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— Gli piacciono solamente gli insetti vivi — precisò Lane guardandosi intorno. — Ci accampiamo qui?

— Direi di no. È meglio che arriviamo al cratere prima che questi maledetti insetti si accorgano che siamo buoni da mangiare e si accampino addosso a noi — ribatté il Marinaio accelerando il passo.

Proseguirono in silenzio per un’altra mezz’ora, poi, all’improvviso sentirono un grido strano, basso, stridulo che veniva da nordovest, seguito da un rumore di rami spezzati.

— È un Diavolo Cornuto? — chiese Lane impugnando l’implosore che improvvisamente gli pareva indispensabile.

— Troppo forte e prolungato perché possa trattarsi di un altro animale.

— Stammi vicino, Marinaio. Non credo che fra poco ci sia una radura, così dovremo correre alla cieca.

— Non preoccuparti, non ci attaccheranno di sorpresa — lo tranquillizzò il Marinaio. — Sta sicuro che se vengono dalla nostra parte avremo modo di sentirli. Sono bestie grandi con corna enormi e fanno un gran fracasso per passare attraverso il folto.

— Quanto a questo hai ragione. Si sono già fatti sentire — disse Lane, — e non credo che vogliano attaccarci di soppiatto. Però, se tu sapessi dirmi dove Una di quelle maledette bestie ci salterà addosso solo perché abbiamo sentito spezzare dei rami a venti metri di distanza, ti sarei molto grato. E poi magari nei paraggi ce n’è più d’uno. Se dobbiamo dar retta alle informazioni che hai riversato nel computer, è raro trovare un Diavolo Cornuto solitario.

— Be’, non resterà solo a lungo se continui a parlare.

— Si accorgerà che siamo qui anche se stiamo zitti — disse Lane scrutando i cespugli che li attorniavano. — Facciamo un sacco di rumore camminando, e io non ho la minima intenzione di fermarmi a passare la notte in questa trappola. Ci accamperemo sull’orlo del cratere. Qui l’aria è troppo pesante e mi sentirò molto meglio se non sarò costretto a svegliarmi ogni due minuti per cacciar via gli insetti.

Continuarono a camminare, anche se con maggior cautela, e tre ore dopo arrivarono senza incidenti alla base del vulcano. Mangiarono e poi si sdraiarono a dormire sotto un albero, con le armi a portata di mano.

Lane si svegliò al sorgere del sole, e la prima cosa che vide fu un enorme animale cornuto che lo stava guardando incuriosito a una trentina di metri di distanza.

Aveva un mantello rossiccio, ricciuto, quattro zampe e la taglia di un piccolo bisonte, ed era dotato di un paio di corna che mettevano in ridicolo al confronto quelle del leggendario e più grande kudu delle colline africane. Aveva l’aspetto innocuo, come qualsiasi altro erbivoro, finché Lane non ne scorse i piedi: erano piatti, voltati all’infuori e dovevano essere muniti di artigli retrattili. Quel particolare suggeriva l’idea che l’animale non fosse erbivoro ma carnivoro.

Lane ne esaminò la testa per qualche istante, ma con l’attenzione dell’esperto. Gli occhi non erano spaziati, il che stava a indicare come la sua visione periferica non fosse buona. Anche questo suggeriva l’idea del carnivoro. Pure, il corpo era troppo grande perché l’animale fosse solo carnivoro su quel mondo dove scarseggiava la selvaggina per nutrirlo. Anche la forma delle mandibole concorreva a convalidare questa supposizione: non erano abbastanza lunghe per contenere i numerosi denti di un puro erbivoro, né così solide per essere adatte a un carnivoro. Le orecchie erano grandi, il che era perfettamente consono a un mondo dove le fitte foreste limitavano tanto la visibilità. In quel momento erano puntate in avanti, verso Lane.

Il Diavolo Cornuto lo fissava senza malvagità né paura, il che era naturale in una bestia priva di nemici naturali e che non aveva mai visto un uomo prima di allora. Lane si rizzò lentamente a sedere e prese lo stridente. Con cautela, evitando di fare movimenti improvvisi, lo puntò contro l’animale e premette il grilletto.

Il risultato fu sorprendente. Il Diavolo Cornuto fece un gran balzo all’indietro e atterrò con un tonfo. Poi scrollò la testa, rimase stordito per un attimo e infine emise quello stesso urlo stridulo che Lane aveva sentito il giorno prima. I suoi occhi tornarono a fissarsi su di lui e partì alla carica con uno scatto fulmineo, quale Lane mai si sarebbe aspettato in una bestia tanto grossa. Allora lasciò cadere lo stridente e afferrò l’implosore, lasciando partire subito un colpo.

Il bestione emise un grugnito di sorpresa e si spappolò, colpito in pieno.

— Non scherzavo dicendo che è difficile ammazzarli — disse il Marinaio, seduto con la schiena appoggiata al tronco.

— Eri sveglio? — chiese stupito Lane.

— Sì, volevo vedere con che specie di cacciatore mi sono impelagato, così sono stato fermo e zitto a guardare.

— Mi hai già seguito in due spedizioni di caccia — disse Lane. — Cosa avresti avuto intenzione di fare se quel bestione mi avesse caricato mentre dormivo?

— Gli avrei sparato col mio stridente, e tu ti saresti comunque svegliato prima che potesse fare danni. A proposito, perché l’hai ammazzato con l’implosore? Potevi ripararti dietro l’albero e continuare a far funzionare lo stridente.

— Tanto questo non l’avremmo potuto caricare a bordo — spiegò Lane. — E se anche lo stridente l’avesse ucciso, avrei distrutto la carcassa con l’implosore.

— Bastardi coriacei, eh? — commentò il Marinaio guardando i resti dell’animale.

— Puoi ben dirlo. Ho visto animali sopravvivere allo stridente, in un primo momento, ma hanno sempre cercato di scappare. Questa è la prima volta che ne vedo uno caricare quando le onde sonore avrebbero dovuto sconvolgergli il cervello. Però non credo che fosse disorientato. È solo coriaceo e stupido. Pare comunque che non riuscirò a ucciderne uno in meno di un minuto con lo stridente, forse ci vorranno anche novanta secondi, e questo significa che devo colpirlo a una distanza di circa settantacinque metri. Più da vicino sarei costretto a sparargli con l’implosore, e a una distanza maggiore verrebbe a trovarsi fuori portata dello stridente.

— Begli aggeggi, gli stridenti — commentò il vecchio. — Se uno gli sta davanti fa saltare metà dei suoi circuiti cerebrali, ma chi spara non sente neanche un ronzio.

— Non credo che il Diavolo Cornuto abbia sentito niente, ha solo percepito le onde sonore. — Lane si alzò, raccolse la sua roba, e dopo aver dato un’ultima occhiata ai resti dell’animale, disse al Marinaio: — Sarà meglio muoversi. Il prossimo Diavolo Cornuto che ammazzo voglio poterlo portar via.

In meno di cinque ore raggiunsero il fondo del cratere, e nelle successive otto o nove ebbe luogo la caccia.

Lane scoprì il primo Diavolo Cornuto in un folto di alberi da frutto, a un centinaio di metri dalla parete del cratere. Gli ci volle un’ora per isolarlo dai suoi quattro compagni, ma infine ci riuscì e lo colpì con lo stridente a circa ottanta metri di distanza. L’animale reagì con violenza ancora maggiore di quello che aveva ucciso sull’orlo del cratere. Non appena si fu ripreso vide Lane e gli si avventò contro, crollando quando ormai era solo a pochi metri da lui.

Lane si occupò subito degli altri quattro. Due erano fuggiti andandosi a rintanare nella vicina foresta al di là del boschetto, uno lo guardava e l’ultimo si stava avvicinando. Lane rimase per un attimo indeciso se eliminare il più vicino con l’implosore e colpire l’altro con lo stridente ma infine decise che poteva ucciderli tutt’e due lasciandone intatti i corpi.

Si liberò del primo senza difficoltà, mentre l’altro continuava a fissarlo immobile.

— È come sparare a un pesce in barile, per usare un vecchio modo di dire — disse Lane al Marinaio, che gli stava alle spalle. — Nessuno ha mai dato loro la caccia prima, e perciò non hanno ancora imparato ad avere paura.

Si avviò verso l’animale, e stava per puntargli contro lo stridente, quando il Diavolo partì alla carica senza preavviso. Lane rimase sorpreso, ma non si scompose. Prese con cura la mira e gli sparò da trenta metri. Il Diavolo cadde in ginocchio, per subito rialzarsi. Lane continuava a premere il grilletto dello stridente, ma l’animale avanzava barcollando, tanto che lui, per evitarlo, si spostò di lato. Ma all’ultimo momento il bestione vide il Marinaio e, abbassate le corna, lo caricò. Lane lasciò cadere lo stridente e lo uccise con l’implosore.