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Ignorando la minaccia, Dalamar esibì un amaro sorriso. «Il mio Shalafi,» ripetè lentamente, poi sospirò. Un brivido squassò il suo esile corpo, strinse le vesti strappate nella mano e chinò la testa.

«Mi trovo colto nel mezzo, come diceva lui,» bisbigliò l’elfo scuro. «Non so più chi servo, sempre che io serva qualcuno.» Sollevò gli occhi scuri, e la loro espressione ossessiva fece addolorare il cuore di Tas. «Ma io so questo: se qualcuno di voi arrivasse e cercasse di entrare nella Torre mentre lui è non presente, io vi ucciderei. Questa è la fedeltà che gli devo. Eppure, ho tanta paura di lui... almeno quanta ne avete voi. Vi aiuterò, se potrò farlo.» Le mani di Par-Salian si rilassarono, anche se il Grande Mago continuò a fissare Dalamar con severità. «Non riesco a capire perché mai Raistlin ti abbia raccontato i suoi piani... Deve certamente sapere che noi agiremo per impedirgli di avere successo con le sue terrificanti ambizioni.»

«Perché, come nel mio caso, vi ha posti nella posizione che voleva,» gridò Dalamar. D’un tratto barcollò, il suo volto era pallido per il dolore la fatica. Par-Salian fece un gesto, e una sedia si materializzò dalle tenebre. L’elfo scuro crollò su di essa. «Dovete assecondare i suoi piani. dovete mandare quest’uomo indietro nel tempo,» indicò Caramon, «insieme alla donna. È il solo modo che gli può consentire di aver successo...»

«Ed è il solo modo che può permetterci di fermarlo,» replicò Par-Salian a bassa voce. «Ma perché Dama Crysania? Quale interesse lui può -avere in qualcosa di così buono, di così puro...»

«... di così potente,» concluse Dalamar con un cupo sorriso. «Da quanto è riuscito a capire dagli scritti di Fistandantilus che ancora rimangono, avrà bisogno di un chierico che lo accompagni ad affrontare la temuta Regina. È soltanto un chierico del Bene ha abbastanza potere per sfidare la Regina e aprire la Porta Scura. Oh, Dama Crysania non è stata la prima scelta dello Shalafi. Raistlin aveva il vago progetto di utilizzare il morente Elistan, ma non vi parlerò di questo. Invece è stata Dama Crysania a cadere nelle sue mani, alla lettera, si potrebbe dire. È buona, forte nella sua fede, potente...»

«È attratta dal male come la falena dalla fiamma,» mormorò Par-Salian, fissando Crysania con profonda pietà.

Guardando a sua volta Caramon, Tas si chiese se l’omone stesse assimilando anche soltanto la metà di quello che sentiva. Aveva un’espressione vaga, istupidita, come se non fosse affatto certo di dove si trovasse, o se non sapesse bene chi lui fosse. Tas scosse la testa dubbioso. Mandare lui indietro nel tempo? si chiese il kender.

«Raistlin ha altre ragioni per volere sia questa donna sia suo fratello insieme a lui, indietro nel tempo, di questo puoi essere sicuro,» dichiarò il mago vestito di rosso a Par-Salian. «Non ha affatto rivelato il suo gioco. Ci ha detto, tramite il nostro agente, quel tanto che è bastato a lasciarci confusi. Io propongo di contrastare i suoi piani!»

Par-Salian non rispose. Ma sollevando la testa fissò Caramon per lunghi momenti, e nel suo sguardo c’era una tristezza che trafisse il cuore di Tas. Poi, scuotendo la testa, abbassò lo sguardo, fissando l’orlo delle sue vesti. Bupu piagnucolò e Tas l’accarezzò con gesto distratto. Perché mai quella strana occhiata rivolta a Caramon? si chiese il kender con inquietudine. Non era possibile che intendessero mandarlo ad una morte certa. Eppure, non era proprio questo che avrebbero fatto, se l’avessero mandato indietro nel tempo, nelle condizioni in cui si trovava adesso, malato, depresso, confuso? Tas spostò il proprio peso da un piede all’altro, poi fu colto da uno sbadiglio. Ma nessuno gli prestò attenzione. Tutti quei discorsi erano noiosi, e lui aveva anche fame. Se avevano intenzione di mandare Caramon indietro nel tempo, Tas desiderava ardentemente che lo facessero subito.

D’un tratto sentì una parte della sua mente (quella che aveva continuato ad ascoltare Par-Salian) dare uno strattone all’altra parte. Tas si affrettò all’istante a rimettere insieme entrambe le parti, per ascoltare ciò che veniva detto.

Dalamar aveva ripreso a parlare: «Dama Crysania ha passato una notte nel suo studio. Non so cosa sia stato discusso, ma quando se n’è andata, alla mattina, l’ho vista scossa e turbata. Le ultime parole che lui le ha rivolto sono state: “Non ti è venuto in mente che Paladine non ti abbia mandato per fermarmi, ma per aiutarmi?”»

«E quale risposta lei gli ha dato?»

«Non gli ha risposto,» disse Dalamar. «Ha riattraversato la Torre e poi il Bosco come qualcuno che non può vedere né sentire.»

«Quello che non capisco è il motivo per il quale Dama Crysania si è messa in viaggio per cercare il nostro aiuto e farsi mandare indietro nel tempo. Deve aver saputo per certo che avremmo rifiutato una simile richiesta!» dichiarò il mago vestito di rosso.

«A questo posso rispondere io!» esclamò Tasslehoff, parlando prima di pensare.

Adesso Par-Salian gli prestava attenzione, e anche tutti gli altri maghi del semicerchio gli stavano prestando attenzione. Tutte le teste, nessuna esclusa, si voltarono nella sua direzione. Tas aveva parlato agli spiriti della Foresta Scura, aveva parlato al Consiglio della Pietra Bianca ma, per un attimo, rimase intimorito da questo pubblico silenzioso e solenne. Specialmente dopo che gli era venuto in mente quello che aveva da dire.

«Per favore, Tasslehoff Burrfoot,» gli disse Par-Salian, con grande cortesia, «dicci quello che sai.»

Il Grande Mago sorrise. «Poi, forse, potremo concludere questo incontro e tu potrai cenare.»

Tas arrossì, chiedendosi se Par-Salian potesse - forse - vedere dentro il suo’ cranio e leggere i pensieri stampati sul suo cervello allo stesso modo in cui lui leggeva le parole scritte su un pezzo di pergamena.

«Oh, sì, cenare sarebbe splendido. Ma adesso, uhm, a proposito di Dama Crysania...» Tas fece una pausa per raccogliere i propri pensieri, poi si lanciò nella sua storia. «Be’, intendiamoci, non ne sono affatto sicuro. Io so soltanto quel poco che sono riuscito a raccogliere qua e là. Per cominciare dall’inizio, incontrai Dama Crysania quand’ero a Palanthas per visitare il mio amico, Tanis Mezzelfo. Lo conoscete? E Conoscete Laurana, il Generale Dorato? Ho combattuto con loro, nella Guerra delle Lance. Ho contribuito a salvare Laurana dalla Regina delle Tenebre.» Il kender parlò con orgoglio. «Avete mai sentito la storia? Mi trovavo nel Tempio di Neraka...»

Le sopracciglia di Par-Salian accennarono a sollevarsi, e Tas balbettò:

«Uh, sì, b... bene, ve lo racconterò più tardi. Comunque, incontrai Dama Crysania nella casa di Tanis e ascoltai i loro progetti per viaggiare fino a Solace per far visita a Caramon. È capitato che io... già... in un Certo senso trovassi una lettera che Dama Crysania aveva scritto a Elistan. Credo che le fosse caduta dalla tasca.»

Il kender fece una pausa per riprender fiato. Le labbra di Par-Salian si contrassero, ma si astenne dal sorridere.

«La lessi,» continuò Tas, godendosi adesso l’attenzione del suo pubblico per il fatto d’essere così importante. «Dopotutto poteva essere stata lei a buttarla via. Nella lettera si diceva... uhm... sono più che mai fermamente convinta, dopo il colloquio con Tanis, che c’è del bene in Raistlin, e che sarebbe possibile distoglierlo dal sentiero del male.” E aggiungeva: “Devo convincere i maghi di questo... Vidi perciò che la lettera era molto importante, così gliela portai. Dama Crysania me ne fu molto grata,» concluse Tas, in tono solenne. «Non si era resa conto di averla persa.»

Par-Salian si portò le mani alle labbra per impedirsi di sogghignare.

«Dissi che avrei potuto raccontarle un sacco di storie su Raistlin, se avesse voluto ascoltarle. Rispose che le sarebbe piaciuto moltissimo, così le narrai tutte le storie che mi riuscì di ricordare. La interessò in modo particolare quella che le raccontai su Bupu...

«“Se soltanto potessi trovare quella nana dei burroni!” mi disse una sera. “Sono certa che potrei convincere Par-Salian che c’è speranza, che può essere recuperato!”»