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— E che ne dici della mia coscienza? — gridò Scobie. Poi, recuperato il controllo, s’inumidì le labbra e proseguì, rapido: — Inoltre, non sei da biasimare. Il sonno ti ha aggredita, e se io fossi stato in grado di pensare, mi sarei dovuto rendere conto che doveva succedere ed avrei dovuto chiamare comunque Mark. Il fatto che non lo abbia fatto neppure tu, dimostra quanto eri sfinita, e… tu hai Tom ed i bambini che ti aspettano. Prendi la mia cellula — fece una pausa, — e la mia benedizione.

— Dovrà Ricia abbandonare il suo sincero cavaliere?

— Aspettate, un momento, ascoltate! — chiamò Danzig. — Sentite, questo è terribile, ma… oh, all’inferno, scusatemi, ma vi devo ricordare che quelle fantasticherie servono soltanto ad ostacolare l’azione. Dalle descrizioni che mi avete fatto, non vedo come nessuno di voi due possa proseguire da solo, mentre insieme potete ancora farcela. Per lo meno, siete riposati… con i muscoli indolenziti, è indubbio, ma con la mente più chiara. La scalata davanti a voi potrebbe rivelarsi più facile di quanto sembri. Tentate!

Scobie e la Broberg si fissarono a vicenda per un minuto intero: un senso di disgelo percorse la donna e riscaldò anche lui, ed alla fine si abbracciarono con un sorriso.

— Sì, giusto — brontolò Scobie. — Ci muoviamo, ma prima mangiamo qualcosa: sono semplicemente affamato. E tu?

La donna annuì.

— Questo è lo spirito giusto! — li incoraggiò Danzig. — Uh, posso avanzare un altro suggerimento? Sono soltanto uno spettatore, il che rende la cosa davvero infernale ma mi conferisce una visuale d’insieme. Lasciate perdere quel vostro gioco.

Scobie e la Broberg s’irrigidirono.

— È lui il vero colpevole! — supplicò Danzig. — La sola stanchezza non avrebbe offuscato tanto la vostra capacità di giudizio: non mi avreste mai tagliato fuori e… Ma la stanchezza, lo shock ed il dolore hanno abbassato le vostre difese al punto che quel dannato gioco ha avuto la meglio su di voi. Non eravate voi stessi quando vi siete addormentati, eravate quei personaggi del vostro mondo di sogno, e loro non avevano ragione di non addormentarsi!

La Broberg scosse violentemente il capo.

— Mark — disse Scobie, — hai ragione quando dici di essere uno spettatore, il che significa che ci sono alcune cose che non capisci. Perché ti vuoi sottoporre alla tortura di ascoltare, ora dopo ora? Naturalmente ti richiameremo di tanto in tanto. Sta’ attento. — E Scobie interruppe il circuito.

— Si sbaglia — insistette la Broberg.

— Che si sbagli o meno, che differenza fa? — Scobie scrollò le spalle — Non ci addormenteremo di nuovo nel tempo che ci resta, ed il gioco non ci ha ostacolati mentre viaggiavamo, anzi, ci ha aiutati, facendo apparire la situazione meno spaventosa.

— Sì, spezziamo il digiuno e ripartiamo per il nostro pellegrinaggio.

La lotta si fece più dura.

— Probabilmente, la Strega Bianca ha gettato un incantesimo su questa strada — dice Ricia.

— Non ci arresterà — promette Kendrick.

— No, mai, fintanto che viaggiamo fianco a fianco, tu ed io, i più nobili fra gli umani.

Una valanga li sopraffece e li riportò indietro di una dozzina di metri. Si appoggiarono contro una balza, poi, dopo che la massa fu passata oltre, sollevarono i corpi ammaccati e zoppicarono in cerca di una via d’approccio diversa. Il luogo in cui si trovava il martello da geologo non era più accessibile.

— Cos’ha distrutto il ponte? — chiede Ricia.

— Un gigante — risponde Kendrick. — L’ho visto mentre cadevo nel fiume. Ha tentato di trapassarmi ed abbiamo combattuto nell’acqua bassa fino a che è fuggito, portando via la mia spada confitta nella coscia.

— Hai la lancia che Wayland ti ha forgiato — dice Ricia, — ed hai sempre il mio cuore.

Si arrestarono sull’ultima, piccola sporgenza che riuscirono a liberare, e che si dimostrò essere non uno scaffale bensì un pinnacolo di ghiaccio d’acqua. Tutt’intorno ad esso brillava la distesa nuovamente quieta di pulviscolo ghiacciato e più avanti c’era un pendio di una trentina di metri, poi il bordo della conca e le stelle.

Quella distanza avrebbe anche potuto essere di trenta anni luce, perché chiunque avesse tentato di superarla sarebbe sprofondato fino a chissà dove.

Non c’era senso a ridiscendere, strisciando, il lato spoglio del pinnacolo. La Broberg era rimasta aggrappata ad esso per più di un’ora mentre scavava appigli nel ghiaccio e Scobie non l’aveva potuta aiutare a causa delle sue condizioni. Se avessero tentato di tornare indietro, avrebbero potuto facilmente scivolare, cadere ed essere sopraffatti dal pulviscolo. Se non lo avessero fatto, non avrebbero mai avuto modo di trovare un’altra via, e per di più le loro cellule conservavano energia ancora per un paio d’ore, e continuare ad avanzare usando alternativamente la cellula di Garcilaso, sarebbe stata una fatica inutile.

Si sedettero entrambi, le gambe penzolanti sull’abisso, e si presero per mano.

— Non credo che gli orchetti possano sfondare le porte di ferro di questa torre — dice Kendrick, — ma ci assedieranno fino a farci morire di fame.

— Non hai mai abbandonato la speranza prima d’ora, mio cavaliere — replica Ricia, baciandogli la tempia. — Perché non cerchiamo in giro? Queste mura sono indicibilmente antiche, e chi può sapere quali residui di magia siano stati dimenticati in mezzo a loro? Un paio di mantelli di piume di fenice che ci portino ridendo attraverso il cielo fino alla nostra casa…?

— Temo di no, mia cara. — Kendrick tocca la lancia che brilla appoggiata al bastione. — Triste e grigio sarà il mondo senza di te, ma dobbiamo incontrare con coraggio il nostro destino.

— Felici, dal momento che siamo insieme. — Ricia esibisce il suo coraggioso sorriso. — Hai notato che una certa stanza contiene un letto? Lo vogliamo provare?

— Forse dovremmo piuttosto portare ordine nelle nostre menti e nelle nostre anime. — Kendrick si acciglia.

— Più tardi… sì… — lo tira per un gomito. — E poi… chi lo sa? Forse quando scuoteremo la coperta per liberarla dalla polvere scopriremo che si tratta di una cappa magica che ci permetterà di attraversare invisibili le file del nemico.

— Tu sogni.

— E se lo facessi? — La paura si agita dietro i suoi occhi, la voce le trema. — Posso sognare che siamo liberi, se tu mi aiuterai.

— No! — gracchiò Scobie, picchiando il pugno sul ghiaccio. — Morirò nel mondo reale.

Ricia indietreggia dinnanzi a lui: Kendrick vede il terrore invaderla.

— Tu, tu deliri, adorato — balbetta.

Scobie si girò e l’afferrò per le braccia.

— Non vuoi ricordare Tom ed i bambini?

— Chi…

— Non lo so. Ho dimenticato anch’io. — Kendrick si accascia.

Ricia si appoggia a lui sull’altura ventosa. Un falco gira in alto.

— È certo il residuo di un incantesimo malvagio. Oh, cuore mio, vita mia, allontanalo da te! Aiutami a trovare un mezzo per salvarci! — Eppure, la sua supplica è incerta, e da essa traspare il terrore.

Kendrick si raddrizza, ed appoggia la mano sulla lancia di Wayland, ed è come se da essa la forza fluisse in lui.

— Un incantesimo, in vero — dice, ed il suo tono acquista forza. — Non indugerò nella sua oscurità, né permetterò che esso acciechi o assordi anche te, mia signora. — Il suo sguardo cattura quello di lei, che non riesce a liberarsi. — C’è una sola strada per arrivare alla libertà, ed essa passa attraverso i cancelli della morte.