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Pat era così sconvolta che aveva rinunciato a seguire il filo del discorso, ma Carter Bradford ascoltava attentamente, ansiosamente quasi, senza mai staccare gli occhi dal viso di Ellery. «Vada avanti» continuava a dire. «Vada avanti, Queen!»

«Torniamo indietro invece» fece il signor Queen accendendo una sigaretta. «Noi ora sappiamo che le tre lettere di Jim si riferivano a una misteriosa moglie della quale non aveva mai parlato. Se quella donna era morta a New York due o tre anni prima, perché Jim non aveva imbucato le lettere per sua sorella? Perché, soprattutto, non aveva rivelato d’esser già stato sposato quando l’avete arrestato? Perché non ne ha parlato al giudice Martin prima del processo? Se quella moglie fosse veramente morta, sarebbe stato semplicissimo dimostrarlo, presentando l’atto di morte e altri mille documenti… ma Jim non volle parlare. Non volle mai dire una sola parola che potesse far sospettare un suo precedente matrimonio. Perché? Perché aveva voluto tacere a tutti i costi?»

«Forse perché aveva veramente assassinato la prima moglie» disse Pat con un brivido.

«Ma allora perché non aveva imbucato le lettere per la sorella?» chiese Bradford.

«Eccoci al punto» disse il signor Queen. «Io mi dissi, infatti: è possibile che l’omicidio preparato da Jim per liberarsi della sua prima moglie non abbia avuto luogo?»

«Lei pensa forse che quella donna fosse viva quando Jim tornò a Wrightsville?» ansimò Pat.

«Non solo era viva» rispose il signor Queen spegnendo tranquillamente il mozzicone della sigaretta nel portacenere «ma seguì Jim. Quella donna lo seguì fin qui.»

«La prima moglie?» chiese Cart sbalordito.

«Venne a Wrightsville?» domandò Pat senza fiato.

«Ma non come moglie di Jim. Quella donna venne a Wrightsville facendosi passare per sua sorella…»

«Come sorella di Jim…» mormorò Pat. «Rosemary… ma Rosemary… non era sua sorella allora? Era sua moglie

«Sì.»

«Ma Queen, come può sapere una cosa simile?» domandò Carter.

«Noi avevamo solo la parola di Jim e di colei che si faceva chiamare Rosemary Haight, a provarci che era veramente la sorella di Jim. Ma non è su questo che io mi baso per credere che fosse sua moglie. Lo so perché so chi l’ha uccisa.»

«Ma Ellery» intervenne Pat. «Non mi aveva detto proprio lei stesso, quel giorno, quando aveva confrontato la scrittura di Rosemary Haight sulla bolletta di consegna di Steve Polaris e sulle lettere che Jim aveva ricevuto… non l’aveva detto lei che quella era la prova dell’identità della sorella di Jim?»

«Avevo torto» ammise il signor Queen scuro in volto. «Mi ero stupidamente sbagliato. Quelle due firme provavano soltanto che la donna che si era presentata a Wrightsville in casa di Nora, era la stessa che aveva scritto a Jim la lettera che l’aveva tanto sconvolto. Mi ero lasciato trarre in inganno dal nome “Rosemary Haight”, ma si trattava semplicemente di un nome che quella aveva usato perché le faceva comodo.»

«Ma se la donna avvelenata a Capodanno era la prima moglie di Jim» protestò Carter «perché la vera sorella di Jim non si è presentata dopo il delitto? Sa Dio se quel caso ha avuto anche troppa pubblicità!»

«Ammesso che Jim avesse una sorella…» borbottò Pat.

«Oh sì, aveva una sorella» disse Ellery stancamente. «Altrimenti perché le avrebbe indirizzato quelle lettere? Quando le aveva scritte aveva sperato che gli dessero una parvenza di innocenza. Contava di mandarle alla sua vera sorella, Rosemary Haight. Doveva esserci una sorella per forza, se Jim contava di basare su di lei tutta la sua difesa.»

«Ma i giornali!» esclamò Pat. «Cart ha ragione, Ellery. Come mai la sorella vera, dopo aver letto i giornali che annunziavano la morte di Rosemary Haight, non è corsa subito a Wrightsville?»

«Ma la sorella di Jim è venuta a Wrightsville, Patty. Non so se sia venuta con lo scopo preciso di spiegare l’equivoco, ma certo, dopo un colloquio col fratello, ha deciso di non rivelare la propria identità. Immagino che Jim le abbia chiesto formalmente di non dir nulla. E lei ha mantenuto la parola data.»

«Non riesco a seguirla» interruppe Cart in tono irritato. «Mi sembra uno di quei tali che continuano a tirar fuori conigli da un cappello. Allora Rosemary Haight è venuta a Wrightsville sotto falso nome?»

Il signor Queen si strinse nelle spalle.

«Chi ha aiutato Jim nella sua disgrazia? La famiglia Wright, un piccolo gruppo di amici che lei conosce benissimo… e un’altra persona. Quella persona era una donna.»

«Roberta!» esclamò Pat. «Roberta Roberts la giornalista!»

«Sì, Roberta Roberts. Con la scusa che “credeva” in Jim ha combattuto per lui, ha sacrificato il suo impiego, e alla fine… disperata… gli ha procurato l’automobile per fuggire, il giorno del funerale di Nora. Le stranezze della sua condotta sono largamente spiegate se pensiamo che era la sorella di Jim. Immagino che “Roberta” fosse il suo pseudonimo di giornalista. Ma il suo vero nome era indubbiamente Rosemary Haight.»

«Per questo ha pianto tanto al funerale di Jim» mormorò Pat pensosa.

«Comincio a capire» borbottò Cart alla fine.

«Ma non vedo perché la prima moglie di Jim sia venuta a Wrightsville facendosi passare per la sorella, e perché Jim abbia permesso quest’inganno!» soggiunse Pat. «È una pazzia inspiegabile!»

«No, non è una pazzia. È terribilmente logico, invece, una volta che ci si pensa. Anch’io mi son chiesto il perché. E quando ci ho ripensato ho capito che cosa doveva essere successo.» Fece una pausa e bevve un lungo sorso dal suo bicchiere. «Jim fuggì circa quattro anni fa alla vigilia del suo matrimonio con Nora, dopo una violenta lite per la casa nuova. Andò a New York, immagino, disperatamente infelice. Dovete pensare alla personalità di Jim. Era un ragazzo quanto mai indipendente… la sua natura era impastata di orgoglio e di fermezza. Fu questo che gli impedì di scrivere a Nora, di ritornare a Wrightsville, di comportarsi come un essere logico, e umano. Nora stessa, però, merita un biasimo per non averlo saputo comprendere. Comunque Jim andò a New York convinto che la sua vita fosse completamente spezzata e là si imbatté in una donna. Tutti l’abbiamo vista quella donna sprezzante annoiata stranamente bella… era proprio il tipo da affascinare un povero figliolo che soffriva ancora tutte le pene di una delusione amorosa. Quasi per ripicca Jim la sposò. Devono essere stati molto infelici insieme. Jim era un ragazzo solido, onesto, la donna era un tipo di bellezza notturna, egoista, crudele, capace di portare un uomo alla disperazione. Deve avergli reso la vita impossibile, se Jim era arrivato alla determinazione di ucciderla. Il fatto che avesse studiato l’omicidio con tanta cura, scrivendo quelle lettere a sua sorella in anticipo (che sciocchezza fu quella!) dimostra come fosse ossessionato dal bisogno di liberarsi da quella donna.»

«Ma perché non ha divorziato invece?» chiese Pat con un filo di voce.

«Sono certo che se avesse potuto, l’avrebbe fatto.» Ellery si strinse ancora nelle spalle. «Ma quella era una vera sanguisuga umana. Naturalmente noi non possiamo essere certi di nulla, ma io giurerei, Carter, che investigando scoprirebbe che: a) lei aveva rifiutato di concedergli il divorzio, b) lui aveva deciso di ucciderla, c) in qualche modo la donna era venuta a conoscenza dei suoi piani, ed era fuggita, d) più tardi aveva informato Jim di essere riuscita a ottenere il divorzio.