— Ma io non voglio scoprire come lanciarle! Immagino però che alla HiTek la cosa interessi, e per questo continuano a finanziare il mio progetto; ma se il meccanismo è complesso come sembra, non riusciranno mai a isolare la variabile critica e a quel punto probabilmente smetteranno di finanziarmi. — Guardai le note sulle maratone di ballo. — Io voglio solo capire cosa genera le mode.
— Perché? — domandò Shirl, incuriosita.
— Perché voglio capire. Come mai la gente si comporta come si comporta? Come mai all’improvviso tutti decidono di giocare lo stesso gioco e di portare gli stessi vestiti e di credere nella stessa cosa? Nel 1920 fumare era di moda. Ora è di moda essere contro il fumo. Perché? Si tratta di comportamento istintivo o di influenze sociali? O di qualcosa nell’aria? I processi contro le streghe di Salem erano causati da paura e avidità, ma paura e avidità ci sono ancora oggi e noi non continuiamo a bruciare streghe. Perciò deve esserci in ballo dell’altro. — Esitai. — Solo, non capisco che cosa. Ed è poco probabile che arrivi a capirlo in tempi brevi. Non vedo prospettive. Lei per caso non sa cosa ha fatto venire di moda il taglio alla maschietta?
— La ricerca procede lentamente?
— Lentamente non è la parola giusta. — Agitai le copie sulle maratone di ballo. — Mi sento come se fossi impegnata in una maratona di ballo! Per la maggior parte del tempo non si balla affatto, ci si limita a mettere un piede davanti all’altro, cercando di reggersi e di stare svegli. E di ricordare in primo luogo perché ci si è iscritti.
— Il mio professore di fisica diceva che la scienza è l’un per cento ispirazione e il novantanove per cento sudore.
— E il cinquanta per cento compilazione di moduli di finanziamento non semplificati. — Presi una delle copie extra. — Meglio che ne porti una a Gina.
— L’ho già portata alla dottoressa Damati — disse Shirl. — Oh, devo tornare da lei. Le ho promesso che avrei incartato i regali per Brittany.
— È proprio sicura di non poter convincere Flip?
Quando Shirl fu uscita, cominciai a lavorare sulla pagina 29, che però era incomprensibile come quando era mancante, e di nuovo mi sentii vagamente irrequieta. Presi una copia extra e andai giù a Biologia, al laboratorio di Bennett.
Alicia era lì, davanti al computer con Bennett. Bennett alzò subito gli occhi e mi sorrise.
— Salve — disse. — Entri, entri.
— No, non occorre. Non volevo interrompere. — Sorrisi ad Alicia, che non ricambiò. — Le avevo portato una copia completa del modulo per il finanziamento. — Gliela diedi. — In quelle distribuite da Flip mancavano alcune pagine.
— Incompetente — disse lui. — Incorreggibile. Inabile.
Alicia mi guardava storto.
— Invadente — dissi. — Come me, nei vostri riguardi. Le parlerò più tardi. — Mi diressi alla porta.
— No, aspetti. Interessa anche lei. La dottoressa Turnbull mi parlava del suo progetto. — Guardò Alicia. — Dica alla dottoressa Foster cosa sta facendo.
— Ho raccolto i dati su tutti i precedenti vincitori del Niebnitz Grant: disciplina scientifica, area di progetto, background educativo…
Questo spiegava il terzo grado al quale mi aveva sottoposta il giorno prima. Alicia aveva cercato di determinare se mi adattavo al profilo, ma da come mi guardava, pensai di non essere nemmeno fra i piazzati.
— …età, sesso, gruppo etnico, affiliazione politica. — Tra le varie schermate riconobbi un grafico come quello al quale poco prima lavorava Shirl. — Eseguo regressioni per determinare le caratteristiche importanti, poi le analizzo per ricostruire un profilo del tipico vincitore del Niebnitz e i criteri su cui si basano le scelte del Comitato per il Niebnitz Grant.
I criteri del comitato erano originalità di pensiero e creatività, pensai. Presumendo che esistesse davvero un comitato.
— Non ho ancora completato le regressioni, ma emergono già alcuni schemi. — Richiamò sullo schermo un foglio di calcolo elettronico. — La borsa di studio viene concessa ogni 1,9 anni, ma quelle più ravvicinate presentano un intervallo di 1,2 anni e ciò significa che la prossima non sarà assegnata fino a maggio, nel più favorevole dei casi.
Avrei voluto dire che non significava niente del genere, ma ormai lei era lanciata.
— La distribuzione delle borse di studio segue uno schema ciclico, con l’alternarsi di istituzioni accademiche, laboratori di ricerca e aziende commerciali; la prossima sarà un’azienda, cosa che ci dà un vantaggio e inoltre… — Passò a un altro spreadsheet — …c’è un pregiudizio verso scienziati a ovest del Mississippi, altro vantaggio per noi, e verso le scienze biologiche. Non ho ancora determinato le aree specifiche, ma per domani avrò anche questa parte del profilo.
Il tutto suonava sospettosamente come scienza di comodo. Guardai Bennett e cercai di capire che cosa ne pensasse, ma lui guardava assorto lo schermo, intento, come se si fosse dimenticato della nostra presenza.
Be’, era naturale che fosse interessato. Perché no? Se avesse vinto il Niebnitz, sarebbe potuto tornare al fiume Loue per lavorare sulla teoria del caos, dimenticando del tutto i moduli e Flip e le incertezze del finanziamento.
A parte il fatto che la scienza non funziona a questo modo. Non si possono assegnare i punti alle importanti scoperte scientifiche come se si trattasse di una corsa di cavalli.
Ma non sarebbe stata la prima volta che qualcuno si convinceva di una cosa non vera, se c’erano in ballo i quattrini. Prendiamo la moda del mercato azionario nei tardi anni Venti. O la mania dei tulipani olandesi nel 1600. Nel 1634 i prezzi dei tulipani più originali o più belli o più rari cominciarono a salire, e all’improvviso tutti — mercanti, principi, contadini, fratelli, sorelle, mariti, mogli — comprarono e vendettero come matti bulbi di tulipano. I prezzi salirono alla stelle, gli speculatori accumularono fortune da un giorno all’altro e la gente impegnò gli zoccoli e la diga per comprare un bulbo che poteva anche costare quanto il reddito di dieci anni. E poi, senza nessuna ragione, il mercato crollò e fu proprio come il 29 ottobre del 1929, a parte il fatto che gli azionisti olandesi non avevano grattacieli da cui buttarsi.
Per non parlare delle catene di sant’Antonio, degli schemi a piramide e del boom dei terreni in Florida.
— L’altro fattore da considerare è il nome della borsa di studio — proseguì intanto Alicia. — Niebnitz può riferirsi o a Ludwig Niebnitz, un oscuro botanico del Diciottesimo secolo, o a Karl Niebnitz von Drull, che visse in Baviera nel Quindicesimo secolo. Se si tratta di Ludwig, si spiegherebbe il pregiudizio verso la biologia. Von Drull era più famoso. Il suo campo fu l’alchimia.
— Devo andare — dissi alzandomi. — Se devo cambiare il mio progetto sulle mode in un altro per trasformare il piombo in oro, devo darmi da fare — e uscii.
Bennett mi seguì nel corridoio. — Grazie per il modulo.
— Dobbiamo fare fronte comune contro Flip. Ha conosciuto la sua nuova assistente?
— Sì, è fantastica. Chissà che diavolo le è preso, per accettare un lavoro come questo.
— NIEBNITZ può anche essere un acronimo — disse Alicia, sulla soglia. — Nel qual caso…
Me ne tornai nel mio laboratorio.
Vi trovai Flip che scriveva qualcosa sul mio computer. — Lei come mi descriverebbe? — domandò.
Guardai il laboratorio. Era immacolato. Shirl aveva ripulito i banchi e raccolto in cartelline tutti i miei ritagli, in ordine alfabetico.
Inevitabile, pensai. Incatenante.
— Inestricabile — dissi.
— Sembra buono — commentò Flip. — Con quante b si scrive?
DOTTOR SPOCK (1945 – 65)