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Sembrava un piano inattaccabile, per come me lo figuravo. Ma d’altra parte non ero un ladro, contrariamente a ciò che Raglan James riteneva. E, sapendo che lui lo era, esaminai tutti gli aspetti della trattativa più e più volte, in modo piuttosto ossessivo, così da evitare qualsiasi inganno.

E perché invece stavo ancora ingannando me stesso, ripetendomi che non sarei andato sino in fondo all’esperimento? Difatti volevo imbarcarmi in quell’impresa, poco ma sicuro.

Nel frattempo, il telefono nel mio appartamento continuava a suonare. David tentava disperatamente di raggiungermi, mentre io sedevo lì, nell’oscurità, immerso nelle mie riflessioni. Pur infastidito dallo squillo, rifiutavo di rispondere. Alla fine, staccai il filo.

Quello che avevo intenzione di fare era davvero spregevole. Non c’erano dubbi: quel furfante avrebbe usato il mio corpo per i crimini più biechi e crudeli. E io avrei permesso che ciò accadesse, soltanto per poter diventare umano? Era impossibile trovare una giustificazione, da qualunque punto di vista, per chiunque io conoscessi.

Ogni volta che pensavo all’eventualità che qualcuno degli altri potesse scoprire la verità, rabbrividivo e scacciavo il pensiero. Pregavo che fossero impegnati nelle loro inevitabili occupazioni, che fossero in giro per il grande mondo ostile.

Era meglio abbandonarmi con palpitante eccitazione a riflettere sull’intera proposta. Per Raglan James si trattava di una questione di denaro, era ovvio. Dieci milioni non significavano nulla per me. Nel corso dei secoli avevo accumulato un’enorme fortuna, incrementata attraverso improvvisati espedienti. Nemmeno io ne conoscevo l’esatto ammontare.

Tuttavia, sebbene avessi intuito che il mondo, per un essere mortale, era assai diverso dal mio, ancora non mi riusciva di comprendere perché il denaro fosse così importante per James. Da un lato c’erano magie poderose, estesi poteri soprannaturali, rivelazioni spirituali potenzialmente devastanti, imprese demoniache, e forse addirittura eroiche. Dall’altro solo il denaro. Eppure quel bastardo era interessato soltanto a quello. Il bastardo, a dispetto del suo comportamento insolente, non vedeva altro che il denaro. Forse, però, era il male minore: se avesse nutrito grandi ambizioni, sarebbe stato molto più pericoloso. Ma lui, di ambizioni, non ne aveva.

E io volevo quel corpo umano. Ecco che cosa c’era alla base di tutto.

Per il resto, col passare delle ore, mi sforzai di riflettere sulla questione con lucidità e freddezza.

Sarebbe stato davvero così meschino cedere il mio corpo, per esempio? Quel ladruncolo leccapiedi non riusciva nemmeno a usare il corpo di cui già disponeva. Era riuscito a calarsi nella parte del perfetto gentiluomo per mezz’ora, al tavolo del caffè, ma poi, non appena si era rialzato, era ricaduto nella sua goffaggine. Non sarebbe mai stato capace di servirsi della mia forza fisica, né avrebbe potuto controllare i miei poteri telecinetici, sebbene proclamasse di avere doti mediamene. Forse poteva anche ottenere qualche risultato con la telepatia, ma, se si fosse trattato d’ipnotizzare qualcuno o d’indurre la trance, dubitavo che lui sapesse da che parte cominciare. Non credevo inoltre che fosse in grado di muoversi molto velocemente: era impacciato, oltre che lento. Volare, per lui, sarebbe stato impossibile. In più, avrebbe potuto anche cacciarsi in qualche terribile guaio.

D’accordo, era una fortuna che lui fosse un essere intrigante, miserabile e meschino. Meglio così che trovarmi di fronte a un individuo possente e smanioso. Quanto a me, che cosa avevo intenzione di fare?

La casa a Georgetown, l’automobile… non significavano nulla! Gli avevo raccontato la verità: io volevo essere vivo! Era ovvio che avrei avuto bisogno di un po’ di denaro per bere e mangiare. Ma vedere la luce del giorno non costa nulla. In realtà, quell’esperienza non aveva bisogno del sostegno di comodità materiali o di lussi sfrenati. Io volevo l’esperienza fisica e spirituale di sentirmi di nuovo carne mortale. Mi vedevo così diverso dal miserabile Ladro di Corpi.

Eppure un dubbio rimaneva. Che cosa sarebbe successo se i dieci milioni non fossero stati sufficienti per indurre quell’uomo a restituirmi il mio corpo? Forse avrei dovuto raddoppiare la somma. Per una persona così limitata, una fortuna di venti milioni avrebbe potuto rappresentare un’irresistibile attrattiva. In passato, inoltre, avevo sempre trovato efficace raddoppiare le somme che la gente chiedeva in cambio dei propri servigi, accattivandomi così una devozione cui loro, prima, non avrebbero mai nemmeno immaginato di riservarmi.

Chiamai di nuovo New York e raddoppiai la somma. Il mio agente, com’era abbastanza naturale, pensò che fossi ammattito. Facemmo ricorso alle nostre nuove parole in codice per confermare la transazione. Quindi riagganciai.

Era giunta l’ora di andare a Georgetown. Oppure di parlare con David. A lui avevo fatto una promessa. Mi sedetti, tranquillo, in attesa che il telefono squillasse. Quando lo fece, alzai II ricevitore.

«Grazie a Dio sei lì.»

«Che succede?» chiesi.

«Ho identificato subito Raglan James, e tu hai perfettamente ragione. Quell’uomo non si trova dentro il proprio corpo! L’individuo con cui hai a che fare ha sessantasette anni. È nato in India, è cresciuto a Londra ed è stato in prigione cinque volte. È un ladro e un truffatore ben noto alle polizie di tutta Europa. Inoltre è un potente sensitivo e un esperto di magia nera, uno dei più scaltri che abbiamo mai conosciuto.»

«Così mi ha detto lui. È riuscito a penetrare nell’ordine.»

«Sì, è vero. È stato uno dei peggiori errori che abbiamo mai fatto. Lestat, quell’uomo potrebbe sedurre la Madonna e rubare un orologio dal taschino di Cristo. E, ciò nonostante, è stato causa della propria rovina, una rovina che si è consumata nel giro di pochi mesi. Ecco il punto cruciale. Per favore, ascoltami. Questa sorta di stregone, o di mago, attira sempre il male su di sé! Con le sue doti, avrebbe potuto ingannarci per sempre, e invece si è servito della sua abilità per rapinare gli altri membri e rubare innumerevoli oggetti dalle segrete della Casa Madre!»

«Mi ha detto anche questo. E riguardo alla questione dello scambio di corpi? Ci possono essere dubbi in proposito?»

«Descrivimi quell’uomo come l’hai visto.»

Lo feci, sottolineandone l’altezza e la robustezza della costituzione fisica, oltre alla capigliatura folta e lucente, alla pelle di seta straordinariamente levigata, alla straordinaria bellezza…

«Ho davanti a me una sua fotografia.»

«E allora?»

«È stato confinato per un breve periodo in un manicomio criminale di Londra. La madre era un’anglo-indiana, il che può spiegare l’eccezionale bellezza dell’incarnato che stai descrivendo e che anch’io posso vedere dalla foto. Il padre era un tassista londinese, morto in carcere. Il nostro individuo ha lavorato a Londra, in un’officina, specializzandosi nelle auto di lusso. Come attività secondaria si dedicava al traffico di droga, il che gli consentiva di possedere lui stesso quelle macchine. Poi, una notte, ha massacrato la famiglia: la moglie, i due bambini, la madre e il cognato. Poi si è consegnato alla polizia. Nel sangue gli trovarono uno spaventoso mix di allucinogeni, oltre a notevoli quantità di alcol. Il tipo di droga era il medesimo che lui spesso vendeva ai giovani del vicinato.»