Qui avrebbe chiamato a raccolta i Rossi, avrebbe insegnato loro ciò che aveva visto nella sua visione, e li avrebbe aiutati a diventare, non i più forti, ma forti; non i più grandi, ma grandi; non i più liberi, ma liberi.
Un certo barilotto nella biforcazione di un certo albero. Per tutta l’estate rimase nascosto alla vista di chiunque passasse da quelle parti. Ma la pioggia riuscì a trovarlo, e il solleone estivo, e gli insetti, e i dentini degli scoiattoli ghiotti di sale. Si bagnava, si asciugava, si riscaldava, si raffreddava; non c’è botte che possa durare a lungo in simili condizioni. A un certo punto si spaccò, una minuscola fenditura, ma sufficiente; il liquido che conteneva ne uscì, una goccia alla volta; nel giro di poche ore il barilotto era vuoto.
Non importava. Nessuno andò mai a cercarlo. Nessuno sentì la sua mancanza. Nessuno se ne dispiacque quando il ghiaccio dell’inverno lo schiantò, e i frammenti si sparsero sul terreno innevato.
V
IL SEGNO
Quando cominciò a spargersi la voce di un Rosso orbo da un occhio che aveva fama di profeta, il governatore Bill Harrison rise e disse: «Ma guarda, dev’essere proprio il mio vecchio amico Lolla-Wossiky. Quando si sarà scolato il barilotto che mi ha fregato, smetterà di avere le visioni».
Trascorso qualche tempo, tuttavia, il governatore Harrison cominciò a rendersi conto di quanto peso venisse dato alle parole del Profeta, e di come i Rossi pronunciassero il suo nome con la stessa reverenza con cui un vero cristiano pronunciava quello di Gesù, e questo lo mise sul chi vive. Così radunò tutti i Rossi che vivevano intorno a Carthage City — era la sera del giorno in cui si distribuiva il whisky, per cui non si trovò certo a corto di pubblico — e tenne loro un discorso. E in quel discorso sottolineò in particolare una cosa:
«Se il vecchio Lolla-Wossiky è davvero un profeta, allora deve fare qualche miracolo, per dimostrare che le sue non sono soltanto chiacchiere. Potrebbe tagliarsi una mano o un piede e poi riattaccarselo… Questo dimostrerebbe che è davvero un profeta, non vi pare? O meglio ancora, chiedetegli di cavarsi un occhio, e poi rimetterselo a posto. Che cosa dite? Che un occhio se l’è già cavato? Be’, allora è decisamente maturo per un miracolo, no? Per quanto mi riguarda, finché ha un occhio solo non è di certo un profeta!»
Queste parole giunsero all’orecchio del Profeta, che a quel tempo predicava in una radura che digradava dolcemente fino alle rive del Tippy-Canoe, meno di un miglio a monte del punto in cui si riversava nelle acque del Wobbish. Furono certi Rossi ubriaconi a riportargli quelle parole di sfida, dicendo: «Siamo venuti a vederti rendere intero il tuo occhio».
Il Profeta li guardò con il suo unico occhio e disse: «Con quest’occhio vedo due uomini rossi deboli e malati, schiavi del liquore, il genere di uomini da cui mi aspetterei di sentirmi canzonare con le parole dell’uomo che ha ucciso mio padre». Poi chiuse l’occhio buono e disse: «Con quest’occhio vedo due figli della terra, interi, forti e belli, che amano le loro mogli e i loro figli, e fanno del bene a tutte le creature.» Poi riaprì l’occhio e chiese: «Qual è dunque l’occhio malato, e quale l’occhio sano?» Ed essi gli risposero: «Tenska-Tawa, tu sei un vero profeta, ed entrambi i tuoi occhi sono interi».
«Andate a dire ad Assassino Bianco Harrison che questo è il segno che aveva chiesto. E ora eccone uno che non aveva chiesto. Ditegli che un giorno la sua casa prenderà fuoco, e quel fuoco non sarà stato appiccato da mano umana. Solo la pioggia riuscirà a spegnerlo, e prima di spegnersi lo priverà di qualcosa che lui ama più di una mano, di un piede o di un occhio, e che in nessun modo potrà riacquistare.»
VI
IL BARILOTTO DI POLVERE NERA
Hooch era stupefatto. «Vuoi dire che non volete l’intero carico?»
«Non abbiamo ancora finito quello che ci hai venduto l’ultima volta, Hooch» disse l’ufficiale addetto ai rifornimenti. «Quattro barili, è tutto quello che ci serve. Anzi, se vuoi sapere la verità, è più di quello che ci serve.»
«Ma come, scendo il fiume da Dekane con un carico di liquore, senza fermarmi a venderne neanche un po’ per strada, faccio questo sacrificio e voi venite a dirmi…»
«Certo, Hooch, tutti noi ci rendiamo conto di quanto ti sia sacrificato.» L’ufficiale gli rivolse un sorrisetto. «Sono convinto però che i tuoi costi li recuperi senza problemi, e se non è così, be’, vuol dire soltanto che non hai amministrato oculatamente i lauti guadagni che hai fatto finora alle nostre spalle.»
«Allora vi rifornite da qualcun altro?»
«Da nessuno» disse l’ufficiale.
«Sono quasi sette anni che vengo a Carthage City, e per gli ultimi quattro ho avuto il monopolio…»
«E se ci fai caso, rammenterai che ai vecchi tempi la maggior parte del tuo whisky se la bevevano i Rossi.»
Hooch si guardò attorno, si allontanò di qualche passo dall’ufficiale, si fermò in piedi sull’erba umida che cresceva sulla riva del fiume. La chiatta dondolava pigramente sull’acqua. In giro non si vedevano Rossi, neanche uno, e questo era un dato di fatto. Ma non era una cospirazione, Hooch ne era certo. In occasione delle sue ultime visite, i Rossi si erano fatti sempre meno numerosi. Eppure almeno qualche ubriacone l’aveva sempre visto.
Si voltò e gridò all’ufficiale: «Mi stai dicendo che non ci sono più Rossi che bevono?»
«Certo che ce ne sono. Ma ancora non abbiamo esaurito le scorte di whisky. Perciò sono tutti distesi da qualche parte a smaltire la sbronza.»
Hooch imprecò sottovoce. «Bisogna che ne parli col governatore.»
«Non oggi» disse l’ufficiale. «Ha una giornata parecchio piena.»
Hooch ghignò. «Oh, non tanto piena da non ricevere me.»
«Penso proprio di sì, Hooch. Su questo punto è stato molto preciso.»
«Può anche darsi che pensi di essere così impegnato da non potermi ricevere, ragazzo mio, ma sono sicuro che non è affatto così.»
«Come preferisci» si arrese l’ufficiale. «Faccio scaricare i quattro barili?»
«No» disse Hooch. Poi diede una voce ai suoi uomini, e soprattutto a quel Mike Fink che, in caso di necessità, non avrebbe certo esitato a spedire qualcuno all’altro mondo. «Se qualcuno cerca di mettere le mani su quel whisky, voglio vedergli quattro buchi in corpo prima che lo buttiate in acqua!»
Gli uomini risero e lo salutarono con la mano, tutti tranne Mike Fink, il quale si limitò a una specie di smorfia. Proprio un tipo da prendere con le molle. In giro si diceva che chi aveva cercato di fare il furbo con Mike Fink si riconosceva dal fatto che non aveva più gli orecchi, e che se volevi sfuggire a Fink con almeno un orecchio ancora attaccato alla testa, dovevi aspettare che lui cominciasse a maciullarti il primo, e poi sparargli due rivoltellate per distrarlo mentre te la svignavi. Proprio un bravo marinaretto, quel Fink. Hooch preferiva non pensare troppo a quello che Fink avrebbe potuto fare se lui non avesse avuto di che pagarlo. Bill Harrison doveva in tutti i modi pagargli l’intero carico, o sarebbero stati guai grossi.
All’ingresso del forte, Hooch notò un paio di cose. Il cartello era lo stesso che Harrison aveva fatto mettere quattro anni prima, e dopo essere rimasto esposto agli elementi per tutto quel tempo era ormai malconcio e quasi illeggibile. Nessuno però aveva pensato a cambiarlo. Anche la città aveva smesso di crescere. Nel complesso aveva perso quell’aspetto di nuovo, e adesso era decisamente cadente.
Niente di paragonabile a ciò che stava accadendo nel territorio dell’Hio. Quelli che una volta erano solo villaggi fortificati come Carthage City adesso si stavano trasformando in vere città con case dalle facciate dipinte e persino qualche strada lastricata. Il territorio dell’Hio era in piena espansione economica, per lo meno la parte orientale, quella vicina al Suskwahenny, e si diceva che non fosse lontano il giorno in cui sarebbe diventato uno Stato.