è per questo che ho sentito di dover venire, per offrirti qualche spiegazione per il mio rifiuto. Se fosse stato qualunque altro momento, sai che sarei stato lieto di aiutarti e, in particolare, sarei stato onorato di offrire i miei servigi ad una persona così riverita.» Rivolse un lieve inchino a Crysania, la quale accettò il suo omaggio con un sorriso che subito svanì quando riportò lo sguardo su Tanis. Un piccolo, profondo solco di collera era comparso fra le sue sopracciglia.
Riverwind continuò: «Ma c’è troppo in gioco. La pace che ho stabilito fra le tribù, molte delle quali erano in guerra da anni, è fragile. La nostra sopravvivenza come nazione e come popolo dipende dalla nostra unione e dal comune lavoro per ricostruire le nostre terre e le nostre vite.»
«Capisco,» disse Tanis, commosso dall’evidente infelicità di Riverwind per dover rifiutare la sua richiesta di aiuto. Ma il mezzelfo colse anche l’occhiata dispiaciuta di Dama Crysania e si rivolse a lei con cupa cortesia. «Tutto andrà a posto, Reverenda Figlia,» disse, parlando con elaborata pazienza. «Caramon ti guiderà, e lui vale tre di noi comuni mortali, giusto, Riverwind?»
L’uomo delle pianure sorrise, i vecchi ricordi gli tornarono alla memoria. «Può mangiare quanto tre normali mortali, certo. Ed è forte come tre di loro o anche di più. Ricordi, Tanis, quando sollevava da terra quel gagliardo Faccia-di-Porco William, quando abbiamo messo su quello spettacolo a... dov’era... Flotsam?»
«E quella volta che ha ammazzato due draconici picchiando insieme le loro zucche?» Tanis rise, sentendo d’un tratto sollevarsi l’oscurità del mondo nello spartire quei tempi con il suo amico. «E ti ricordi di quella volta quando ci siamo trovati nel regno dei nani e Caramon è sgusciato alle spalle di Flint e...» sporgendosi in avanti, Tanis bisbigliò qualcosa all’orecchio di Riverwind. Il volto dell’uomo delle pianure s’imporporò per le risate. Lui raccontò un’altra storia e i due uomini continuarono, rievocando esempi della forza di Caramon, la sua abilità con la spada, il suo coraggio e il suo senso dell’onore.