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Allora era venuto l’attacco di amnesia, e Jadawin, aveva perduto tutti i suoi ricordi… era diventato, in effetti, un neonato, una tabula rasa. I Wolff lo avevano adottato, ed era iniziata la sua educazione terrestre.

Wolff non conosceva il motivo dell’amnesia. Poteva essere stata causata da un colpo alla testa, durante la lotta con Vannax. O avrebbe potuto derivare dal terrore di trovarsi isolato e abbandonato su un pianeta straniero. I Signori dipendevano tanto dalla loro scienza ereditaria che, togliendola loro, essi diventavano meno che esseri umani.

Oppure, questa perdita di memoria poteva essere stata provocata dalla lunga lotta contro la sua coscienza. Per anni, prima di essere gettato volente o nolente in un altro mondo, era stato insoddisfatto di sé, disgustalo del suo comportamento e intristito dalla sua solitudine e dalla sua insicurezza. Nessun essere era più potente di un Signore, però nessun essere poteva essere più solo e più conscio dei fatto che ogni minuto poteva essere l’ultimo per lui. Altri Signori complottavano contro di lui; doveva stare in guardia continuamente.

Qualunque fosse stato il motivo, lui era diventato Wolff. Ma, come aveva detto Kickaha, c’era un’affinità tra lui e il corno e i punti di risonanza. Non era stato per caso che lui si era trovato nel ripostiglio di quella casa nell’Arizona, quando Kickaha aveva lanciato il corno. Kickaha aveva avuto il sospetto che Wolff fosse un Signore privato della sua memoria.

Wolff ora sapeva perché aveva appreso le lingue di quel pianeta con tanta facilità e straordinaria prontezza. Le stava ricordando. E aveva avuto un’attrazione così rapida e possente per Chryseis, perché lei era stata la sua favorita, tra tutte le donne del suo regno. Aveva perfino pensato di portarla nel palazzo e di farne la sua Signora.

Lei non lo aveva riconosciuto, incontrandolo sotto le spoglie di Wolff, perché non aveva mai visto il suo volto. Quel trucchetto della luce sul volto aveva celato i suoi lineamenti. In quanto alla voce, aveva usato uno strumento per ampliarla e trasformarla, per incutere timore ai suoi adoratori. Né la sua grande forza era naturale, perché si era servito dei procedimenti biologici studiati nei suoi laboratori per ottenere un’energia da semidio.

Avrebbe cercato di riparare per quanto possibile all’arroganza e ai delitti di Jadawin, un essere che ora costituiva soltanto una parte trascurabile di lui. Nei biocilindri avrebbe creato dei nuovi corpi umani, e vi avrebbe messo i cervelli di Podarge e delle sue suddite, delle scimmie di Kickaha, di Ipsewas, e di tutti coloro che lo avessero desiderato. Avrebbe permesso al popolo di Atlantide di ricostruire, e non sarebbe stato un tiranno. Non avrebbe interferito negli affari interni dei piani di quel mondo, se non fosse stato assolutamente indispensabile.

Kickaha lo chiamò davanti allo schermo. Arwoor era riuscito a trovare un cavallo, in quella landa di desolazione, e stava galoppando furiosamente.

«La fortuna del diavolo!» disse Kickaha, e grugnì.

«Credo che il diavolo sia dietro di lui» disse Wolff. Arwoor si era voltato, e aveva sollevato lo sguardo, e ora stava frustando a sangue il cavallo.

«Sta per farcela! disse Kickaha. C’è un Tempio del Signore a meno di un chilometro!»

Wolff guardò la grande struttura di pietra bianca, in cima a un’alta collina. All’interno del tempio si trovava la stanza segreta che lui aveva usato quando era stato Jadawin.

Scosse il capo e disse:

«No!»

Podarge apparve nel campo visivo. Stava scendendo a grande velocità: le grandi ali battevano, e il volto si tendeva avanti, bianco sullo sfondo del cielo verde. Dietro di lei venivano le sue aquile.

Arwoor cavalcò sulla collina, finché poté farlo. Poi le zampe della giumenta cedettero, e l’animale cadde. Arwoor cominciò a correre. Podarge si tuffò su di lui. Arwoor corse a zig-zag, come uno scoiattolo che cerca di sfuggire al falco. L’arpia lo segui nelle sue evoluzioni, indovinò uno dei suoi movimenti, e piombò su di lui. Gli artigli lo colpirono alla schiena. Sollevò le mani in aria, e la sua bocca divenne una O attraverso la quale usciva un urlo che gli osservatori davanti allo schermo non potevano sentire.

Arwoor cadde con Podarge su di lui. Le altre aquile scesero e si radunarono a guardare.

FINE