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E poi finalmente Alvin vide degli uomini, anche se all’inizio non ne era troppo sicuro perché erano Neri, e in vita sua di Neri ne aveva visto soltanto uno, uno schiavo di proprietà di un mercante proveniente dalle Colonie della Corona che un paio d’anni prima era capitato dalle parti di Vigor Church. Ma benché neri sembravano proprio esseri umani, e coglievano la frutta dagli alberi e le bacche dai cespugli, imboccandosi a vicenda, seguiti da una nidiata di marmocchietti. A un certo punto due di loro si azzuffavano, e quello più grosso ammazzava il più piccolo. Il padre tornava indietro, prendeva a calci l’uccisore e lo cacciava via. Poi prendeva tra le braccia il cadaverino e lo riportava alla mamma, e tutti e due si mettevano a piangere, e deponevano a terra il corpo e lo coprivano di sassi. Poi radunavano il resto della famiglia e se ne andavano, e dopo qualche passo si rimettevano a mangiare e smettevano di piangere, e continuavano tranquilli e beati per la loro strada. Questi sono sicuramente esseri umani, pensò Alvin. È proprio così che si comporta la gente.

La Terra continuava a girare, e quando gli fu di nuovo dinanzi, Alvin la vide popolata da gente di ogni tipo, scuri di pelle nei paesi caldi, chiari nei paesi freddi, e nel mezzo ogni sorta di sfumature. Tranne quando i raggi del Sole toccarono l’America. In America la gente era tutta più o meno uguale, tutti Rossi, che vivessero a nord o a sud, al caldo o al freddo, all’umido o all’asciutto. E in confronto al resto del mondo, quella terra era in pace. Era strano per Alvin vedere che quando la parte più estesa delle terre emerse gli passava davanti, con tutte le diverse razze e nazioni che vi abitavano, a ogni giro tutto cambiava, intere nazioni si trasferivano da un posto all’altro, tutto si spostava senza interruzione, e guerre di continuo, dappertutto. Nella parte più piccola, invece, in America, qualche guerra c’era, sì, ma tutto era più lento, più calmo. La gente viveva secondo un ritmo diverso. La terra aveva un battito cardiaco tutto suo, una vita tutta sua.

Ogni tanto dal vecchio mondo arrivava qualcuno, più che altro pescatori. Gente che aveva sbagliato la rotta, che era stata trascinata via da una tempesta, che fuggiva dai propri nemici. Quella gente sbarcava, e per qualche tempo cercava di vivere in America come aveva vissuto nel vecchio mondo, cercando di costruire in fretta, riprodursi in fretta e ammazzare più gente possibile. Come una malattia. Ma prima o poi si univa ai Rossi e scompariva, o si estingueva. Nessuno riusciva a conservare a lungo le abitudini del vecchio mondo.

Almeno fino a ora, pensò Alvin. Stavolta quando siamo arrivati eravamo troppo forti. Come uno che si becca un paio di raffreddori, e allora pensa che forse non arriverà mai ad ammalarsi sul serio, e poi gli capita di prendere il vaiolo e allora capisce che fino a quel momento non è mai stato veramente malato.

Alvin si sentì posare una mano sulla spalla.

«Allora è questo che stai guardando» disse il Profeta. «Che cos’hai visto?»

«Penso di avere visto l’intera creazione del mondo» rispose Al. «Proprio come nella Bibbia. Penso di avere visto…»

«Lo so che cos’hai visto. Tutti coloro che vengono in questo posto vedono la stessa cosa.»

«Credevo che tu avessi detto che prima di me non ci avevi mai portato nessuno.»

«Questo posto… vi si può arrivare attraverso molte porte. Alcuni vi giungono attraverso il fuoco. Altri attraverso l’acqua. Altri facendosi seppellire nella terra. Altri precipitando nell’aria. Giungono in questo posto e vedono. Quando tornano indietro, raccontano ciò di cui si ricordano, per quanto ne hanno capito, e lo raccontano con le parole di cui dispongono, e gli altri ascoltano e ricordano, per quanto ne possono capire. Questo è il luogo dove si vede.»

«Non voglio andare via» disse Alvin.

«Lo so. Nemmeno l’altro lo vuole.»

«Chi? C’è forse qualcun altro?»

Il Profeta scosse la testa. «Non il suo corpo. Ma lo sento dentro di me, che guarda attraverso il mio occhio.» Si toccò lo zigomo sotto l’occhio buono. «Non questo, l’altro.»

«Non sai chi sia?»

«È bianco» disse il Profeta. «Ma non ha importanza. Chiunque sia, non ha fatto niente di male. Penso che forse… sia stato un bene. Adesso dobbiamo andare.»

«Ma io voglio sapere tutte le storie di questo posto!»

Il Profeta rise. «Potresti vivere in eterno, e non riusciresti a vederle tutte. Queste storie cambiano più in fretta di quanto un uomo riesca a vedere.»

«Ma almeno potrò tornare qui? Voglio vedere tutto, ogni cosa!»

«Non ti ci riporterò mai più» disse il Profeta.

«Perché? Che cos’ho fatto di male?»

«Taci, Ragazzo degli Scarafaggi. Non ti ci riporterò mai più perché non ci tornerò mai più nemmeno io. Questa è stata l’ultima volta. Ho visto la fine di tutti i miei sogni.»

Per la prima volta, Alvin si rese conto di quanto il Profeta apparisse triste. Aveva il viso stravolto dal dolore.

«È in questo posto che ti ho visto. Ho visto che ti dovevo portare qui. Ti ho visto nelle mani dei Chok-Taw. E ho mandato mio fratello a prenderti e a portarti da me.»

«È perché mi hai portato qui che non potrai tornarci mai più?»

«No. La terra ha scelto. La fine verrà presto.» Sorrise, ma nel suo sorriso c’era qualcosa di agghiacciante. «Quel vostro predicatore, il reverendo Thrower, una volta mi disse… se il tuo piede si ammala, taglialo e gettalo via. È così che dice, vero?»

«Non me ne ricordo.»

«Io sì» disse il Profeta. «Questa parte della terra è già ammalata. Perciò è necessario tagliarla, perché il resto possa vivere.»

«Che vuoi dire?» Alvin si vide passare davanti agli occhi immagini di terre che si sgretolavano precipitando in mare.

«L’uomo rosso se ne andrà a ovest del Mizzipy. L’uomo bianco se ne rimarrà a est. La parte rossa della terra continuerà a vivere. La parte bianca sarà come morta, amputata. Piena di fumo e di metallo, di fucili e di morte. Gli uomini rossi che resteranno a est diventeranno Bianchi. E gli uomini bianchi non verranno a ovest del Mizzipy.»

«Ci sono già uomini bianchi a ovest del Mizzipy. Soprattutto mercanti e cacciatori di pellicce, ma anche coloni con le loro famiglie.»

«Lo so» disse il Profeta. «Ma da ciò che ho visto oggi… ho capito come si può ottenere che l’uomo bianco non si spinga più a ovest, e l’uomo rosso non resti più a est.»

«E come?»

«Se te lo dico» disse il Profeta «non accadrà. Certe cose che si vedono in questo posto non si possono raccontare, altrimenti cambiano e non si realizzano più.»

«Parli della città di cristallo?» chiese Alvin.

«No» disse il Profeta. «Parlo del fiume di sangue. Della foresta di ferro.»

«Fammeli vedere!» esclamò il ragazzo. «Fammi vedere ciò che hai visto!»

«No» disse il Profeta. «Non manterresti il segreto.»

«E perché no? Se ti do la mia parola, saprò mantenerla!»

«Potresti continuare a darmi la tua parola per tutto il giorno, Ragazzo degli Scarafaggi, ma di fronte a quella visione urleresti di paura e di dolore. E ne parleresti a tuo fratello. Ne parleresti ai tuoi familiari.»

«Deve succedergli qualcosa?»

«Nessuno dei tuoi familiari morirà» assicurò il Profeta. «Qualunque cosa succeda, ne usciranno sani e salvi.»

«Fammelo vedere!»

«No» disse il Profeta. «Adesso distruggerò la torre, e tu ricorderai tutto quello che abbiamo fatto e detto. Ma se vuoi tornare qui a vedere ciò che desideri, prima dovrai trovare la città di cristallo.»