«Penso di poterti rispondere io» disse Harry. «Proprio nel periodo di cui state parlando Bobby era nel pieno delle trattative per la vendita della sua società. Molti avvocati locali di mia conoscenza erano al lavoro a questo scopo per conto di Battle, perciò ho sentito tutti gli aneddoti in merito alle trattative. L’acquirente era una grande multinazionale dalla reputazione immacolata. E Bobby stesso era il volto pubblico della sua società.»
«Di conseguenza la notizia di un figlio illegittimo non avrebbe di certo favorito le trattative» disse King.
«Precisamente. In effetti l’affare andò in porto e rese a Bobby più denaro di quello che forse avrebbe potuto spendere in più vite. Probabilmente è stato un bene.»
«Perché dici così?» domandò King.
«Battle era sempre stato un tipo eccentrico, ma da qualche anno aveva un comportamento sempre più bizzarro. Improvvisi e violenti sbalzi d’umore, attacchi di depressione seguiti da periodi di euforia. E la sua mente non era più la stessa. Quello che un tempo era stato uno dei più brillanti ingegneri e imprenditori nel suo campo, adesso dimenticava nomi e questioni importanti. In effetti l’ictus non mi sorprese più di tanto. Anzi, avevo il sospetto che in precedenza avesse subito numerosi altri piccoli colpi apoplettici. Ma ci stiamo allontanando parecchio dall’argomento del ricatto.» Harry si rivolse a King. «Scusa la divagazione.»
«No, ci servono tutte le informazioni che possiamo raccogliere. Il momento della vendita della società di Bobby mi porta a credere che sia stato solo Roger Canney il regista del piano ricattatorio. Forse la signora Canney sapeva chi era il padre di suo figlio, o almeno che c’era la possibilità che il padre fosse Bobby. Quando è morto, Steven Canney aveva diciassette anni. Se sua madre avesse voluto uscire allo scoperto e rivendicare ciò che le spettava, non avrebbe atteso tutti quegli anni. Non è che Bobby non fosse ricco anche diciassette anni fa.»
Harry seguì il filo del ragionamento di King. «Ma Roger Canney potrebbe aver saputo che Steve non era biologicamente suo figlio e aver aspettato che sua moglie morisse prima di ricattare Bobby. Forse attese perché sua moglie non lo avrebbe mai assecondato. E di sicuro doveva aver saputo della vendita della società. La notizia era stata resa pubblica.»
«O forse» intervenne Michelle «Roger Canney non voleva aspettare che sua moglie morisse di morte “naturale”, perciò ha simulato un incidente stradale e l’ha fatta finire in fondo a quella scarpata, lasciandolo libero così di attuare il suo piano ricattatorio.»
«Ma è stata l’automobile di Bobby a subire danni più o meno nei giorni corrispondenti alla data della sua morte» osservò King. «Perciò pare più probabile che sia stato Bobby a ucciderla.»
«Sto solo facendo notare che anche Roger Canney poteva aver avuto un movente per ucciderla» ribatté Michelle.
King le riservò un’occhiata carica d’ammirazione. «Ottima osservazione, Michelle. In effetti non lo avevo considerato.»
«Perciò a quali conclusioni ci porta tutto questo ragionamento?» volle sapere lei.
La campanella che annunciava la cena li interruppe.
«Ho detto a Calpurnia che una campanella per annunciare pranzo e cena è piuttosto antiquata, ma lei sostiene che il mio udito non è più quello di una volta, e una campanella è l’unico mezzo di cui dispone per attirare la mia attenzione senza dover ciabattare per tutta la casa al solo scopo di scovarmi. Ci accomodiamo?»
75
Sean aveva stappato entrambe le bottiglie di vino appena arrivato, in modo che potessero appropriatamente “respirare” prima di cena. A tavola servì egli stesso la prima bottiglia. «Questo è un La Croix de Peyrolie, appena fuori Lussac-St-Emilion.»
«Sono sicura che ha una storia molto particolare e chic» disse Michelle annusando il vino.
«È prodotto da una bella signora che molto opportunamente si chiama Carole Bouquet, la quale un tempo era una famosa modella ed è stata una “James Bond girl” in uno dei film del noto agente 007, Solo per i tuoi occhi, mi pare. L’altra bottiglia è un Ma Vérité de Gerard Depardieu, dell’Haut-Médoc.»
«Lascia che indovini: prodotto dall’attore omonimo» si arrischiò a dire Harry.
«Sì. Questi vini sono veramente eccezionali, e li stappo solo in occasioni particolari.»
«Harry e io ci sentiamo proprio onorati» disse Michelle, compiaciuta.
Brindarono e iniziarono a mangiare, serviti da Calpurnia. Era una donna sulla sessantina, alta oltre un metro e ottanta, di costituzione assai robusta e con una gran massa di capelli grigi raccolti a crocchia sulla nuca. Sembrava la tipica inserviente della mensa scolastica degli incubi di ogni bambino. Eppure il menu che servì era spettacolare.
Non appena Calpurnia li lasciò soli, Harry disse: «Dunque, Michelle stava chiedendo a quali conclusioni ci condurrebbero le tue ipotesi sulle origini di Steven Canney e il possibile legame tra Rhonda Tyler e Bobby Battle.»
«Compreso il fatto che due delle vittime potrebbero essere connesse a Bobby Battle. Non è logico pensare che anche altre lo siano?»
«Janice Pembroke?» propose Michelle.
«No. Suppongo sia semplicemente una persona che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato» rispose King.
«Diane Hinson? Era avvocato. Forse aveva lavorato in qualche trattativa d’affari per conto di Bobby.»
King scosse il capo. «Ne dubito. Era un avvocato di parte civile e si occupava principalmente di cause penali. Ho fatto un mucchio di indagini e non ho trovato nessuno che sapesse che i due avevano collaborato in qualche progetto, né di recente né in passato. Per il momento lasciamo da parte Diane Hinson e andiamo avanti. L’omicidio successivo è stato Junior Deaver. Ed era in evidente relazione con i Battle.»
«Giusto» disse Michelle. «Lavorava per loro ed è stato anche accusato di averli derubati.»
«Ma il furto con scasso è avvenuto dopo che Bobby aveva avuto l’ictus» osservò Harry.
«Non ho mai pensato che Bobby avesse ucciso qualcuno» disse King «a parte forse la signora Canney. Ma ora abbiamo tre persone con dei possibili collegamenti con Bobby Battle. Ciascuno di essi è stato ucciso usando il modus operandi di un famigerato serial killer, con un orologio allacciato al polso e una lettera dell’assassino arrivata successivamente.»
Michelle sembrava poco convinta. «Te lo concedo, Janice Pembroke potrebbe essere stata uccisa solo perché si trovava insieme a Steve Canney. Ma Diane Hinson è stata uccisa nel modo tipico di Night Stalker. Però hai detto che lei non aveva nessun nesso con i Battle.»
«Il suo orologio era regolato sulle quattro e un minuto» spiegò King. Poi si interruppe un attimo e aggiunse: «E poi ricorda che l’orologio al polso della Pembroke era regolato sulle due e un minuto. Gli altri indicavano con precisione l’ora spaccata».
«Perciò quello della Hinson e quello della Pembroke erano sfasati di un minuto» osservò Michelle pensierosa.
«Esattamente.» King la fissò perplesso. «Sfasati di un minuto? Questa espressione mi ricorda qualcosa, ma non riesco a ricordare cosa.»
«Sicché l’assassino ci sta dicendo intenzionalmente, attraverso gli orologi da polso, che alcune vittime sono — come dire — leggermente sfasate?»
«Penso che ci stia dicendo che la Tyler, Canney e Junior sono stati uccisi intenzionalmente perché connessi con Bobby. La Pembroke e la Hinson non sono state invece scelte specificamente come bersaglio perché non avevano nessuna relazione con lui.»
«D’accordo, anche ammesso che Janice Pembroke sia stata uccisa perché si trovava con Canney, per quale motivo sarebbe stata assassinata Diane Hinson?» domandò Michelle.
«Finora abbiamo sondato diverse piste nel tentativo di trovare un senso in tutto ciò, ma inutilmente. Per gli scopi del nostro killer l’omicidio della Pembroke in contemporanea con Canney è stato semplicemente la ciliegina sulla torta. Ha confuso ancor più le acque. Se Canney fosse stato solo, scommetto che avremmo avuto un altro omicidio come quello della Hinson per occultare il nesso con Bobby Battle. E questo spiega anche perché ha usato il termine “creatura” al singolare, anziché “creature” al plurale, nella lettera seguita all’omicidio dei due adolescenti. Soltanto uno dei ragazzi era il suo bersaglio: Steve Canney.»