«Ma non può nemmeno essere stato il governatore Harrison a dar fuoco a casa sua facendo morire la moglie e il figlio solo per aizzare la gente contro i Rossi» disse Al. «Sarebbe pura idiozia.»
E continuarono a discutere delle scorrerie compiute dai Rossi nella parte meridionale del territorio del Wobbish, perché in quel periodo era l’argomento di conversazione più frequente, e siccome nessuno sapeva niente di preciso, l’opinione dell’uno valeva quanto quella dell’altro.
Visto che non si trovavano a più di mezzo miglio di distanza da due fattorie, in una zona che avevano visitato cinque o sei volte all’anno negli ultimi dieci anni, a nessuno dei due venne da pensare di trovarsi in pericolo e che sarebbe stato meglio tenere gli occhi aperti. Così vicino a casa uno tende a non stare sempre sul chi vive, nemmeno quando la conversazione verte su violenze, massacri e torture. Bisogna anche dire che le precauzioni non sarebbero servite a molto. Al stava arrotolando le corde e Measure stava sistemando le selle, quando all’improvviso si trovarono circondati dai Rossi. Un istante prima non c’era nessuno, solo grilli e topolini e qualche uccello qua e là; un istante dopo, una dozzina di Rossi dipinti da capo a piedi.
Anche dopo averli visti, trascorse qualche istante prima che Al e Measure cominciassero a spaventarsi sul serio. A Prophetstown vivevano migliaia di Rossi, che venivano regolarmente a fare acquisti al magazzino di Corazza-di-Dio. Fu così che Alvin rivolse loro la parola prima ancora di averli osservati accuratamente. «Ehilà» esclamò Alvin.
I Rossi non ricambiarono il saluto. Avevano il viso completamente dipinto.
«Questi non sono Rossi che salutano» disse Measure a bassa voce. «Non vedi che sono armati di moschetto?»
Questo eliminava la possibilità che venissero da Prophetstown. Il Profeta aveva insegnato ai suoi seguaci a non usare mai le armi dell’uomo bianco. Per andare a caccia, a un vero Rosso non serviva un fucile, perché la terra conosceva le sue necessità, e la selvaggina gli si avvicinava da sola a portata di freccia. L’unico motivo per cui un Rosso poteva aver bisogno di un fucile — diceva il Profeta — era per assassinare qualcuno, e l’assassinio era cosa da uomo bianco. Questo diceva. Perciò era evidente che quei Rossi non davano troppo peso alle parole del Profeta.
Alvin ne aveva uno proprio davanti, che lo guardava fisso. La sua paura doveva essere evidente, perché lo sguardo del Rosso scintillò, e le sue labbra si schiusero in un sorrisetto beffardo. Il Rosso tese la mano.
«Dagli la corda» disse Measure.
«È nostra» protestò Al. Ma subito si rese conto di aver detto un’assurdità, e gli porse entrambi i rotoli di corda.
Il Rosso li prese con la massima cortesia. Poi ne lanciò uno a un suo compagno sopra la testa dei ragazzi bianchi, e tutta la banda si mise al lavoro, spogliando i ragazzi degli indumenti esterni e poi legando loro le mani dietro la schiena così strettamente da forzare dolorosamente all’indietro le articolazioni delle spalle.
«Perché ci avranno preso i vestiti?» chiese Al.
Per tutta risposta, uno dei Rossi lo schiaffeggiò violentemente in pieno viso. Il rumore dello schiaffo doveva essergli piaciuto, perché lo schiaffeggiò una seconda volta. Dal bruciore, ad Al vennero le lacrime agli occhi, ma non si lasciò sfuggire un lamento, in parte perché era stato preso del tutto alla sprovvista, in parte perché la cosa l’aveva reso assolutamente furioso, e non voleva dar loro la minima soddisfazione. Quell’idea di schiaffeggiarli doveva avere incontrato il favore generale, perché tutti insieme si misero a schiaffeggiare anche Measure, e poi di nuovo Alvin, finché ambedue i ragazzi non furono mezzi istupiditi, e le loro guance non cominciarono a sanguinare di dentro e di fuori.
Uno dei Rossi bofonchiò qualcosa, e gli altri gli passarono la camicia di Al. Il Rosso la lacerò con il coltello, poi la strofinò sul viso sanguinante di Al. Ma il sangue non dovette parergli sufficiente, perché impugnò di nuovo il coltello e lo passò sulla fronte di Al, squarciandola. Il sangue ne sprizzò a fiotti, seguito un istante dopo da un dolore lancinante, e Al per la prima volta si lasciò sfuggire un grido. Aveva la sensazione che la lama gli fosse arrivata fino all’osso, mentre il sangue gli scendeva negli occhi, accecandolo. Measure urlò di lasciarlo stare, già sapendo che non sarebbe servito a nulla. Tutti sapevano che quando i Rossi cominciavano a lavorare di coltello, la morte era sicura.
Non appena Alvin gridò e il sangue cominciò a colare, i Rossi si misero a ridere e a lanciare grida di dileggio. Quella banda andava proprio in cerca di guai, e Al ripensò a tutte le storie che aveva udito. La più famosa era probabilmente quella di Dan Boone, un pioniere originario della Pennsylvania che era andato a stabilirsi nelle Colonie della Corona. In quegli anni i Cherriky erano in guerra contro l’uomo bianco, e un giorno avevano rapito il figlioletto di Dan Boone. Il padre si era lanciato all’inseguimento dei Rossi. Questi, che non avevano più di mezz’ora di vantaggio, si erano messi a giocare con lui. Ogni tanto si fermavano e tagliavano al ragazzo un brandello di pelle, gli cavarono persino gli occhi, qualcosa insomma che gli facesse molto male, in modo da costringerlo a urlare. Boone udiva il figlio urlare e si dirigeva in quella direzione assieme ai suoi vicini, tutti armati di moschetto e quasi impazziti dalla rabbia. Quando giungevano nel luogo in cui il ragazzo era stato torturato, i Rossi erano scomparsi nella foresta senza lasciare la minima traccia. Poi si udiva un altro grido. Dopo aver percorso venti miglia, al crepuscolo finalmente avevano trovato il corpo del ragazzo, appeso a tre alberi diversi. Si diceva che Boone non se ne fosse più dimenticato, e che da quel giorno non avesse più potuto guardare negli occhi un Rosso senza ripensare a quelle venti miglia nella foresta.
Anche Al pensava a quell’inseguimento di venti miglia, udendo ridere quei Rossi, avvertendo quel dolore che era solo l’inizio di tutto il dolore che avrebbe provato, ben consapevole che qualunque cosa quei Rossi avessero in mente, avevano intenzione di cominciare ammazzando due ragazzi bianchi, e un po’ di baccano non avrebbe fatto loro altro che piacere. Sta’ fermo, si disse. Sta’ fermo.
Gli strofinarono sul viso la camicia ridotta a brandelli e i vestiti di Measure, anch’essi a brandelli. Nel frattempo Al cercò di pensare ad altro. L’unica volta che aveva provato a curare se stesso era stata quando si era rotto la gamba, e allora si era trovato in un letto, con la possibilità di riposare, con tutto il tempo che gli era necessario per guardarsi dentro, trovare il modo di arrivare in quei minuscoli anfratti dove le vene erano interrotte e curarle, e poi saldare insieme la pelle e l’osso. Stavolta era spaventato, sballottato da tutte le parti, senza un attimo di pace, senza la possibilità di riposare. Ciò nonostante riuscì a trovare le vene e le arterie più grosse e a sigillarle. Quando per l’ultima volta gli strofinarono sul viso una camicia, il sangue non gli si riversò a fiotti sugli occhi, accecandolo. La ferita sanguinava ancora, ma molto meno di prima, e Al inclinò la testa all’indietro in modo che il sangue gli colasse sulle tempie permettendogli di vedere.
Su Measure non avevano ancora cominciato a lavorare di coltello. Measure guardava Al, pallidissimo in viso, e Al conosceva abbastanza suo fratello per immaginare che cosa stesse pensando: che papà e mamma gli avevano affidato Al, e lui non aveva saputo essere all’altezza. Ma era assurdo, Measure non ne aveva alcuna colpa. Quei Rossi avrebbero potuto sorprenderli in qualsiasi casa o capanna della regione, e nessuno avrebbe potuto impedirglielo. Se Al e Measure non fossero stati all’inizio di un lungo viaggio, avrebbero potuto benissimo trovarsi in quello stesso luogo per un altro motivo. Ma Al non poteva dire niente di tutto questo a Measure, non poteva fare molto di più che sorridere.