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— Te ne stai lì a sentirlo senza reagire, Nicobar? — disse Tchaka.

— No — rispose Lane alzandosi. — Adesso sono a tua disposizione per una delle tue stanze riservate.

— Aaah! — esclamò Tchaka, e batté le mani in direzione di cinque ragazze che si avviarono subito verso una porta dietro al banco.

Il Marinaio tornò zoppicando al suo tavolo, curvo, ma con la testa eretta, gli occhi fissi davanti a sé.

— Marinaio! — lo richiamò Lane.

Il vecchio si voltò.

— Sai dov’è il mio hangar?

— Lo troverò.

— Ti aspetto là fra due giorni con la tua roba.

— Allora hai cambiato idea? — gli chiese il Marinaio con la voce tremula per l’emozione.

— No. Ma se sei deciso a morire nello spazio, questo potrà succedere anche a bordo della mia Deathmaker.

— Grazie, Lane.

— Benvenuto a bordo, Marinaio — gli rispose Lane, poi seguì Tchaka nella stanza sul retro.

4

Lane rimase piuttosto sorpreso nel constatare che il vecchio non era il peso morto che s’era aspettato.

Il Marinaio sapeva cavarsela a bordo, ed era dotato di un’ottima memoria nei confronti di mille e mille pianeti e degli esseri che li abitavano. Sapeva inoltre scuoiare una carcassa con l’abilità dei Dabih, e questo gli permise di limitare la ciurma a se stesso e al vecchio.

Anche il Mufti, che di solito sopportava solo Lane aveva preso il vecchio in simpatia. Questi passava buona parte del tempo a rievocare le sue passate glorie e avventure con un linguaggio quanto mai colorito, e quando aveva finito di parlare, il più delle volte il Mufti gli si era addormentato in grembo, e ronfava mentre il Marinaio gli grattava la schiena.

Fecero due spedizioni di circa tre mesi ciascuna, poi Lane accettò di procurare a un cliente due dozzine di Demoni Cornuti, enormi onnivori dotati di fenomenali corna ramificate che vìvevano su Ansard IV, un pianeta distante mezzo parsec dal sistema Pinnipes.

— Adesso forse lo vedremo — disse il Marinaio quando la Deathmaker salpò per Ansard.

— Marinaio — gli rispose Lane — anche un uomo dotato della mia pazienza finisce con lo stancarsi di sentir parlare tutti i giorni per sei mesi dello Spazzastelle. Inoltre è passato più di un anno da quando mi trovavo nel sistema Pinnipes, e non sono ancora sicuro che quel che ho visto non fosse una nave aliena.

— Sciocchezze! — protestò il Marinaio. — Sappiamo benissimo tutt’e due cos’abbiamo visto. Hai paura di ammettere che dovrai dargli la caccia?

— No, ma la galassia è grande. La probabilità che rivediamo quella cosa è minima.

— Non credi che Dio non abbia creato due creature come quella? Tu hai visto lo Spazzastelle, d’accordo e non riesco a capire perché sia cosi restio ad ammetterlo.

— Forse non voglio che finisca per interessarmi troppo — rispose Lane. — Mi par già di vedermi a riuscire a raggiungerlo. E poi, non ci guadagnerei un soldo.

— Be’, forse c’è un modo per allettarti. Io darei la vita per poterlo vedere.

— Non tentare di indurmi a cercar di soddisfare prematuramente il tuo ultimo desiderio.

— Dì quel che vuoi, Lane, ma anche scocciarti continuando a parlare dello Spazzastelle è sempre meglio che vederti morire di noia.

— Senti un po’, Marinaio, sai se c’è qualcun altro che lo chiama Spazzastelle?

— Non so… forse no. Ha un sacco di nomi: Bestia dei Sogni, Spazzastelle, Mortifero, e dozzine di altri. Ma cosa significano i nomi? Importa quello che è. Lo sai tu e lo so io. E lo chiamo Spazzastelle tanto per dargli un’identità.

— Perché Mortifero? — Chiese Lane. — Non ha mai ammazzato nessuno.

— No, almeno che io sappia. Ma se l’ha fatto, nessuno è mai tornato indietro a raccontarlo.

— E perché Bestia dei Sogni? È il nome che ho sentito più spesso.

— Sì — ammise il Marinaio — è il più comune, ma questo non significa che sia il migliore. Suona bene, ha un che di mistico. Ma è stupido, perché non vedo cosa c’entrino i sogni.

— Però mi interesserebbe lo stesso sapere da cosa è derivato.

Il vecchio scrollò le spalle. — È un nome stupido. Spazzastelle va molto meglio.

— Se lo dici tu, Marinaio. Be’, hai voglia di pranzare?

— Di far colazione — lo corresse il vecchio. — No, non ancora, devo lavorare.

— Cosa devi fare?

— Non hai ancora segnato i pascoli della Bestia — disse il Marinaio. — Dovresti farlo, così sapremo dove cercare.

— Prima di tutto ci vogliono due mesi buoni per arrivare ad Ansard — obiettò Lane, — e in secondo luogo stiamo andando a caccia di Demoni Cornuti, non di Spazzastelle.

— Se potessi mostrarti dove… — cominciò il vecchio.

— No — tagliò corto con fermezza Lane. — Adesso tu vieni in cambusa a mangiare.

— Più tardi — insisté il vecchio mettendosi a trafficare con una tal velocità con il sistema cartografico che si intravvedevano appena le sue dita premere pulsanti, tasti e leve. Lane scrollò la testa e andò in cambusa a prepararsi da mangiare.

Quando tornò, mezz’ora dopo, il vecchio aveva già elaborato una nuova mappa che copriva dodici parsec della galassia, e che comprendeva i sistemi Pinnipes, Terrazane, Canphor e un paio di dozzine di altri sistemi in cui correva voce che fosse stato avvistato negli ultimi cent’anni lo Spazzastelle.

— Vedi la nube? — disse il Marinaio premendo un paio di interruttori per attivare una splendente nube tridimensionale di polvere e detriti. — Comincia a un parsec da Terrazane, accerchia la zona di Canphor, e risale fino a Pinnipes.

— Mi pare che tu generalizzi troppo — protestò Lane osservando la mappa. — Diavolo, la nube non si avvicina per niente a Canphor. E guarda qui, sorpassa Alpahrd eppure lo Spazzastelle non è mai stato visto da quelle parti.

— Come facciamo a sapere quali sono le sue abitudini? — obiettò il Marinaio. — Tutto quel che so è che è sempre stato avvistato a meno di un parsec dalla nube.

— Anche se avessi ragione, e bada che l’ammetto solo per amor di discorso, resta il fatto che la nube è enorme. Si potrebbe passare tutta la vita senza riuscire a ispezionarne un terzo. E non dimenticare che quando viaggiamo alla velocità della luce o pressappoco, i nostri sensori sono altrettanto inutili degli occhi. Non c’è modo di compiere una ricerca a fondo, neanche volendolo.

— Non occorre volerlo — continuò a insistere il Marinaio, — basta seguire la rotta. Lo Spazzastelle si è sempre mosso da destra a sinistra. E Pinnipes non è poi tanto lontana dall’estremità della nube, per cui è probabile che si trovi fra Pinnipes e…

— Cosa ti fa pensare che non abbia cambiato posto? È in giro da tantissimo tempo, forse da quando l’uomo non esisteva ancora. Secondo me ormai conoscerà le dimensioni del suo pascolo. Perché dovrebbe tenersene sempre ai bordi?

— No — disse il vecchio scrollando la testa. — È un essere abitudinario, Lane. Non ha nemici naturali e può andare dove vuole. Nell’universo ci sono diversi schemi, una regolarità che può esistere solo quando il Caso opera su vasta scala. Lo Spazzastelle si nutre ai margini della nuvola, e torna sempre lì.

— Se esiste e se si nutre di polvere cosmica.