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«E poi il mese scorso è arrivato il Profeta. Sapevo che stava arrivando… perfino i Rossi ubriaconi non parlavano d’altro. Sta per arrivare il Profeta. Andiamo a vedere il Profeta. Be’, ho cercato di scoprire dove sarebbe andato, dove avrebbe tenuto il suo discorso. Ho perfino mandato qualcuno dei miei Rossi addomesticati, ma niente da fare. Nemmeno un indizio. Non lo sapeva nessuno. Poi un bel giorno in tutta la città si è sparsa la voce. Il Profeta è qui. Dove? Su, andiamo, il Profeta è qui. Nessuno diceva dove. Ti giuro che se vogliono questi Rossi riescono a parlare senza dire nulla, se capisci quello che voglio dire.»

«Bill, non dirmi che a quel raduno non hai mandato qualche spia, o comincerò a pensare che tu abbia perso il tuo tocco.»

«Spia? Ci sono andato personalmente. Stupito? E vuoi sapere come? Ti sembrerà incredibile, ma sono stato invitato da Ta-Kumsaw in persona. Niente soldati, niente armi, solo io.»

«E tu ci sei andato? Avrebbe potuto catturarti e…»

«Mi ha dato la sua parola. Ta-Kumsaw sarà anche un Rosso, ma la sua parola la mantiene.»

Hooch pensò che era proprio da ridere. Harrison, proprio l’uomo che si vantava di non mantenere mai una promessa fatta a un Rosso, contava sul fatto che Ta-Kumsaw mantenesse una promessa fatta a lui. Be’, era tornato sano e salvo, no? Perciò Ta-Kumsaw era stato di parola.

«Ci sono andato. In quel posto dovevano essersi radunati tutti i Rossi del territorio del My-Ammy. Saranno stati più di diecimila. Tutti a sedere in un campo di granturco abbandonato… Da queste parti i campi abbandonati non mancano di sicuro, grazie a Ta-Kumsaw. Se avessi avuto i miei due cannoni e cento soldati, avrei potuto risolvere il problema rosso in quattro e quattr’otto.»

«Un vero peccato che tu non li avessi» commentò Hooch.

«Ta-Kumsaw avrebbe voluto farmi sedere in prima fila, ma non ho voluto. Me ne sono rimasto in fondo e ho ascoltato. Il Profeta si è alzato, è salito su un vecchio ceppo, ha cominciato a parlare e non la finiva più.»

«E tu capivi quel che diceva? Voglio dire, tu lo shawnee mica lo parli.»

«Parlava in inglese, Hooch. Troppe tribù diverse. L’unica lingua che tutti potessero capire era l’inglese. Sì, ogni tanto farfugliava qualcosa in quel loro linguaggio incomprensibile, ma di inglese ce n’era più che a sufficienza. Parlava del destino dell’uomo rosso. Evitare ogni contaminazione da parte dei Bianchi. Vivere tutti insieme su una parte di questa terra, in modo che tanto il Rosso quanto il Bianco possano avere una patria. Costruire una città… una città di cristallo, diceva, che lì per lì sembrava una gran bella cosa se non fosse per il fatto che questi Rossi non riescono a costruire neanche una tettoia decente, e non oso pensare a quel che combinerebbero cercando di costruire una città di vetro! Ma, soprattutto, diceva di non bere alcolici. Neanche una goccia. Smettete di bere, statene alla larga. Il liquore è la catena con cui l’uomo bianco vi tiene prigionieri, la catena e la frusta, la catena e la frusta e il coltello. Prima vi cattura, poi vi frusta, infine vi ammazza, e questo col liquore, e dopo avervi ammazzato col whisky l’uomo bianco verrà a prendersi la vostra terra per distruggerla, renderla sterile, morta, inutile.»

«Mi sembra che quel discorso ti abbia proprio impressionato, Bill» disse Hooch. «Mi sbaglio, o te lo sei imparato a memoria?»

«Imparato a memoria? Ha parlato per tre ore di fila. Ha parlato di visioni del passato, visioni del futuro. Ha parlato di… oh, Hooch, cose pazzesche, ma quei Rossi se le bevevano come, come…»

«Come whisky.»

«Come whisky, solo che erano al posto del whisky. Alla fine se ne sono andati tutti quanti con lui. O per lo meno quasi tutti. È rimasto solo qualche Rosso ubriacone, ormai coi giorni contati. E naturalmente i miei Rossi domestici, ma loro sono tutt’un’altra faccenda. E qualche Rosso selvaggio di là dall’Hio.»

«Se ne sono andati dove?»

«A Prophetstown! È questo che mi stende, Hooch. Se ne sono andati tutti quanti a Prophetstown, o comunque da quelle parti, proprio di fronte a Vigor Church. Esattamente dove stanno andando anche i Bianchi! Be’, i Bianchi non vanno proprio tutti a Vigor Church, ma nelle terre che Corazza-d’Inferno Weaver ha disegnato sulle sue carte. Sono tutti in combutta, Hooch, ne sono sicuro. Ta-Kumsaw, Corazza-di-Dio Weaver e il Profeta.»

«Pare anche a me.»

«E quello che più mi manda fuori dei gangheri è che quel Profeta sarà entrato mille volte nel mio ufficio. Se l’avessi ammazzato allora, mi sarei risparmiato un sacco di guai. Ma non si può prevedere tutto, vero, Hooch?»

«Allora questo Profeta tu lo conosci?»

«Vuoi dire che non hai capito chi è?»

«Non è che di Rossi ne conosca poi tanti, Bill.»

«E se ti dicessi che è orbo da un occhio?»

«Non mi dirai che è Lolla-Wossiky!»

«Eh già.»

«Quell’orbo ubriacone?»

«Te lo giuro su Dio, Hooch. Adesso si fa chiamare Tenska-Tawa. Vuol dire ‘porta aperta’, o qualcosa del genere. Personalmente quella porta non vedo l’ora di chiuderla. Avrei proprio dovuto farlo fuori quando ne avevo la possibilità. Ma quando è scappato… perché devi sapere che un bel giorno è scappato, s’è fregato un barilotto di whisky e se l’è data a gambe nella foresta…»

«Quella notte ero qui. Anch’io sono andato a cercarlo.»

«Be’, quando non l’ho visto tornare, ho pensato che si fosse scolato l’intero barilotto e fosse crepato. E invece adesso se ne va in giro a raccontare ai Rossi che una volta beveva come una spugna, ma Dio gli ha mandato delle visioni e da quel momento non ha più bevuto una goccia di whisky.»

«Mi ci vorrebbe anche a me qualche visione, per smettere di bere.»

Harrison bevve un altro sorso di whisky. Stavolta direttamente dalla bottiglia, visto che il bicchiere si trovava sul pavimento in un angolo della stanza. «Ora hai capito il mio problema, Hooch.»

«Ho capito che di problemi ne hai più d’uno, e non vedo proprio come possano riguardarmi, a parte il fatto che non stavi scherzando quando mi hai fatto dire che ti servivano solo quattro barili.»

«Ti riguarda eccome, Hooch, puoi starne sicuro. E c’è dell’altro. Perché non ho di certo chiuso, puoi starne certo. Il Profeta si sarà portato via i miei Rossi ubriaconi, Ta-Kumsaw avrà spaventato i miei cittadini bianchi, ma io non mollo.»

«No, non sei tipo da mollare» convenne Hooch. Sei un lurido, viscido serpente, ma non sei tipo da mollare. Questo però non lo disse ad alta voce, perché Harrison l’avrebbe sicuramente presa male. Per Hooch tuttavia era soltanto un complimento, che definiva esattamente il genere d’uomo che gli andava a genio.

«È tutta colpa di Ta-Kumsaw e del Profeta. E io debbo farli fuori. No, no, non volevo dire questo. Debbo schiacciarli e poi farli fuori. Debbo sfidarli, costringerli a fare la figura degli idioti, e poi farli fuori.»

«Buona idea. Io intanto raccolgo le scommesse.»

«Sono convinto che lo faresti davvero. Metterti lì a raccogliere le scommesse. Be’, tanto per cominciare non posso far marciare i miei soldati verso nord fino a Vigor Church e spazzare via Prophetstown, perché Corazza-di-Dio mi darebbe battaglia a ogni passo, e probabilmente chiamerebbe in suo aiuto il distaccamento federale di Fort Wayne, dopo avermi fatto destituire o qualcosa del genere. Perciò debbo trovare un sistema per cui sia la popolazione di Vigor Church e dell’intero territorio del Wobbish a venire da me implorandomi di fare piazza pulita di quei Rossi.»

Adesso finalmente Hooch capiva di che si trattava. «Ti serve una provocazione.»

«Ora sì che ti riconosco, Hooch, ragazzo mio. Ho bisogno di una banda di Rossi che vadano a nord, combinino qualcosa di veramente grosso, e poi spargano la voce che sono stati Ta-Kumsaw e il Profeta a mandarli. Diano tutta la colpa a loro.»