Edmure la guardò con curiosità: «Stannis garantisce che la guarnigione potrà andarsene, senza danni, a patto che si arrendano entro una settimana e che gli consegnino il ragazzo. Ser Cortnay però rifiuta di cedere».
“Sta rischiando tutto per un ragazzo bastardo che non è neppure del suo sangue” pensò Catelyn ammirata e spaventata. «Gli hai risposto, Edmure?»
«Rispondere cosa?» suo fratello scosse nuovamente il capo. «Se non abbiamo da offrire né aiuto né speranze. Inoltre, Stannis non è nostro nemico.»
«Mia signora» intervenne ser Robin Ryger. «Puoi dirci qualcosa sulle circostanze della morte di Renly? Le storie che continuiamo a udire sono molto strane.»
«Cat» aggiunse Edmure. «Alcuni dicono che sei stata tu a uccidere Renly. Altri che sia stata…» il suo sguardo si spostò su Brienne «una donna del Sud.»
«Il mio re è stato assassinato» disse quietamente la donna guerriera «ma non da lady Catelyn. Lo giuro sulla mia spada, e sugli dei nuovi e antichi.»
«Questa è Brienne di Tarth» disse Catelyn a tutti loro. «Figlia di lord Selwyn di Evenstar, che ha servito nella Guardia dell’arcobaleno. Brienne, ti presento mio fratello ser Edmure Tully, erede di Delta delle Acque. Il suo attendente, Utherydes Wayn. Ser Robin Ryger e ser Desmond Grell.»
«È un onore» disse ser Desmond. Gli altri si associarono. Brienne arrossì, imbarazzata perfino da questa semplice forma di cortesia. Se anche Edmure pensò che lei fosse uno strano tipo di donna, ebbe quanto meno la sensibilità di non dire niente.
«Brienne si trovava con Renly quando è stato ucciso» riprese Catelyn. «Lo stesso vale per me. Ma nessuna di noi due ha nulla a che fare con la sua morte.» Di fronte a tutti quegli uomini evitò di parlare dell’ombra venuta dal vento. Quindi cambiò argomento, accennando ai corpi che penzolavano dai merli della fortezza. «Chi è questa gente che avete impiccato?»
Edmure alzò lo sguardo a disagio: «Erano venuti al seguito di ser Cleos Frey, latore della risposta della regina Cersei alla nostra offerta di pace».
Catelyn stentò a crederlo: «Hai ucciso degli emissarii».
«Falsi emissari» chiarì Edmure. «Hanno garantito la missione di pace e hanno consegnato le armi. Così io permisi loro la libertà di muoversi nel castello. Per tre notti hanno mangiato la mia carne e bevuto il mio vino mentre parlavo con ser Cleos.»
«E la quarta notte?»
«Hanno cercato di liberare lo Sterminatore di re» Edmure indicò uno dei corpi. «Quella specie di scimmione ha assassinato due delle nostre guardie a mani nude. Li ha presi per la gola e ha sfondato loro il cranio picchiando una testa contro l’altra. Questo mentre quell’altro più magro» indicò un secondo corpo «apriva la cella dello Sterminatore di re con una specie di filo di ferro, che gli Estranei se lo portino alla dannazione. L’ultimo della fila era una specie di maledetto guitto. Ha imitato la mia voce e ha dato l’ordine di aprire il Portale del Fiume. Le guardie, Enger, Delp, Lew il Lungo, giurano tutte e tre di aver creduto che fossi proprio io. Io l’ho sentita la sua voce, e secondo me è del tutto diversa dalla mia. Eppure quei tre idioti stavano comunque sollevando la grata.»
Questa era opera del Folletto, Catelyn era pronta a scommetterci. Puzzava del medesimo genere d’inganno con cui Tyrion Lannister era riuscito a evadere dal Nido dell’Aquila. In passato, avrebbe detto che, tra tutti i Lannister, Tyrion era quello meno pericoloso. Ma adesso non ne era più tanto sicura.
«Come avete fatto a prenderli?»
«Be’, ecco, proprio quella sera io non ero al castello» Edmure ebbe un’espressione contrita. «Ero per l’appunto andato dall’altra parte del Tumblestone… voglio dire…»
«Vuoi dire che eri andato a ubriacarti o a puttane» tagliò corto Catelyn. «D’accordo, sentiamo il resto.»
«Mancava poco meno di un’ora all’alba» le guance di Edmure erano diventate rosse come la sua barba. «Proprio allora io stavo rientrando. Lew il Lungo ha visto la mia barca e mi ha riconosciuto. Per cui ha cominciato a chiedersi chi fosse l’individuo nel cortile che stava berciando ordini con la mia voce. Così ha lanciato l’allarme.»
«Edmure, dimmi che lo avete ripreso.»
«Lo abbiamo ripreso, Catelyn» le assicurò Edmure. «Lo Sterminatore di re è di nuovo in cella a Delta delle Acque. Ma non è stato facile. Jaime Lannister è riuscito a mettere mano a una spada. Ha abbattuto Poul Pemford e Myles, lo scudiero di ser Desmond. Ha ferito Delp in modo talmente grave che maestro Vyman dubita possa farcela. Lo ha ridotto a un pezzo di carne sanguinolenta. Nel momento in cui le lame si sono incrociate, altri mantelli porpora sono accorsi a dargli manforte, con o senza armi. Li ho impiccati a fianco di quelli che hanno cercato di liberarlo. Gli altri li ho fatti gettare nelle segrete. Anche Jaime. Da lui, non avremo più tentativi di fuga. Questa volta è giù al buio. Ai ceppi, mani e piedi incatenati alle pareti.»
«E Cleos Frey?»
«Giura e spergiura di essere completamente all’oscuro del complotto. Ma chi può dirlo? Quell’uomo è mezzo Lannister, mezzo Frey e tutto bugiardo. L’ho rinchiuso in quella che era stata la cella di Jaime nella torre.»
«Hai detto che ha portato una controproposta di Cersei.»
«Se proprio vogliamo chiamarla a quel modo… Dubito molto che a te piacerà più di quanto sia piaciuta a me, te l’assicuro.»
«Lady Stark» intervenne Utherydes Wayn, attendente di suo padre. «C’è qualche speranza di ricevere aiuto dal Sud? Quest’accusa d’incesto… Lord Tywin non è uomo da tollerare simili oltraggi. Vorrà lavare l’onta arrecata al nome di sua figlia con il sangue del suo accusatore. Lord Stannis deve essere consapevole di questo. E di non avere altra scelta se non fare causa comune con noi.»
“Stannis ha fatto causa comune con un potere molto più grande. Ed enormemente più oscuro.” Catelyn si avviò al trotto verso il portale, lasciandosi alle spalle i sinistri pendagli Lannister: «Di tutto questo parleremo più tardi».
Edmure si mise al suo fianco. Mentre superavano il ponte levatoio principale di Delta delle Acque, un bambino nudo spuntò fuori da chissà dove e trotterellò davanti alle zampe del cavallo. Per evitarlo, Catelyn fu costretta a dare un brusco colpo di redini. Gettò sguardi tesi nel timore di aver colpito il piccolo. Non era accaduto. C’erano centinaia di popolani nel castello. Era stato anche permesso loro di erigere rozzi rifugi lungo tutto il perimetro interno delle mura. Bambini correvano da tutte le parti. Il cortile era anche zeppo di mucche, pecore, pollame.
«Ma chi è tutta questa gente?»
«La mia gente» rispose Edmure. «E ha paura.»
“Caro, dolce fratello. Solamente tu potevi ammassare tutte queste bocche inutili in un castello che presto potrebbe trovarsi sotto assedio.” Catelyn era fin troppo consapevole di quanto tenero fosse il cuore di Edmure. Certe volte, pensava che il suo cervello fosse anche più tenero. Per questo, lo amava, certo. Eppure…
«Robb può essere raggiunto dai corvi messaggeri?»
«È sul campo, mia signora» rispose ser Desmond. «Gli uccelli non avrebbero modo di trovarlo.»
«Prima di partire, il giovane re…» Utherydes Wayn tossicchiò. «Ecco, lady Stark, sua Grazia Robb ci ha istruiti di inviarti alle Torri Gemelle, una volta che tu avessi fatto ritorno. Vorrebbe che tu conoscessi meglio le figlie di lord Walder Frey, in modo da consigliarlo nella scelta di quella che sarà la sua sposa, quando sarà giunto il momento.»
«Non ho alcuna intenzione di andarmene» disse Catelyn smontando da cavallo.
Non si sarebbe nuovamente allontanata da Delta delle Acque e da suo padre morente per andare a scegliere una moglie al posto di Robb. “Lui vuole che io sia al sicuro, lo capisco e non gliene voglio. Ma i suoi pretesti sono ridicoli.”