Выбрать главу

Poi in quel guazzabuglio di parole Alvin ne colse una, un nome: Ta-Kumsaw. Al guardò Measure per capire se l’aveva sentito anche lui, e Measure gli restituì lo sguardo aggrottando la fronte, non meno perplesso di lui. Entrambi pronunciarono quel nome contemporaneamente: Ta-Kumsaw.

Questo forse significava che era stato Ta-Kumsaw a volere tutto ciò? E adesso perché ce l’aveva con i loro rapitori? Perché avevano catturato i due ragazzi, o perché non erano riusciti a torturarli? I Rossi non fornirono alcuna spiegazione. L’unica cosa di cui Al poté essere certo fu ciò che fecero. I nuovi venuti tolsero agli altri i loro moschetti, quindi li scortarono nel bosco. Con Al e Measure restarono solo una decina di Rossi, tra i quali Ta-Kumsaw.

«Dicono che tu abbia dita d’acciaio» disse Ta-Kumsaw.

Measure guardò Al come a pregarlo di rispondere, ma Al non sapeva che dire. Sicuramente non sarebbe andato a spiattellare a quel Rosso quello che aveva fatto. Così alla fine fu Measure a rispondere, alzando le mani e agitando le dita. «Per quanto ne so, sono dita normalissime» disse.

Ta-Kumsaw allungò il braccio e afferrò il giovane per la mano; la sua doveva essere una presa ben salda, se quando Measure cercò di sottrarvisi non ci riuscì. «Pelle di ferro» disse Ta-Kumsaw. «Non si può tagliare con coltello. Non brucia. Ragazzi di pietra.»

Il Rosso costrinse Measure ad alzarsi in piedi, e con la mano libera lo schiaffeggiò sul braccio. «Ragazzo di pietra, buttami nella polvere!»

«Non voglio lottare con te» disse Measure. «Non voglio battermi con nessuno.»

«Buttami giù!» ordinò Ta-Kumsaw. Così dicendo, aggiustò la presa, mise avanti un piede e attese che Measure facesse altrettanto. Così si affrontarono, uomo contro uomo, come facevano i Rossi nei loro giochi. Solo che quello non era un gioco, non per i due ragazzi che avevano visto la morte in faccia e non avevano alcuna sicurezza che non si trovasse subito dietro l’angolo.

Al non sapeva bene che cosa fare, ma sull’onda dell’entusiasmo delle prodezze appena compiute si trovava nello stato d’animo giusto per fare qualcosa. Così fu quasi senza pensare alle possibili conseguenze che nello stesso istante in cui Measure e Ta-Kumsaw cominciarono a spingersi e a strattonarsi, Al fece cedere il terreno sotto i piedi di Ta-Kumsaw, così che la sua stessa spinta lo fece ruzzolare scompostamente nella polvere.

Gli altri Rossi fino a quel momento erano stati lì a ridere e a schernire bonariamente i contendenti; ma quando videro il più grande capo di tutte le tribù, un uomo il cui nome era noto da Boston a New Orleans, piombare a terra come un sacco di patate persero subito la voglia di ridere. Anzi, se vogliamo dire la verità, in quella radura non si udiva più volare una mosca. Ta-Kumsaw si tirò lentamente in piedi e guardò il terreno, strofinandovi sopra il piede. Adesso, si capisce, era tornato solido come prima. Il Rosso tuttavia fece qualche passo indietro finché non si trovò sull’erba, quindi tese nuovamente la mano.

Stavolta Measure si sentiva un po’ più tranquillo, e tese a sua volta la mano; ma all’ultimo momento Ta-Kumsaw ritrasse la sua. Quindi restò immobile, senza guardare Measure o Al o chiunque altro dei presenti, limitandosi a fissare nel vuoto, il viso serio e contratto. Poi si girò verso gli altri Rossi e indirizzò loro una raffica di parole intercalate con tutte le «s», le «k» e le «x» della lingua shawnee. Al e gli altri bambini di Vigor Church imitavano spesso per gioco la lingua dei Rossi pronunciando a turno sfilze di parole senza senso del tipo «baxi taxi skakki waxi» per poi scompisciarsi dalle risate. Ma il modo in cui Ta-Kumsaw pronunciò quelle parole non aveva nulla di umoristico. Quando il Rosso ebbe finito di parlare, Al e Measure si ritrovarono di nuovo costretti a correre con una corda legata al collo. E quando i resti delle mutande cominciarono a calar loro sulle ginocchia facendoli inciampare, Ta-Kumsaw tornò indietro e strappò loro di dosso quegli ultimi brandelli facendo a pezzi il tessuto con le mani, l’espressione irata. Né Al né Measure se la sentirono di spiegargli che a quel punto erano quasi nudi, considerando che l’unico capo d’abbigliamento loro rimasto era la corda che avevano intorno al collo; ma quello non pareva il momento adatto a far rimostranze. Non avevano la minima idea di dove Ta-Kumsaw li stesse portando; ma siccome non avevano possibilità di scelta, non avevano neanche grandi motivi per chiederglielo.

Al e Measure non avevano mai corso tanto lontano e tanto a lungo in tutta la loro vita. Un’ora dopo l’altra, un miglio dopo l’altro, senza mai andare troppo in fretta, ma al tempo stesso senza fermarsi mai. Di quel passo, un Rosso a piedi poteva lasciarsi indietro un Bianco a cavallo, a meno che il Bianco non costringesse la bestia a galoppare in continuazione. Cosa che al cavallo non faceva certo bene. E il cavallo aveva bisogno di spazi aperti o di strade battute, mentre i Rossi… i Rossi non avevano neanche bisogno di sentieri.

Al non perse tempo a capire che per i Rossi correre nella foresta significava qualcosa di molto diverso che per lui e Measure. L’unico rumore che udiva erano i passi suoi e del fratello. Trovandosi quasi in fondo alla fila, Al poteva vedere quello che succedeva a Measure. Quando il Rosso che teneva Measure spingeva un ramo con il corpo, il ramo si piegava docilmente per lasciarlo passare. Ma un istante dopo, quando era Measure che cercava di passare, il ramo gli artigliava la pelle e poi si spezzava. I Rossi mettevano il piede su radici o ramoscelli senza inciampare e senza che si udisse il minimo rumore; quando Al metteva il piede nello stesso punto, regolarmente incespicava e rischiava di cadere, con il laccio che gli si stringeva intorno al collo; o il ramoscello gli si spezzava sotto il piede, o la ruvida scorza della radice gli lacerava la pelle. Al, essendo ancora un ragazzo, andava ancora parecchio in giro a piedi nudi, e aveva le piante dei piedi abbastanza indurite. Ma Measure portava ormai da qualche anno scarpe da adulto, e dopo non più di mezzo miglio Al vide che i piedi avevano cominciato a sanguinare.

Al pensò che intanto almeno una cosa poteva farla: aiutare i piedi di suo fratello a rimettersi in sesto. Provò dunque a entrargli dentro, a cercare la strada nel corpo di suo fratello come aveva fatto con la pietra, il legno e l’acciaio. Ma, correndo, concentrarsi gli era difficile. E la carne viva era decisamente troppo complicata.

Al, però, non era tipo da rinunciare troppo facilmente. E di conseguenza tentò una strada diversa. Poiché era la corsa a distrarlo, smise semplicemente di pensare a correre. Non guardò più il terreno. Non cercò di posare i piedi dove li posavano i Rossi davanti a lui, insomma non ci pensò proprio più. Come quando si vuole smorzare la luce di una lampada a olio, Al abbassò per così dire il suo stoppino, senza mettere a fuoco lo sguardo su nulla, senza pensare a nulla, lasciando che il suo corpo funzionasse come un piccolo animale domestico che lui poteva lasciar libero di andarsene come e quando voleva.

Al non si rendeva conto di fare esattamente ciò che fanno i rabdomanti, quando lasciano che la «cimice» esca dalla loro testa andandosene a zonzo a suo piacere. Bisogna anche riconoscere che proprio la stessa cosa non era, perché nessun rabdomante al mondo ha mai provato a cercar l’acqua correndo a perdifiato con un laccio stretto intorno al collo.

Adesso tuttavia Al non ebbe la minima difficoltà a entrare nel corpo di Measure, a trovare i punti che gli dolevano, le ferite sanguinanti sotto i piedi, il dolore ai muscoli delle gambe, la fitta al fianco. Guarire le ferite, rafforzare la pianta dei piedi, renderla dura e callosa fu abbastanza facile. Per quanto riguardava il resto, Al sentì che il corpo di Measure aveva un tremendo bisogno di respirare meglio, più a fondo, più in fretta; così Al gli entrò nei polmoni e li liberò, li aprì nei più profondi recessi. Ora, quando Measure inspirava, il suo corpo riusciva a usare l’aria molto meglio, strizzandola per così dire come un panno bagnato in modo da ricavarne il massimo vantaggio. Al capiva ben poco di quel che stava facendo… ma seppe che funzionava, perché il dolore nel corpo di Measure cominciò a diminuire, e il fratello non era più così stanco, non rantolava più cercando di prender fiato.