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«David, tu hai fatto indagini su di lui prima che diventasse un membro dell’ordine, no? Che razza di uomo è? Voglio dire, come ha fatto a diventare una specie di stregone?»

«Quell’individuo ci ha raggirato con menzogne elaboratissime e una valanga di documenti falsi. A lui piacciono gli inganni perpetrati in questo modo. Ed è pure un genio dei computer. Le indagini vere e proprie, in realtà, le abbiamo svolte dopo che se n’era andato.»

«Davvero? Racconta. Com’è cominciato tutto?»

«La famiglia si era arricchita grazie al commercio, ma, prima della guerra, aveva perso tutto. La madre era una famosa medium, a quanto pare piuttosto valida, e chiedeva un compenso per i suoi servigi. A Londra tutti la conoscevano. Ricordo di aver sentito parlare di lei molto prima d’interessarmi a quel genere di cose. In più di un’occasione il Talamasca riconobbe la sua autenticità, ma lei rifiutò di diventare un soggetto di studio. Era una creatura fragile e amava molto il figlio…»

«Raglan», completai.

«Sì. Morì di cancro. La figlia divenne una cucitrice e ancora oggi lavora per un negozio di abiti da sposa di Londra, un’attività davvero deliziosa. La morte del fratello l’addolorò parecchio, ma non poté impedirsi di provare anche un certo sollievo. Ho parlato con lei proprio stamattina: mi ha detto che la morte della madre aveva colpito profondamente il fratello, anche perché quel doloroso avvenimento era accaduto quando lui era ancora abbastanza giovane.»

«È comprensibile», commentai.

«Per quasi tutta la vita, il padre ha lavorato nella compagnia di navigazione Cunard, e, negli ultimi tempi, aveva l’incarico di steward di prima classe sulla Queen Elizabeth 2. Molto orgoglioso del proprio stato di servizio, non molti anni or sono ha dovuto subire l’onta di un grande scandalo. Grazie al credito di cui godeva, aveva fatto assumere James, il quale aveva subito derubato di quattrocento sterline uno dei passeggeri. Il padre lo aveva disconosciuto e, prima di morire, era stato riabilitato dalla Cunard. Non ha più parlato con il figlio.»

«Ah, la fotografia sulla nave», dissi.

«Cosa?»

«E quando voi lo avete cacciato, lui ha preteso d’imbarcarsi proprio su quel bastimento per tornare in America… in prima classe, è ovvio.»

«Te lo ha detto lui? È possibile. In realtà io non mi sono mai occupato dei dettagli in prima persona.»

«Non è importante, va’ avanti. Com’è approdato al mondo dell’occulto?»

«Ha studiato, anche a Oxford per alcuni anni, sebbene sia stato talvolta costretto a vivere in miseria. Il suo interesse per le scienze medianiche risale al periodo precedente alla morte della madre. Fino agli anni ’50, però, non ha ottenuto riconoscimenti: a quell’epoca, trasferitesi a Parigi, ha tuttavia rapidamente acquisito un enorme seguito. E ha cominciato così a imbrogliare i suoi clienti nei modi più ovvi e brutali che si possano immaginare, finendo in prigione. Più o meno la stessa cosa è accaduta qualche tempo dopo, a Oslo, quando, dopo una serie di lavori occasionali e talvolta assai umili, ha fondato una specie di chiesa spiritista. Poi ha estorto a una vedova i risparmi di una vita intera, e, scoperto, è stato espulso dal Paese. È andato dunque a Vienna, dove ha lavorato come cameriere in un grande albergo… ma poi, nel giro di qualche settimana, si è trasformato in un consulente medianico per ricchi. Eppure anche lì, dopo breve tempo, ha commesso un’azione sconsiderata, riuscendo a stento a sfuggire all’arresto. A Milano, ha sottratto una montagna di denaro a un personaggio dell’aristocrazia: è stato scoperto e costretto a lasciare la città in piena notte. La tappa successiva è stata Berlino: pure qui è stato messo in prigione, ma è uscito sulla parola. Poi è tornato a Londra, e lì è stato di nuovo portato in galera.»

«Alti e bassi», mormorai, ricordando le sue parole.

«È sempre lo stesso schema: parte da un impiego umile, raggiunge una condizione di benessere — caratterizzata da un lusso sfrenato e da montagne di soldi spesi in abiti eleganti, auto, viaggi in aereo —, e poi tutto gli crolla addosso a causa dei suoi piccoli crimini, degli inganni e dei tradimenti perpetrati. Non riesce a rompere questo circolo vizioso che lo trascina sempre verso il basso.»

«Così sembra.»

«Lestat, c’è qualcosa di davvero stupido in questa creatura. Parla otto lingue, è in grado di violare qualsiasi sistema informatico, può impossessarsi dei corpi di altre persone abbastanza a lungo da saccheggiarne le casseforti, cosa che tra l’altro rappresenta per lui un’ossessione e con cui intrattiene un rapporto quasi erotico. E, nonostante tutto ciò, gioca stupidi scherzi alla gente e finisce con le manette ai polsi! Gli oggetti che ha preso dalle nostre segrete erano praticamente impossibili da piazzare: e infatti li ha svenduti al mercato nero. C’è qualcosa in lui che lo rende un vero, incorreggibile idiota.»

Ridacchiai. «I furti sono simbolici, David. Questa creatura è animata da un impulso compulsivo e ossessivo. Tutto, per lui, è un gioco. Ecco perché non riesce a tenersi stretto quello che ruba. Ciò che conta di più è il processo…»

«Ma, Lestat, è un gioco distruttivo che non conosce fine.»

«Capisco, David. Grazie per le tue informazioni. Ci sentiamo presto.»

«Aspetta solo un minuto, non puoi riattaccare, non lo posso permettere, non ti rendi conto…»

«Mi rendo perfettamente conto, David.»

«Lestat, nel mondo dell’occulto diciamo spesso: i simili si attraggono. Tu sai che cosa significa?»

«Che cosa ne so io dell’occulto, David? È il tuo territorio, non il mio.»

«Non è questo il momento per fare del sarcasmo.»

«Mi spiace. Che cosa significa?»

«Quando uno stregone fa un uso interessato e meschino dei propri poteri, la magia ricade sempre su di lui.»

«È un discorso superstizioso.»

«È un principio antico quanto la magia stessa.»

«Lui non è uno stregone, David, bensì una creatura in possesso di definibili e misurabili poteri psichici. Riesce a impadronirsi di altre persone, e, in un caso a noi noto, ha realizzato uno scambio vero e proprio.»

«È la stessa cosa! Usa quei poteri per nuocere agli altri e il male si ritorce contro di lui.»

«David, io sono la prova vivente che questo concetto è falso. Adesso mi spiegherai che cos’è il karma e io finirò per addormentarmi.»

«James è la quintessenza dello stregone malvagio! Ha già eluso la morte una volta alle spese di un altro essere umano: dev’essere fermato.»

«Perché non hai tentato di fermare me, David, quando ne hai avuto la possibilità? A Villa Talbot ero alla tua mercé: avresti potuto trovare un modo.»

«Non respingermi con le tue accuse!»

«Ti amo, David. Mi metterò presto in contatto con te.» Stavo per riattaccare il telefono quando mi venne in mente una cosa. «David… c’è qualcos’altro che mi piacerebbe sapere.»

«Sì, cosa?» chiese molto sollevato per il fatto che non avessi interrotto la comunicazione.

«Nelle vostre segrete, ci sono alcune nostre reliquie, alcuni oggetti che ci sono appartenuti.»

«Sì», replicò, a disagio. Sembrava che quello fosse per lui un motivo d’imbarazzo.

«Hai mai visto un medaglione con l’immagine di Claudia?»

«Credo di sì», rispose. «Dopo la prima volta che sei venuto da me, ho verificato l’inventario di quegli oggetti. Penso che ci fosse un medaglione. Ne sono quasi certo, in realtà. Avrei dovuto dirtelo prima, vero?»