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Sorridere e nel frattempo fare del suo meglio per guarire la ferita. Far sì che tutto nella sua fronte tornasse a essere come doveva essere. E più ci lavorava, più gli veniva facile, e intanto osservava i movimenti dei Rossi.

Questi non parlavano gran che. A quanto pareva, avevano le idee ben chiare sul da farsi. Presi i vestiti imbrattati di sangue, li legarono alle selle. Poi con un coltello uno di loro incise su una delle selle «Ta-Kumsaw», sull’altra «Profeta». Per un istante Alvin restò meravigliato dal fatto che conoscesse l’alfabeto, ma poi lo vide confrontare le lettere che aveva tracciato con quelle scritte su un foglio di carta che aveva estratto dalla fascia che gli cingeva i fianchi. Un foglio di carta.

Poi, mentre due Rossi reggevano i cavalli per le briglie, altri due cominciarono a tagliuzzare con un coltello i fianchi delle bestie, praticando piccole incisioni, poco profonde, ma sufficienti a farli impazzire dal dolore. I cavalli presero a impennarsi e a scalciare; infine, gettati a terra i Rossi che li trattenevano, partirono al galoppo verso casa, esattamente come i Rossi avevano previsto.

Un messaggio, ecco che cos’era. Quei Rossi volevano essere inseguiti. Volevano che i Bianchi saltassero a cavallo armati di moschetto e partissero in massa all’inseguimento. Proprio come Daniel Boone. E come lui, seguissero le urla, e impazzissero nell’udir morire i loro figli un poco alla volta.

In quell’occasione Alvin prese la ferma decisione che, vivi o morti, lui e Measure non avrebbero lasciato che i loro genitori udissero ciò che aveva udito Daniel Boone. Scappare era fuor di questione. Anche se Al avesse sciolto i nodi della corda — cosa che avrebbe potuto fare con facilità -, due ragazzi bianchi non avevano alcuna possibilità di distanziare una banda di Rossi nella foresta. No, quei Rossi li avrebbero tenuti prigionieri per tutto il tempo che avessero voluto. Ma Al sapeva come impedir loro di fare troppo male a lui e a Measure. In questo caso infatti non avrebbe fatto niente di sbagliato, perché non avrebbe usato il suo dono solo per se stesso. L’avrebbe usato per suo fratello, per la sua famiglia, e in un certo senso anche per i Rossi, perché se fosse accaduto qualcosa di veramente grave, se qualche ragazzo bianco fosse stato veramente torturato a morte, sarebbe scoppiata la guerra, quella vera, un lungo e spietato conflitto tra Rossi e Bianchi, e sarebbe morta un sacco di gente da entrambe le parti. Al avrebbe dunque potuto ricorrere al suo dono, purché naturalmente non l’avesse usato per ammazzare qualcuno.

Messi in fuga i cavalli, i Rossi legarono al collo di Al e di Measure delle cinghie di cuoio a mo’ di guinzaglio. Measure era più alto di chiunque dei Rossi, e per non restare soffocato fu costretto a chinarsi. Correre gli risultava perciò faticosissimo. Al, che si trovava dietro di lui, poteva vedere come lo trattavano, poteva udirlo quasi rantolare per via della cinghia stretta al collo. Per Al fu una cosa semplicissima entrare nella cinghia e stirarla, allungandola un po’ alla volta finché il cappio non si allentò e Measure non poté correre in posizione praticamente eretta. La cosa avvenne così lentamente che i Rossi non ci fecero caso. Ma Al sapeva che si sarebbero ben presto accorti di ciò che stava avvenendo.

Tutti sapevano che i Rossi non lasciavano impronte, e che, quando prendevano prigioniero un Bianco, di solito se lo caricavano sulle spalle tenendolo per le mani e per i piedi come una carcassa di cervo, in modo che goffo com’era non lasciasse traccia del proprio passaggio. Da questo si doveva dedurre che quei Rossi volevano essere seguiti, visto che permettevano ad Al e Measure di lasciare le loro impronte sul terreno.

Allo stesso tempo, però, facevano in modo che seguirli non fosse troppo facile. Dopo quella che ad Al e a Measure parve un’eternità — un paio d’ore almeno — giunsero a un ruscello e lo risalirono camminando nell’acqua per un certo tratto; quindi ripresero a correre per un altro mezzo miglio o forse un miglio intero, prima di giungere a una radura dove finalmente si fermarono per accendere il fuoco.

Nei pressi non c’erano fattorie, ma la cosa non significava molto. Ormai i cavalli erano sicuramente arrivati a destinazione, con i fianchi tutti tagliuzzati, i vestiti insanguinati dei due fratelli e i nomi incisi sulla sella. Sicuramente in quello stesso momento tutti i capifamiglia bianchi della regione stavano conducendo i loro cari a Vigor Church, dove un piccolo gruppo di uomini avrebbe potuto difenderli, mentre gli altri partivano alla ricerca dei ragazzi dispersi. E mentre la mamma era pallida per il terrore, papà ruggiva agli altri uomini di far presto, presto, non c’era un minuto da perdere, bisognava trovare i ragazzi: se non venite subito ci andrò da solo! E gli altri dicevano: calma, calma, da solo non potresti fare nulla di buono, li prenderemo, puoi scommetterci. Nessuno tuttavia avrebbe ammesso ciò che tutti sapevano… che Al e Measure erano praticamente già morti.

Ma Al non aveva la minima intenzione di morire. Nossignori. Era fermamente deciso a restare assolutamente vivo, insieme con Measure.

I Rossi alimentarono il fuoco sino a farlo divampare. Sicuramente non avevano intenzione di mettersi a cucinare. E col sole già caldo e dardeggiale, Al e Measure sudavano a profusione, anche con indosso solo le leggere mutande estive. Ancora di più sudarono quando i Rossi tolsero loro anche quelle, sbottonandole sul davanti e tagliandole di dietro, così che i due si ritrovarono seduti per terra completamente nudi. Fu più o meno in quel momento che uno dei Rossi notò la fronte di Al. Improvvisando una specie di tampone con la stoffa delle mutande, glielo passò sulla faccia, strofinando forte per togliere il sangue secco. Poi cominciò a farfugliare qualcosa in tono concitato. Gli altri si raccolsero a guardare. Poi controllarono anche la fronte di Measure. Be’, Al sapeva che cosa stavano cercando. E sapeva che non l’avrebbero trovato. Perché la ferita era guarita senza lasciare nemmeno una cicatrice. E naturalmente non ne era rimasta traccia neanche sul viso di Measure, visto che a lui non avevano fatto niente. Questo avrebbe senz’altro dato loro da pensare.

Ma non era sulle proprie capacità di guaritore che Al poteva fare affidamento per salvare se stesso e il fratello. Era un procedimento troppo lento e complicato… quelli là avrebbero sempre potuto tagliare più in fretta di quanto Al fosse in grado di rimediare, e questa era la verità. Molto più rapido sarebbe stato usare il suo dono su materiali come la pietra e il metallo, che dentro erano tutti fatti della stessa sostanza; la carne viva, invece, era complicata da ogni sorta di minuscoli dettagli che lui era costretto a riordinare nella propria testa prima di poterli trasformare e rendere nuovamente interi.

Così quando uno dei Rossi si accovacciò di fronte a Measure brandendo un coltello, Al non attese che cominciasse a tagliare, ma si concentrò su quel coltello, sull’acciaio di cui era fatto. Era un coltello da Bianco. Anche i moschetti che avevano a tracolla erano armi da Bianchi. Alvin ne trovò il filo, la punta, e li appiattì, li arrotondò, li lisciò.

Il Rosso posò il coltello sul torace nudo di Measure e fece il gesto di tagliare. Measure si irrigidì, raccogliendo tutto il suo coraggio in attesa del dolore. Ma quel coltello non segnò la carne di Measure più di quanto non avrebbe fatto un cucchiaio.

Ad Al quasi venne da ridere, vedendo il Rosso ritirare il coltello e alzarselo davanti agli occhi, nel tentativo di capire che cosa non funzionasse. Per provarne il filo, se lo passò su un polpastrello; Al per un attimo fu tentato di renderlo di nuovo tagliente come un rasoio, ma no, no, la regola era che poteva usare il suo dono per far diventare le cose come dovevano essere, non per fare del male agli altri. Gli altri Rossi si raccolsero intorno al primo per osservare il coltello. Alcuni ne canzonarono il proprietario, probabilmente ritenendo che si fosse dimenticato di affilarlo. Al intanto andava in cerca di tutte le lame d’acciaio che quei Rossi avevano addosso, e via via che le trovava le lisciava e le arrotondava. Quando ebbe finito, con quei coltelli non sarebbero riusciti a tagliare in due neanche una foglia di lattuga.