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«Alberta, un altro coperto» ordinò Nora, sorridendo a Pat. «Dio mio, quante chiacchiere al mattino! Ellery, si accomodi. Dal momento che la luna di miele è terminata, mio marito non si alza più per i miei familiari.»

Jim spalancò gli occhi.

«Non crederci, cognatina!» esclamò, sorridendo. «Lo sai che sei cresciuta? Fatti vedere; mamma mia, che bella ragazza! Smith, la invidio. Se fossi uno scapolo…» Ellery vide una nube oscurare il viso di Nora.

Pat continuò a chiacchierare. Non era una buona attrice, e non riusciva a guardare Jim negli occhi. Però si sforzava di mettere in pratica le istruzioni, nonostante i suoi dispiaceri personali…

Ma Nora era superba. Si, Pat aveva ragione. Nora aveva deciso di non pensare alle lettere e alle loro orribili implicazioni.

«Vado io a prepararti le uova, cara» fece in quel momento Nora, rivolta a Pat. «Alberta le prepara meravigliosamente, ma non può sapere che a te piacciono bollite per quattro minuti esatti. Scusatemi.»

Nora lasciò la stanza da pranzo e raggiunse la cameriera in cucina.

«Quella Nora! È una vera donna di casa» commentò Jim con un sorriso.

In quel momento squillò il campanello. «Il postino; scusate un attimo.»

Il giovane si alzò e si diresse alla porta. Lo udirono parlare col vecchio Bailey; poi la porta si richiuse, e i suoi passi risonarono strascicati come se stesse sfogliando la corrispondenza mentre ritornava. Finalmente apparve nel loro campo visivo. Era pallidissimo in viso, e fissava attonito una delle molte buste che il postino gli aveva appena consegnato. Dopo un attimo d’esitazione, girò su se stesso e corse su per le scale. Poco dopo si udì una porta sbattere. Pat alzò gli occhi.

«Su, avanti, mangi!» comandò Ellery, avviandosi in punta di piedi verso la tromba delle scale. Dopo un istante ritornò in sala da pranzo. «È in studio, credo. L’ho sentito chiudere la porta a chiave… No, non adesso! Ecco Nora.»

«Dov’è Jim?» domandò la sposina mentre serviva le uova alla sorella.

«Di sopra» fece Ellery, afferrando un crostino.

Jim riapparve in quel momento in cima alle scale; era sempre pallido, ma perfettamente padrone di sé. Portava il cappotto, e aveva in mano varie lettere chiuse.

«Jim, c’è qualcosa che non va?»

«Non ho mai visto una donna così sospettosa!» rise Jim. «Che cosa dovrebbe esserci accaduto? Mamma mia, devo andare!» esclamò poi baciando la moglie. «Eccoti la posta. La solita roba. Be’: arrivederci, Pat; arrivederci, Smith!»

Poco dopo, Ellery si allontanò con la scusa di fare una passeggiatina nei boschi. Mezz’ora dopo, Pat lo raggiunse. Si guardava continuamente attorno come se avesse paura d’essere seguita.

«Mamma mia!» esclamò. «Credevo che non sarei mai riuscita a liberarmi di Nora.»

Ellery aspirò una boccata di fumo pensosamente.

«Pat, dobbiamo leggere la lettera che Jim ha ricevuto.»

«Ellery… ma come finirà tutto questo?»

«Jim è tremendamente scosso. Non può essere una coincidenza. Non so ancora come, ma la lettera di stamattina è collegata col resto del problema. Non può indurre Nora a uscir di casa?»

«Stamattina va in città con Alberta a fare qualche spesa. Ecco il tassì della stazione!»

Il signor Queen spense con cura la sigaretta.

«Benissimo, andiamo» disse.

Pat balzò in piedi: le mani le tremavano.

«Ho vergogna di me stessa» si lagnò. «Ma come potremmo fare, altrimenti?»

«Temo che non troveremo niente» borbottò Ellery mentre entravano in casa di Nora. «Ma sarà meglio dare ugualmente un’occhiata.»

Nello studio di Jim, Pat si appoggiò alla porta con aria stanca. Ellery annusò l’aria e andò direttamente al caminetto. Sul focolare c’era un minuscolo mucchietto di cenere.

«L’ha bruciata!» esclamò Pat.

«Ma non abbastanza bene.»

«Ellery, ha trovato qualcosa!» Pat attraversò di corsa la stanza.

Ellery stava esaminando con grande attenzione un frammento di carta spiegazzata.

«È un pezzetto della busta?»

«Il lembo posteriore. L’indirizzo del mittente. Ma l’indirizzo è bruciato. Rimane solo il nome.»

Pat lesse:

«Rosemary Haight. È la sorella di Jim.» La ragazza allargò smisuratamente gli occhi. «Rosemary, la sorella di Jim! Ellery, quella delle tre lettere!»

«È possibile che…?» Ellery s’interruppe.

«Stava per domandare se è possibile che ci fosse una prima lettera? Una lettera che noi non abbiamo trovato perché era già stata spedita? E questo è quel che rimane della risposta della sorella.»

«Sì.» Ellery infilò il pezzetto di carta nel portafogli. «Ma, ripensandoci bene, non ne sono tanto sicuro. Perché la risposta della sorella dovrebbe preoccuparlo tanto, se le cose stessero così? No, Pat: dev’esserci qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.»

«Ma che cosa

«È appunto questo che dobbiamo scoprire» affermò il signor Queen. Si guardò intorno e prese la ragazza per un braccio. «Andiamocene di qui.»

Quella sera tutti erano seduti sotto il portico di casa Wright, osservando il vento che giocava con le foglie morte sul prato. John e suo genero discutevano con ardore la campagna elettorale per la presidenza.

«John, sai bene che non mi piacciono le discussioni politiche!» si lagnò Hermy. «Mamma mia, voi uomini vi scaldate tanto…»

Jim sogghignò.

«Benissimo, mammina; basta, non parliamone più.» Fece una breve pausa, poi soggiunse con aria noncurante: «Oh, a proposito, Nora: ho ricevuto una lettera da mia sorella Rosemary stamattina.»

«Davvero?» Nora era allegrissima. «Ma che bellezza. Che cosa dice, caro?»

Pat si accostò ad Ellery, al buio, e si sedette ai suoi piedi. Il giovane le appoggiò una mano sul collo: era umido di sudore.

«Le solite cose» proseguì Jim. «Dice che avrebbe piacere di conoscerti… di conoscere tutti i tuoi… e via di seguito.»

«E come no?» fece Hermy. «Anche noi siamo ansiosi di conoscere tua sorella, Jim. Ha intenzione di venirci a trovare?»

«Ecco… avevo pensato di chiederglielo, ma…»

«Oh, Jim!» esclamò Nora. «Ti ho chiesto mille volte d’invitare tua sorella a Wrightsville! Se mi dai l’indirizzo le scriverò questa sera stessa.»

«Non disturbarti, cara; scriverò io.»

Quando rimasero soli, circa un’ora dopo, Pat disse ad Ellery:

«Nora aveva paura.»

«Già. È un problema. Naturalmente si trattava della lettera che Jim ha ricevuto stamattina.»

«Ellery, Jim ci nasconde qualcosa.»

«Non c’è dubbio.»

«Se sua sorella Rosemary gli ha scritto che voleva venire qui in visita, o gli ha detto qualcosa di altrettanto normale… perché Jim ha bruciato la sua lettera

Il signor Queen rimase in silenzio per lungo tempo. Finalmente borbottò:

«Vada pure a dormire, Patty. Ho bisogno di pensare.»

L’otto novembre, quattro giorni dopo che Franklin Delano Roosevelt era stato eletto presidente degli Stati Uniti per la terza volta, la sorella di Jim Haight giunse a Wrightsville.

II

Jim si comporta male

“La signorina Rosemary Haight” scriveva la cronista mondana del giornale locale “era elegantemente abbigliata in un completo da viaggio di camoscio, di colore neutro. Portava una ricca cappa di volpi azzurre, accompagnata da un cappellino verde bordato di volpi, con accessori verdi…”