E forse era proprio ciò che stava per accadere. In quella spedizione si erano portati dietro il vecchio Tack Sweeper, che sbuffando e ansimando era riuscito a tener dietro ai migliori camminatori. Il suo vigore era straordinario, considerando che quando respirava i polmoni gli sferragliavano come un sacco pieno di ferri da cavallo. Tack Sweeper aveva un dono, anche se non del tutto attendibile, come del resto riconosceva lui stesso. Ma qualche volta funzionava straordinariamente bene. Per farla breve, gli bastava starsene in un posto per qualche tempo a occhi chiusi, e in qualche modo vedeva le cose che vi erano accadute nel passato. Non molto: una rapidissima visione, qualche faccia. Ma abbastanza. Come la volta che avevano temuto che Jan de Vries si fosse suicidato, o addirittura l’avessero ammazzato. Tack aveva visto che era stato un incidente, che il fucile gli si era scaricato in faccia, così l’avevano potuto seppellire nel cimitero dietro la chiesa, e non avevano dovuto preoccuparsi di catturare l’assassino.
Perciò ora tutti speravano che Tack potesse rivelare qualcosa di ciò che era accaduto in quella radura. Il vecchio li fece indietreggiare tutti fino al limitare della foresta, in modo che non lo disturbassero. Poi si mise a camminare in cerchio con gli occhi chiusi, muovendosi lentamente. «Voialtri non avreste dovuto scaldarvi tanto» disse dopo un po’. «Per adesso vedo soltanto voi che buttate il fiato per niente.» Tutti risero, un po’ imbarazzati. Avrebbero dovuto pensarci prima a non disturbare i ricordi di un posto prima che Tack potesse arrivarci.
«Non mi piace affatto. Non vedo altro che facce di Rossi. Coltelli, tanti coltelli che squarciano la pelle di qualcuno. Un’accetta che colpisce.»
Al Miller si lasciò sfuggire un lamento.
«È tutto così confuso, da quante cose sono successe» proseguì Tack. «Non vedo più nulla. No. No, qualcosa vedo… un uomo. Un Rosso. Lo riconosco, ho già visto la sua faccia… Se ne sta lì in piedi, immobile, e quella faccia io la conosco.»
«Chi è?» chiese Corazza-di-Dio. Ma lo sapeva già, la paura gli attanagliava le viscere, eccome se lo sapeva già.
«Ta-Kumsaw» disse Tack. Spalancò gli occhi e guardò Armor, quasi chiedendogli scusa. «Non ci avrei creduto nemmeno io, Armor» aggiunse. «Ho sempre pensato che Ta-Kumsaw fosse l’uomo più coraggioso che avessi mai conosciuto. Ma è stato qui, ed era lui a comandare. L’ho visto in piedi che diceva agli altri quello che dovevano fare. Se ne stava proprio qui. L’ho visto bene, perché nessun altro è rimasto tanto a lungo nello stesso posto. Ed era furioso. Di questo sono sicuro.»
Armor gli credette. E anche gli altri; tutti sapevano che Tack era un uomo onesto, e se diceva di esserne sicuro bisognava credergli. Ma doveva pur esserci una spiegazione. «Forse è venuto a salvare i ragazzi, non ci avevate pensato? Forse è venuto a impedire a una banda di Rossi selvaggi di…»
«Amico dei Rossi!» urlò qualcuno.
«Eppure Ta-Kumsaw lo conoscete! Non è un vigliacco, e rapire quei ragazzi è stata una vigliaccata, qualcosa che lui non avrebbe mai fatto, e lo sapete!»
«Con i Rossi non si sa mai.»
«Non è stato Ta-Kumsaw a rapirli!» insisté Corazza-di-Dio. «Ne sono sicuro!»
Poi tutti tacquero, perché il vecchio Al Miller si era fatto strada in mezzo al gruppo fino a trovarsi a faccia a faccia con Corazza-di-Dio. Qui giunto, squadrò il genero dall’alto in basso, con una faccia che pareva quella di un’anima dannata da quanto era infuriato. «Tu non sei sicuro di niente, Corazza-di-Dio Weaver. Tu sei il più indegno putridume che si sia mai formato in fondo a un vaso da notte. Prima hai sposato mia figlia e le hai proibito di usare talismani perché eri sicurissimo che fossero opera del demonio. Poi hai lasciato che tutti quei Rossi si stabilissero alle porte di casa nostra. E quando qualcuno ha proposto di costruire una palizzata hai detto che non sarebbe servita a niente, che avrebbe semplicemente offerto ai francesi qualcosa da assalire e bruciare, che con i Rossi saremmo stati amici e loro ci avrebbero lasciati in pace, che con i Rossi avremmo potuto commerciare. E ora guarda a che punto ci hai portati! Guarda che cosa hai fatto! Sì, dobbiamo essere proprio contenti di averti ascoltato. Io non penso che tu sia amico dei Rossi, Corazza-di-Dio, penso soltanto che tu sia il più grande idiota che abbia mai attraversato l’Hio per venirsene all’ovest, e più idioti di te siamo solo noi se continuiamo a darti ascolto per un solo istante!»
Poi Al Miller si rivolse agli astanti, che lo guardavano con un’espressione di timore reverenziale, come se avessero visto manifestarsi qualche potenza celeste. «Sono dieci anni che da queste parti facciamo come dice Armor. Ma per quanto mi riguarda, è finita. Per venire qui ho perso un figlio maschio nel fiume Hatrack. Adesso ne ho persi altri due. Me ne restano solo cinque, ma vi giuro che io stesso gli metterò il fucile in mano e li condurrò a Prophetstown e insieme spediremo quei Rossi all’inferno, anche se dovessimo morire tutti quanti! Mi avete sentito?»
L’avevano sentito, eccome. E gli risposero con un unico grido di entusiasmo. Quelle erano le parole che volevano sentirsi rivolgere, parole d’odio, di rabbia e di vendetta, e nessuno era più adatto a pronunciarle di Al Miller, che in genere era l’uomo più pacifico della terra e non attaccava mai briga con nessuno. E il fatto che fosse il padre dei due ragazzi rapiti dava ancor più forza alle sue parole.
«Per come la vedo io» proseguì Al Miller «Bill Harrison aveva ragione fin dall’inizio. Rossi e Bianchi non possono vivere insieme in questo paese. E voglio dirvi un’altra cosa. Non sarò io ad andarmene. Troppo sangue mio è stato sparso perché io possa far fagotto e partire. Resterò, o sopra questa terra, o sotto.»
Anch’io, dissero tutti quanti. Hai ragione, Al Miller. Resteremo.
«Grazie al nostro Armor, non abbiamo palizzate, né basi dell’esercito federale più vicine di Carthage City. Se li attacchiamo subito, potremmo perdere tutto e tutti. Perciò limitiamoci a tenere a bada i Rossi e intanto mandiamo qualcuno a chiedere aiuto. Una decina di uomini a Carthage City, per chiedere a Bill Harrison di mandarci dei soldati, e se può anche qualche pezzo d’artiglieria. I miei due ragazzi non ci sono più, e mille Rossi per ciascuno dei miei figli non saranno per me vendetta sufficiente!»
I dieci cavalieri partirono il mattino seguente alle prime luci dell’alba. I prati comuni erano affollati di carri appartenenti alle famiglie provenienti dalle fattorie più isolate che in numero sempre crescente venivano a rifugiarsi presso parenti e amici. Ma Al Miller non era lì a salutare i partenti. Se il giorno prima erano state le sue parole a mettere tutti quanti in movimento, ciò non significava che fosse disposto a prendere il comando delle operazioni. Al Miller non voleva essere un capo. Voleva soltanto che i suoi ragazzi tornassero a casa.
In chiesa, Corazza-di-Dio sedeva nel primo banco, in preda allo sconforto. «Stiamo facendo un tremendo errore» disse al reverendo Thrower.
«È inevitabile che gli uomini commettano errori» disse Thrower «quando prendono le loro decisioni senza l’aiuto del Signore.»
«Non è stato Ta-Kumsaw, ne sono sicuro. E nemmeno il Profeta.»
«Ammesso che sia un profeta, non lo è certo del vero Dio» disse Thrower.
«Ma non è un assassino» disse Armor. «È possibile che Tack abbia ragione, forse Ta-Kumsaw è in qualche modo implicato in questa faccenda. Ma di una cosa sono certo. Ta-Kumsaw non è un assassino. Anche quando era giovane, durante la guerra del generale Wayne, una banda di Rossi stava per bruciare vivi dei prigionieri, come usavano fare a quei tempi… credo fossero Chippy-Wa. E proprio in quel momento, Ta-Kumsaw arriva solo soletto, unico Shaw-Nee davanti a tutti quei Chippy-Wa, e li convince a desistere. Noi vogliamo che l’uomo bianco ci rispetti — gli fa — che ci rispetti come una grande nazione. Ma se ci comportiamo in questo modo, l’uomo bianco non ci rispetterà mai! Dobbiamo comportarci civilmente. Basta con gli scalpi, con le torture, con i prigionieri straziati e bruciati. Ecco che cosa gli dice. E a quei suoi principi si è sempre attenuto. Certo, uccide in battaglia, ma in tutte le scorrerie che ha fatto nel sud non ha ucciso neanche un Bianco, ve ne rendete conto? Se quei ragazzi sono finiti in mano a Ta-Kumsaw, sono al sicuro come se fossero a letto con la mamma.»