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Il signor Pettigrew sospirò, ed Ellery si chiese perché mai quell’argomento lo deprimesse.

«Mi sembra di capire che alla signorina Nora Wright fosse più simpatico che agli altri» mormorò Ellery.

«Proprio così» borbottò J. G. «Ne era innamorata pazza. Nora era sempre stata una ragazza quieta, prima che Jim comparisse all’orizzonte. Porta gli occhiali, e forse per questo credeva di mancare di attrattive. Infatti, mentre le sorelle, Lola e Patricia, si davano alla pazza gioia con gli amici, lei se ne stava quasi sempre a casa a cucire e ad aiutare la mamma nelle opere di beneficenza. Ebbene, signor Smith: l’arrivo di Jim cambiò ogni cosa. Jim non era tipo da formalizzarsi per un paio d’occhiali. Nora è una bella ragazza…» J. G. si accigliò. «Forse sto chiacchierando troppo. Comunque, tanto per venire al sodo, quando Jim e Nora si fidanzarono, tutti, in città, se ne rallegrarono… specialmente dopo ciò che era accaduto a Lola, la figlia maggiore di John.»

«E cioè?» si affrettò a domandare Ellery.

La macchina svoltò in un’ampia strada campestre. Erano ormai fuori città, ed Ellery ammirava beato la vegetazione rigogliosa.

«Ehm…» balbettò Pettigrew «Lola era scappata di casa con un attore di una compagnia viaggiante. Dopo un po’ riapparve a Wright. Era divorziata.» J. G. strinse le labbra assumendo un’espressione cocciuta; il signor Queen capì che non gli avrebbe detto niente di più sulla signorina Lola Wright. «In ogni modo» riprese J. G. «John ed Hermione Wright decisero di dare a Jim e a Nora una casetta ammobiliata, come regalo di nozze. La fecero costruire apposta accanto alla loro villa. Capirà: Hermione voleva aver vicino Nora, dato che… aveva perso già una delle figlie…»

«Lola» mormorò il signor Queen. «Ma non mi ha detto che ha divorziato? Non è tornata ad abitare col padre e la madre?»

«No» rispose secco J. G. «Dicevo, dunque, che John costruì per Jim e per Nora una casetta deliziosa di sei stanze. Hermione stava arredandola e ammobiliandola quando, improvvisamente, è accaduto quel che è accaduto.»

«E cioè?» domandò Queen.

«A dire il vero, signor Smith, non lo sa nessuno esattamente. Nessuno, ad eccezione di Nora Wright e di Jim Haight. Comunque, il giorno prima del matrimonio, quando tutto sembrava andare liscio come l’olio, Jim Haight ha fatto fagotto e ha lasciato la città. Sissignore, proprio così. È scappato. Questo accadeva tre anni or sono, e nessuno l’ha più rivisto.»

Ora percorrevano una strada tortuosa in salita. Ellery vide varie ville circondate da prati di smeraldo, da olmi, da cipressi e da salici piangenti più alti degli edifici. Il signor Pettigrew fissava la strada con aria truce. Soggiunse:

«La mattina seguente, John Wright trovò una lettera di dimissioni sulla propria scrivania alla banca, ma non una parola sul motivo per cui Jim se l’era svignata. Nora non aprì bocca. Si chiuse nella propria camera e non volle uscirne nemmeno alle preghiere del padre, della madre, della sorella Patricia e della vecchia Ludie, la fedele domestica, che praticamente ha allevato le tre ragazze Wright. Mia figlia Carmel ha saputo tutta la storia da Patricia Wright che è sua intima amica. Quel giorno anche Patricia pianse molto. Credo che piangesse tutta la famiglia.»

«E la casa destinata agli sposini?» mormorò Queen.

J. G. fermò la macchina sul ciglio della strada e spense il motore.

«Il matrimonio andò a monte. Noi tutti credevamo che Jim ricomparisse… che si trattasse di un bisticcio da innamorati, ma Jim non si è più fatto vedere. Quei due devono essersi lasciati per gravi motivi!» Il proprietario dell’agenzia immobiliare scosse il capo. «Quanto alla casa, nessuno ci è mai andato ad abitare. È stato un colpo terribile per Hermione. Ha tentato persino di far circolare la voce che Nora aveva liquidato Jim, ma la gente chiacchiera, e dopo un po’…»

Pettigrew parve esitare.

«Diceva?» mormorò Ellery.

«Ehm… dopo un po’, qualcuno si è messo in mente che Nora fosse impazzita e che la villa fosse maledetta.»

«Maledetta?»

Il signor Pettigrew ebbe un sorriso melenso.

«La gente ha certe strane idee! Che c’entra la casa, con la rottura del fidanzamento tra Jim e Nora? Quanto a Nora, non è vero che sia pazza. Ma via! Però, per quanto riguarda la casa, la storia non è finita. Quando John F. si convinse che Jim non sarebbe ritornato, decise di vendere la villa che aveva costruito per la figlia. Si fece avanti un compratore, un certo Hunter, parente di Elice Martin, che è un giudice di Wrightsville. Io trattavo l’affare.» J. G. abbassò la voce. «Signor Smith, sulla mia parola d’onore, non le racconto una storiella. Avevo accompagnato il signor Hunter per un’ultima ispezione ai locali, prima della firma del contratto, e stavamo dando un’occhiata alla stanza di soggiorno. Il signor Hunter mi disse: “Non mi piace quel divano messo nell’angolo”; poi fa una faccia spaventata, si porta una mano al cuore e stramazza al suolo. Era morto! Be’, non sono riuscito a dormire per una settimana!» Si asciugò la fronte. «Il dottor Willoughby disse che si trattava di una paralisi cardiaca, ma non gli credette nessuno. In città cominciarono a dire che la casa era maledetta, e per giunta un cronista del Record, dando il resoconto della morte di Hunter, definì la villetta come la “Casa del Malaugurio”. Frank Lloyd, il direttore del giornale, lo licenziò subito. Frank è molto amico dei Wright.»

«Che sciocchezze!» commentò il signor Queen.

«In ogni modo, nessuno si è mai più presentato per comperare la casa» borbottò Pettigrew. «John la offrì in affitto, ma non si trovarono inquilini. La gente diceva che portava disgrazia. Le interessa ancora quella casa, signor Smith?»

«Sicuro!» rispose il signor Queen in tono giulivo, e J. G. rimise in marcia l’automobile.

«Mi sembra poco fortunata quella famiglia» soggiunse Ellery. «Una figlia che scappa. Un’altra abbandonata alla vigilia delle nozze. E la figlia minore ha qualche guaio anche lei?»

«Patricia?» fece J. G. con un largo sorriso. «Dopo la mia Carmel, è la puledrina più in gamba di tutta la città. Fila il perfetto amore con Carter Bradford che è il nostro nuovo Procuratore Distrettuale… Eccoci arrivati!»

Il mediatore svoltò con la macchina nel viale di una casa circondata da un meraviglioso parco. Era la casa più grande e più maestosa che Ellery avesse veduto su quella collina. A brevissima distanza c’era una villetta bianca con tutte le persiane chiuse.

Mentre s’incamminava con Pettigrew verso il porticato di casa Wright, il signor Queen continuò a fissare le persiane della villetta che intendeva prendere in affitto. Poi J. G. premette il campanello. La vecchia Ludie apparve con uno dei suoi famosi grembiuli apprettati e domandò ai due visitatori che cosa diavolo volevano.

III

«Un noto autore ospite di Wrightsville»

«Vado subito ad avvertire il signor John» brontolò Ludie, e si allontanò.

«Ludie ha già capito che siamo qui per prendere in affitto la casa del malaugurio» mormorò Pettigrew.

«Per questo mi ha guardato come se fossi un Gauleiter nazista?» domandò il signor Queen.

«Secondo Ludie, non sta bene che persone come John Wright affittino le loro case» spiegò il mediatore. «Alle volte non so chi sia più orgoglioso del nome della famiglia: se Ludie o Hermione.»