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Harrison tuttavia era sempre lo stesso. Sorridendo strinse la mano a Hooch e gli diede una pacca sulla spalla. «Come va, Hooch?»

«Potrei stare meglio, governatore. Come sta tua moglie? E il ragazzino?»

«Per essere una signora raffinata costretta a vivere sulla frontiera, direi che se la cava egregiamente. E il ragazzino è diventato un vero soldato. Gli abbiamo persino fatto una piccola uniforme. Dovresti vederlo marciare tutto impettito in parata.»

«Quando sento queste cose, mi viene da pensare che un giorno o l’altro dovrei proprio prendere moglie.»

«Te lo consiglio vivamente. Ma che distratto! Ti stavo lasciando in piedi. Vieni, Hooch, accomodati pure.»

Hooch si mise a sedere. «Grazie, Bill.»

Harrison annuì, soddisfatto. «Mi fa piacere vederti, dopo tanto tempo.»

«Avrei preferito vederti ieri» disse Hooch.

Harrison sorrise tristemente. «Be’, sono molto occupato. I miei ragazzi non ti hanno detto che non potevo riceverti?»

«Una volta per me facevi eccezione.»

«Lo sai come vanno le cose, alle volte. Se ero impegnato, che cosa potevo farci?»

Hooch scosse la testa. «Via, Bill, penso proprio sia ora di smetterla di prenderci in giro. Quello che è successo faceva parte di un piano, e non l’avevo escogitato io.»

«Di che diavolo stai parlando, Hooch?»

«Voglio dire che magari quel caporale non intendeva farsi rompere una gamba, ma ho la netta sensazione che il suo compito consistesse proprio nel fare in modo che io gli saltassi addosso.»

«Il suo compito consisteva nel fare in modo che nessuno mi disturbasse, a meno che non avesse un appuntamento, Hooch. Questo è l’unico piano di cui io sia al corrente.» Harrison assunse un’espressione triste. «Hooch, debbo dirti che sei proprio messo male. Aggredire un ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti.»

«Un caporale non è un ufficiale, Bill.»

«Vorrei soltanto poterti rispedire a Suskwahenny per farti processare, Hooch. Laggiù almeno troveresti giurie, avvocati e compagnia bella. Ma il processo deve svolgersi qui, e da queste parti le giurie non sono troppo tenere con chi se ne va in giro a fracassare le ginocchia ai caporali.»

«Perché non la pianti con le minacce e non mi dici che cosa vuoi veramente?»

«Che cosa voglio? Non voglio proprio niente, Hooch. Sono solo in pensiero per un amico che si è messo nei pasticci con la legge.»

«Dev’essere qualcosa di veramente stomachevole, se invece di corrompermi cerchi di farmi paura. Dev’essere qualcosa che secondo te non farei mai se non spaventato a morte, e mi scervello per capire che cosa secondo te possa essere così terribile da farti immaginare che io non sia disposto a farlo. E la lista non è molto lunga, Bill.»

Harrison scosse la testa. «Hooch, mi stai fraintendendo. Davvero.»

«Questa città sta morendo, Bill» disse Hooch. «Le cose non sono andate secondo le tue previsioni. E dev’essere stato perché hai fatto qualcosa di veramente cretino. Penso che i Rossi abbiano cominciato ad andarsene — o forse a crepare — e tu hai fatto lo stupido errore di cercare di recuperare i tuoi profitti sulla vendita del whisky chiamando qui la feccia della terra, la peggior genia di uomini bianchi, quei ratti di fiume che hanno passato la notte in galera con me. Li usi come esattori delle imposte, vero? Al contadino le tasse non sono mai piaciute. E ancor meno gli piacciono quando vengono riscosse da gentaglia come quella.»

Harrison si versò tre dita di whisky e d’un fiato ne buttò giù la metà.

«Così hai perso i Rossi ubriaconi, hai perso i contadini bianchi, e ora non ti sono rimasti che i soldati, i ratti di fiume, e tutto quello che puoi ricavare facendo la cresta sui fondi che l’esercito degli Stati Uniti ti versa per mantenere la pace sulla frontiera occidentale.»

Harrison finì il suo whisky e ruttò.

«E questo significa che sei stato insieme stupido e sfortunato, e in qualche modo ti sei fatto l’idea che io possa tirartene fuori.»

Harrison si versò altre tre dita di whisky. Ma stavolta, invece di berlo, alzò di scatto il bicchiere e lo gettò in faccia a Hooch. Il whisky gli schizzò negli occhi, il bicchiere gli rimbalzò sulla fronte, e Hooch si ritrovò a scalciare per terra, cercando disperatamente di togliersi l’alcol dagli occhi.

Poco dopo Hooch era di nuovo seduto con uno straccio bagnato premuto sulla fronte, in apparenza molto più docile e ragionevole. Ma questo solo perché sapeva benissimo che Harrison aveva in mano una scala reale, e lui solo una doppia coppia. Uscire vivo di lì, e poi stare a vedere, giusto?

«Non sono stato stupido» disse Harrison.

No, sei il governatore più furbo che Carthage City abbia mai avuto, mi sorprende che non ti abbiano offerto la corona. Ecco che cosa avrebbe potuto dire Hooch. Ma aveva deciso di tenere la bocca chiusa.

«È stato il Profeta. Quel Rosso lassù a nord. Ha fondato una città chiamata Prophetstown proprio di fronte a Vigor Church, dall’altra parte del Wobbissh… e non venirmi a dire che è solo una coincidenza. È Corazza-di-Dio, ecco chi è, che cerca di portarmi via lo Stato del Wobbish. E usando un Rosso, per giunta. Sapevo che parecchi Rossi se ne andavano a nord, tutti lo sapevano, ma avevo ancora i miei Rossi ubriaconi, almeno quelli che non erano andati all’altro mondo. E quando mi sono reso conto che da queste parti c’erano meno Rossi — specialmente quando se ne sono andati anche gli Shaw-Nee -, be’, ho pensato di far venire più coloni bianchi. E a proposito dei miei esattori delle imposte, ti sbagli di grosso. Non sono stati loro a scacciare i coloni bianchi. È stato Ta-Kumsaw.»

«Pensavo che fosse stato il Profeta.»

«Non fare il furbo con me, Hooch, di questi tempi non ho molta pazienza.»

Perché non mi hai avvertito, prima di tirarmi il bicchiere? pensò Hooch. No, no, non dire nulla che possa irritarlo. «Scusami, Bill.»

«Ta-Kumsaw è un gran furbacchione. I contadini lui non li ammazza. Si limita a presentarsi a casa loro con cinquanta Shaw-Nee. E anche se questi ultimi non sparano un colpo, nel vedersi cinquanta guerrieri dipinti intorno a casa nessun Bianco è così pazzo da mettersi a sparare. Perciò i contadini bianchi se ne stanno a guardare gli Shaw-Nee che aprono ogni cancello, ogni stalla, ogni stabbiolo, e ne lasciano uscire le bestie. Cavalli, maiali, vacche, polli. E proprio come Noè quando salì sull’arca, gli Shaw-Nee se ne tornano nei boschi, e gli animali gli vanno dietro buoni buoni. E nessuno li vede più.»

«Ma qualche bestia almeno riusciranno a recuperarla.»

«Nemmeno una. Non se ne trovano neanche le impronte. Nemmeno una penna di gallina. È questo a mandar via i coloni bianchi, sapere che da un giorno all’altro tutte le loro bestie possono scomparire nel nulla.»

«Possibile che gli Shaw-Nee se le mangino? Non c’è pollo abbastanza furbo da vivere nei boschi per più di qualche giorno. Per le volpi è un invito a nozze.»

«E come faccio a saperlo? I Bianchi vengono da me a dirmi che, se non sono capace di recuperare le bestie, posso sempre ammazzare i Rossi che se le sono portate via. Ma nessuno dei miei soldati o dei miei esploratori è mai riuscito a scoprire dove si nascondano Ta-Kumsaw e i suoi. Di villaggi nemmeno l’ombra. Per ritorsione ho provato a distruggere un villaggio Caska-Skeeaw sul Piccolo My-Ammy, ma l’unico risultato ottenuto è stato quello di convincere altri Rossi ad andarsene, mentre Ta-Kumsaw ha continuato a fare i suoi comodi.»

Per Hooch non era difficile immaginare quell’assalto al villaggio Caska-Skeeaw. Vecchi, donne, bambini, corpi crivellati di pallottole e mezzi bruciati… Hooch conosceva bene i metodi di Harrison con i Rossi.