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«Tua moglie, molto carina» disse Lolla-Wossiky.

Preso completamente alla sprovvista, Armor lì per lì non seppe che cosa rispondere. E nel retrobottega, dove avevano consumato la cena, sua moglie Eleanor doveva essere stata in ascolto, perché all’improvviso comparve sulla soglia.

«Nessuno mi aveva mai chiamata ‘carina’ prima d’ora» disse con voce pacata.

Lolla-Wossiky era sconcertato. La maggior parte delle donne bianche avevano il viso affilato, niente zigomi, il colorito malsano. Eleanor aveva il viso largo, la pelle scura, gli zigomi alti.

«Io penso che tu sia carina» disse Armor. «Davvero.»

Lolla-Wossiky non gli credette, e nemmeno Eleanor, anche se prima di scomparire ringraziò il marito con un sorriso. Lui non aveva mai pensato che lei fosse carina, questo era evidente. E un istante dopo Lolla-Wossiky ne capì il motivo. Era carina come avrebbe potuto esserlo una donna rossa. Perciò i Bianchi, che non vedevano mai nulla com’era veramente, non si accorgevano della sua bellezza e la consideravano bruttissima.

Questo significava anche che Corazza-di-Dio era sposato con una donna che egli riteneva brutta. Eppure non la rimproverava, né la picchiava, come avrebbe fatto un uomo rosso sposato con una brutta squaw. E questa, ne concluse Lolla-Wossiky, era una buona cosa.

«Tu molto felice» disse Lolla-Wossiky.

«È perché siamo cristiani» gli fece notare Corazza-di-Dio. «Anche tu saresti felice, se fossi cristiano.»

«Io non sarò mai felice» disse Lolla-Wossiky. E con questo intendeva dire: «Finché non tornerò a udire il silenzio verde, finché il rumore nero non se ne andrà». Ma sarebbe stato perfettamente inutile dire una cosa del genere a un Bianco, del tutto ignaro del fatto che metà delle cose che accadevano al mondo gli restavano del tutto invisibili.

«Ma certo che lo sarai», lo smentì Thrower, il quale fece il suo ingresso nella stanza pieno d’energia, pronto a ricominciare l’assedio al suo pagano. «Se accetterai Gesù Cristo come tuo salvatore, conoscerai la vera felicità.»

Ecco una promessa che valeva la pena di considerare. Ecco una buona ragione per parlare di questo Gesù Cristo. Forse in realtà Gesù Cristo era l’animale del sogno di Lolla-Wossiky. Forse sarebbe veramente riuscito a scacciare il rumore nero, e Lolla-Wossiky sarebbe tornato felice come prima che Assassino Bianco Harrison facesse saltare in aria il mondo col rumore nero del suo fucile.

«Gesù Cristo mi sveglia?» chiese Lolla-Wossiky.

«Seguitemi, ha detto, e io farò di voi dei pescatori di uomini» rispose Thrower.

«Lui mi sveglia? Lui fa me felice?»

«Eterna felicità, in seno al Padre Celeste» disse Thrower.

Le cose che Thrower diceva gli parevano assolutamente insensate, ma Lolla-Wossiky decise di provarci ugualmente: se Thrower fosse riuscito a svegliarlo, forse Lolla-Wossiky sarebbe riuscito a capire di che cosa stava parlando. Il fatto che il pastore rendesse più forte il rumore nero forse era indicazione del fatto che era anche in grado di curarlo.

Così quella notte Lolla-Wossiky dormì all’aperto nella foresta. Al mattino bevve i suoi quattro sorsi di whisky e si recò barcollando alla chiesa. Vedendolo ubriaco, Thrower si irritò, e Armor insisté nuovamente per sapere chi gli avesse dato il liquore. Siccome tutti coloro che partecipavano alla costruzione della chiesa si erano raccolti intorno a loro, Armor rivolse loro un discorso carico di minacce. «Se scopro chi di voi dà da bere a questi Rossi, giuro che gli brucio la casa e lo spedisco da Harrison, laggiù sull’Hio. Qui siamo cristiani. Non posso impedirvi di disegnare talismani sulle vostre case o di dedicarvi alle magie e agli incantesimi, anche se tutto questo rivela mancanza di fede nel Signore, ma sicuramente posso impedirvi di avvelenare il popolo cui il Signore ritenne opportuno destinare queste terre. Avete capito?»

Tutti i Bianchi presenti annuirono e dissero di sì e che lo ritenevano giusto e sacrosanto.

«Nessuno qui dato me whisky» disse Lolla-Wossiky.

«Forse se l’è portato dietro in una tazza!» suggerì uno degli uomini.

«Forse ha una distilleria nascosta nella foresta!» disse un altro.

Tutti risero.

«Vi prego di mostrare la dovuta reverenza» disse Thrower. «Questo pagano ora accetterà la fede di Nostro Signore Gesù Cristo, e verrà cosparso dell’acqua del battesimo come avvenne allo stesso Gesù. Che questo segno sia l’inizio di una grande opera missionaria tra gli uomini rossi delle foreste americane!»

Amen, mormorarono i presenti.

Be’, l’acqua era fredda, e questo fu più o meno tutto quello che Lolla-Wossiky ne ricavò, tranne per il fatto che quando Thrower gliela spruzzò addosso il rumore nero si fece ancora più forte. Gesù Cristo non si fece vedere, perciò nemmeno lui era l’animale del sogno. Lolla-Wossiky ne rimase deluso.

Ma non il reverendo Thrower. La cosa strana dei Bianchi era proprio questa. Sembrava che non si rendessero mai conto di quello che gli succedeva intorno. Dopo aver celebrato un battesimo che non aveva sortito il minimo effetto, Thrower se ne andò in giro per il resto della giornata tutto tronfio e impettito come se fosse appena riuscito ad attirare un bisonte nel bel mezzo di un villaggio affamato nel cuore dell’inverno.

Non meno cieco era Corazza-di-Dio. A mezzogiorno, quando Eleanor portò da mangiare agli operai in cima alla collina, questi permisero a Lolla-Wossiky di mangiare assieme a loro. «Mica possiamo cacciare un cristiano, vi pare?» disse uno di loro. Ma nessuno sembrava entusiasta all’idea di sedergli accanto, forse perché puzzava di whisky e di sudore, e nel camminare barcollava. Andò a finire che Lolla-Wossiky e Corazza-di-Dio sedettero insieme a una certa distanza dagli altri a parlare del più e del meno.

Finché Lolla-Wossiky non chiese al suo compagno: «A Gesù Cristo non piacciono talismani?»

«Certo che no. La Via è lui, e tutti gli incantesimi non sono altro che bestemmie.»

Lolla-Wossiky annuì gravemente. «Talismano dipinto non buono. Pittura non mai cosa viva.»

«Dipinto o intagliato, è la stessa cosa.»

«Talismano di legno, un poco più forte. Albero prima vivo.»

«Di legno o dipinto, per me non ha alcuna importanza. In casa mia non tollero talismani. Incantesimi, magie, scongiuri, niente di tutto questo. Un bravo cristiano si affida solo alla preghiera. Il Signore è il mio pastore, niente mi mancherà.»

Lolla-Wossiky capì allora che Corazza-di-Dio non era meno cieco di Thrower. Perché la casa di Corazza-di-Dio era protetta dai talismani più efficaci che Lolla-Wossiky avesse mai visto in vita sua. Uno dei motivi per cui Lolla-Wossiky era rimasto così colpito da Armor era proprio il fatto che la sua casa fosse eccezionalmente ben protetta, in quanto chi aveva fabbricato quei talismani aveva avuto l’accortezza di usare cose viventi. Composizioni di piante verdi appese sotto la veranda, semi pieni di vita collocati in vasi disposti secondo un preciso disegno, collane d’aglio, macchie fatte con il succo di vari tipi di bacche, e tutto disposto con tale maestria che, persino sotto l’effetto del liquore bevuto per smorzare il rumore nero, Lolla-Wossiky si sentiva spingere e tirare dalla forza dei talismani e degli incantesimi protettivi.

Eppure Corazza-di-Dio non sospettava minimamente che la sua casa fosse protetta dai talismani. «A casa dei miei suoceri, invece, è tutto un talismano. Al Junior, il suo fratello più piccolo… eccolo lì, lo vedi quel ragazzetto sui sei anni che lotta con il biondino svedese? Dicono che sia un grande intagliatore di talismani.»

Lolla-Wossiky guardò il ragazzetto, ma qualcosa gli impediva di vederlo con chiarezza. Il biondino con cui stava facendo la lotta lo vedeva, ma l’altro non riusciva proprio a metterlo a fuoco, chissà perché.

Armor continuava a parlare. «Non è una cosa da dare il voltastomaco? Così piccolo, e già lontano da Cristo. A ogni modo, per Eleanor è stato molto difficile rinunciare a talismani e cose varie. Ma c’è riuscita. Me lo ha giurato solennemente, o non ci saremmo mai sposati.»