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«Allora lascia che lo faccia lei stessa,» suggerì Justarius, scrollando le spalle.

Par-Salian corrugò la fronte poi, sempre accigliato, spinse il prisma di cristallo sulla scrivania verso di lei. Glielo indicò. «Quel bastone all’angolo apparteneva a Fistandantilus, lo stregone più grande e più potente Che sia mai vissuto. Lancia un incantesimo di veggenza, Ladonna, e guarda il bastone.»

Ladonna toccò il prisma esitando, il suo sguardo carico di sospetto andò ancora una volta da Par-Salian a Justarius, per poi tornare a fissarsi Su Par-Salian.

«Fallo!» le ingiunse seccamente Par-Salian. «Non l’ho manipolato.» Le sue sopracciglia scure si corrugarono. «Tu sai che non posso mentirti, Ladonna.»

«Anche se puoi mentire ad altri,» disse Justarius con voce sommessa.

Par-Salian lanciò un’occhiata rabbiosa al mago vestito di rosso, ma non replicò.

Con decisione improvvisa, Ladonna prese il cristallo. Tenendolo nella mano, lo sollevò all’altezza degli occhi, salmodiando parole che suonavano aspre e taglienti. Un arcobaleno di luce s’irradiò dal prisma al bastone in apparenza di legno comune appoggiato contro la parete in un angolo buio dello studio. L’arcobaleno si espanse mentre sgorgava dal cristallo, per avvolgere completamente il bastone. Poi ondeggiò e si coagulò, formando una vivida immagine del proprietario del bastone.

Ladonna fissò l’immagine per un lungo istante, poi abbassò lentamente il prisma dal proprio occhio. Nel momento in cui ritrasse la propria attenzione da esso, l’immagine scomparve, l’arcobaleno di luce si spense. Il suo volto era pallido.

«Allora, Ladonna?» chiese Par-Salian con calma, un attimo dopo. «Procediamo?»

«Fammi vedere l’incantesimo del Viaggio nel Tempo,» lei disse con voce tesa.

Par-Salian fece un gesto d’impazienza. «Sai che non è possibile, Ladonna! Soltanto ai Maestri della Torre è permesso conoscere questo incantesimo...»

«Rientra nei miei diritti quanto meno assistervi,» replicò Ladonna con freddezza. «Nascondi i componenti e le parole alla mia vista, se vuoi. Ma esigo di vedere i risultati che ci si aspettano.» La sua espressione s’indurì. «Perdonami se non mi fido di te, vecchio amico, come un tempo avrei potuto. Ma le tue vesti sembrano diventare grigie come i tuoi capelli.» Justarius sorrise, come se la cosa lo divertisse.

Par-Salian rimase seduto per qualche istante, irresoluto. «Domani mattina, amico,» mormorò Justarius.

Con un gesto di rabbia Par-Salian si alzò in piedi. Allungò la mano sotto le vesti ed estrasse una chiave d’argento che portava al collo, appesa a una catena d’argento, una chiave che soltanto il Maestro della Torre della Grande Stregoneria poteva usare. Un tempo ce n’erano state cinque, adesso ne rimanevano soltanto due. Mentre Par-Salian si sfilava la chiave dal collo e la infilava in una cassapanca di legno decorata con incisioni che si trovava accanto alla scrivania, tutti e tre i maghi presenti in quella stanza si stavano chiedendo in silenzio se Raistlin, magari in quello stesso momento, non stesse facendo l’identica cosa con la chiave che lui possedeva, forse tirando fuori perfino lo stesso libro d’incantesimi rilegato in argento. Forse stava perfino sfogliando, lentamente e con reverenza, quelle stesse pagine, posando il suo sguardo sugli incantesimi conosciuti soltanto dai Maestri delle Torri.

Par-Salian aprì il libro, borbottando dapprima le parole prescritte che soltanto i Maestri conoscevano. Se non l’avesse fatto, il libro sarebbe svanito da sotto la sua mano. Arrivato alla pagina giusta, sollevò il prisma dal punto in cui Ladonna l’aveva lasciato, poi lo tenne sospeso sopra la pagina, ripetendo le stesse parole aspre e taglienti usate da Ladonna.

L’arcobaleno di luce scese a fiotti dal prisma, illuminando la pagina. A un ordine di Par-Salian, la luce del prisma s’irradiò verso l’esterno per colpire una parete nuda davanti a loro.

«Guarda,» disse Par-Salian. La collera traspariva ancora dalla sua voce. «Là, sulla parete, leggi la descrizione dell’incantesimo.»

Ladonna e Justarius si voltarono verso la parete dove lessero le parole a mano a mano che il prisma le presentava. Né Ladonna, né Justarius, però, furono in grado di leggere i componenti necessari o la formula specifica dell’incantesimo: gli uni e l’altra apparivano inintelligibili, o per l’intervento mirato di Par-Salian, o per un condizionamento imposto dallo stesso incantesimo. Ma la descrizione generica dell’incantesimo era chiara:

L’abilità di viaggiare indietro nel tempo è disponibile agli elfi, agli umani e agli orchi, poiché queste furono le razze create dagli dei all’inizio del tempo, e perciò esse viaggiano dentro il suo flusso. L’incantesimo non può venir usato dai nani, gnomi o kender, dal momento che la creazione di queste razze è stata un incidente, imprevisto dagli dei. (Con riferimento alla Pietra Grigia di Gargath, vedi Appendice G.). L’introduzione d’una qualunque di queste razze in un precedente arco di tempo potrebbe avere serie ripercussioni sul presente, anche se s’ignora quali possano essere. (Un appunto con la scrittura tremolante di Par-Salian aveva aggiunto in inchiostro la parola draconici tra le razze interdette.)

Ci sono però pericoli dei quali il lanciatore d’incantesimi dev’essere del tutto consapevole prima di procedere. Se il lanciatore d’incantesimi muore mentre si trova indietro nel tempo, questo non avrà nessuna influenza sul futuro, poiché sarà come se il lanciatore fosse morto in questo giorno nel presente. La morte di lui, o di lei, non avrà nessun effetto né sul passato, né sul presente, né sul futuro, salvo per l’effetto che avrebbe avuto normalmente su questi. Perciò non sprechiamo energia per un qualsivoglia tipo d’incantesimo protettivo. Il lanciatore d’incantesimi non sarà in grado di cambiare o influenzare in alcun modo ciò che è accaduto in precedenza. Questa è una precauzione ovvia. Perciò, in realtà, questo incantesimo è utile soltanto a scopo di studio. È questo lo scopo per il quale è stato concepito.

Un altro appunto, questa volta con una calligrafia molto più vecchia delle aggiunte ai margini fatte da Par-Salian:

“Non è possibile prevenire il Cataclisma: così abbiamo imparato a grande prezzo e con nostro grande dolore. Che la sua anima possa riposare con Paladine.”

«Così, è questo che gli è capitato,» disse Justarius con un sommesso fischio di sorpresa. «Questo era un segreto ben custodito.»

«Sono stati sciocchi anche soltanto a tentarlo,» dichiarò Par-Salian, «ma erano disperati.»

«Come lo siamo noi,» aggiunse Ladonna con amarezza. «Be’, c’è altro?»

«Sì, la pagina successiva,» rispose Par-Salian.

Se il lanciatore d’incantesimi non va di persona ma manda qualcun altro (si chiede caldamente di osservare le precauzioni razziali di cui alla pagina precedente), lei o lui dovrebbero equipaggiare colui che compie il viaggio con un congegno che possa essere attivato a volontà così da poter riportare il viaggiatore al proprio tempo. La descrizione di simili congegni e del modo di fabbricarli si trova dopo...

«E così sia,» disse Par-Salian. L’arcobaleno di luce scomparve inghiottito dalla mano del mago quando Par-Salian avvolse le dita intorno ad esso. «Il resto è dedicato ai particolari tecnici per fabbricare un simile congegno. Io ne ho uno antico. Lo darò a Caramon.»

Inconsciamente, pronunciò con enfasi questo nome, ma gli altri, lì nella stanza, lo notarono.

Ladonna ebbe un sorriso sarcastico, passandosi le mani sulle vesti nere. Justarius scosse la testa. Lo stesso Par-Salian, rendendosi conto delle implicazioni, sprofondò nel suo scranno. Il suo volto era segnato dal dolore.

«Così sarà soltanto Caramon a usarlo,» disse Justarius. «Capisco perché mandiamo Crysania, Par-Salian. Deve andare indietro nel tempo per non tornare mai più. Ma Caramon?»

«Caramon è la mia redenzione,» dichiarò Par-Salian senza sollevare lo sguardo. Il vecchio mago fissò le proprie mani che giacevano tremanti sul libro degli incantesimi aperto. «Intraprenderà un viaggio per salvare un’anima, come gli ho detto. Ma non sarà quella di suo fratello.» Par-Salian sollevò infine lo sguardo. I suoi occhi erano pieni di dolore. Il suo sguardo andò prima a Justarius, poi a Ladonna. Entrambi incontrando quello sguardo mostrarono piena comprensione.