«Ragazzo» chiamò Catelyn. Un garzone corse fuori dalle stalle e venne a prendere le redini del suo cavallo.
Anche Edmure saltò giù dalla sella. Superava Catelyn di tutta la testa, ma per lei sarebbe sempre rimasto il suo fratellino. «Cat» disse in tono infelice. «Lord Tywin sta arrivando…»
«Lord Tywin sta andando a occidente, a difendere le sue terre. Se chiudiamo le porte e rimaniano al sicuro dietro le mura, dovremo soltanto guardarlo passare.»
«Queste sono le terre dei Tully» s’inalberò Edmure. «Se Tywin Lannister s’illude di poterle attraversare indenne, intendo impartirgli una lezione che non scorderà facilmente.»
“La stessa lezione che hai impartito a suo figlio?” Edmure sapeva essere ostinato quanto la roccia nel mezzo di una rapida quando veniva punto nell’orgoglio. Non avrebbe mai dimenticato come Jaime Lannister aveva letteralmente fatto a pezzi il suo esercito e preso lui prigioniero. Ma questo, nemmeno Catelyn aveva la benché minima intenzione di dimenticarlo.
«Ad affrontare lord Tywin in campo aperto abbiamo tutto da perdere e nulla da guadagnare» obiettò con tatto.
«Non intendo discutere i miei piani di battaglia in un cortile.»
«Come credi. Dove vuoi che andiamo?»
L’espressione di Edmure si rabbuiò. Per un momento, Catelyn credette che suo fratello stesse per dare in escandescenze. «Nel parco degli dei, se proprio insisti» risolse lui in tono sferzante.
Gli tenne dietro lungo un ponte coperto, fino al portale del parco degli dei. La rabbia di Edmure assumeva sempre aspetti cupi, depressi. A Catelyn dispiaceva averlo ferito, ma la posta in gioco era troppo grossa per porsi problemi d’orgoglio ferito. Quando furono sotto gli alberi, Edmure si voltò verso di lei.
«Edmure» esordì Catelyn senza mezzi termini. «Non hai forze sufficienti per scontrarti con i Lannister.»
«Una volta che li avrò radunati tutti, dovrei poter contare su ottomila fanti e tremila cavalieri.»
«E lord Tywin ne avrà il doppio.»
«Robb ha vinto battaglie in condizioni numeriche addirittura peggiori» ribatté Edmure. «Inoltre, ho un piano. Tu dimentichi Roose Bolton. Lord Tywin lo ha sconfitto sulla Forca Verde del Tridente ma non lo ha inseguito. Quando lord Tywin si è asserragliato a Harrenhal, Bolton ha occupato i guadi e gli incroci principali. Ha con sé diecimila uomini. Ho inviato Helman Tallhart a unirsi a lui insieme alla guarnigione che Robb aveva lasciato alle Torri Gemelle…»
«Edmure, quelle truppe Robb le aveva lasciate a occupare le Torri Gemelle, in modo da essere certi che lord Walder mantenesse i suoi patti con noi.»
«Li ha mantenuti, i patti!» si ostinò Edmure. «I Frey hanno combattuto con valore al bosco dei Sussurri. Il vecchio ser Stevron è caduto a Oxcross, abbiamo saputo. Ser Ryman e Walder il Nero e gli altri sono con Robb nell’ovest. Martyn Rivers è stato di grandissimo aiuto con gli esploratori. Ser Perwyn ti ha scortato da Renly e ritorno. Per gli dei, Cat, di quante altre prove di fedeltà abbiamo bisogno? Robb è promesso sposo a una delle figlie di lord Walder, e Roose Bolton ne ha sposata un’altra, mi dicono. Tu stessa non hai forse preso due dei loro nipoti come tuoi protetti a Grande Inverno?»
«Un protetto può diventare molto facilmente un ostaggio, se la situazione lo richiede.» Catelyn non era al corrente della morte di ser Stevron, né del matrimonio di Bolton.
«E allora, Cat, visto che abbiamo questi due ostaggi pronti, non è forse questa un’ulteriore ragione per indurre lord Walder a non ingannarci? Bolton ha bisogno degli uomini di Frey. E lo stesso vale per ser Helman. Ho ordinato loro di prendere Harrenhal.»
«Sarà un bagno di sangue.»
«È vero, ma una volta che il castello sarà caduto, lord Tywin si ritroverà privo di una linea di ritirata. Le mie truppe difenderanno i guadi della Forca Rossa e gli impediranno di attraversare. Se anche cercasse di attaccare sulla sponda opposta del fiume, farà la stessa fine di Rhaegar quando cercò di superare il Tridente. Se invece vorrà tenere la posizione, si ritroverà preso tra Delta delle Acque e Harrenhal. E quando Robb sarà tornato dall’occidente, lo finiremo una volta per tutte.»
Il tono di suo fratello era pieno di dura determinazione. Catelyn però avrebbe preferito che Robb non avesse voluto con lui ser Brynden nella sua campagna a ovest. Il Pesce nero era un veterano di mille battaglie, mentre Edmure ne aveva alle spalle solamente una. E quell’una l’aveva perduta.
«È una buona strategia, Cat» concluse suo fratello. «Lord Tytos è d’accordo. E anche lord Jonos. Quando mai i Blackwood e i Bracken sono stati d’accordo su qualcosa che non fosse assolutamente certo, me lo sai dire?»
«Mettiamo pure che sia così.» Di colpo, Catelyn fu piena di dubbi. Forse stava sbagliando a opporsi in quel modo. Forse quello di Edmure era davvero un ottimo piano, e le sue resistenze erano solo paure da donna. Quanto avrebbe voluto che con lei ci fosse stato Ned, o il Pesce nero, o anche… «Ne hai parlato con nostro padre?»
«Catelyn, nostro padre non è in condizioni di esaminare strategie. Due giorni fa stava progettando il tuo matrimonio con Brandon Stark! Va’ da lui tu stessa se non ci credi. Questo piano funzionerà, Cat. Vedrai!»
«Lo spero, Edmure» lo baciò rapidamente sulla guancia. Voleva fargli capire che parlava sul serio. «Lo spero proprio.»
Catelyn si congedò per andare da loro padre.
Lord Hoster era pressoché nello stesso stato in cui lo aveva lasciato: costretto a letto, consumato dal male, il colorito livido, malsano. La stanza odorava di malattia, una mescolanza composta in parti eguali da sudore stantio e medicamenti.
Nel momento in cui Catelyn scostò le tende, lord Hoster emise un basso lamento, sforzandosi di aprire gli occhi. La guardò come se non riuscisse a capire chi fosse o che cosa volesse.
«Padre» Catelyn si chinò a baciarlo. «Sono tornata.»
A quel punto, il vecchio parve riconoscerla: «Sei qui» disse in un soffio, le sue labbra si muovevano appena.
«Robb mi ha mandato a sud, ma sono venuta indietro di corsa.»
«Sud… dove… È a sud il Nido dell’Aquila, cara? Non lo ricordo… ho… ho temuto…» lacrime scivolarono sul viso dell’uomo morente. «… Hai potuto perdonarmi, piccola?»
«Non hai nulla da farti perdonare, padre» Catelyn gli passò una mano tra i capelli, accarezzandogli la fronte. Nonostante le pozioni del maestro guaritore, trovò la pelle del vecchio incendiata dalla febbre.
«È stato meglio così» sussurrò lord Hoster. «Jon è un bravo uomo, bravo… forte, gentile… si prende cura di te… lo farà… ti sposerai quando si sposerà anche Cat, sì, sì, farai così…»
“Pensa che io sia Lysa” si rese conto Catelyn. “Gli dei mi assistano, parla come se non fossi ancora sposata.”
Le mani del vecchio, tremanti come due uccelli spaventati, artigliarono quelle di lei. «Quello sporco, malefico ragazzo… Non voglio nemmeno sentire il suo nome… I tuoi doveri… Tua madre, lei avrebbe…» lord Hoster urlò, sopraffatto da uno spasmo di sofferenza. «Ah, dei, perdonatemi, perdonatemi, perdonate… La mia medicina…»
E quando maestro Vyman fu là, accostando una coppa alle sue labbra, lord Hoster succhiò la densa pozione biancastra come un bambino che succhia il latte della madre. Catelyn vide la pace calare nuovamente su di lui.
«Ora dormirà, mia signora» disse il maestro una volta che la coppa fu vuota.
Attorno alle labbra di lord Hoster, il latte di papavero aveva lasciato uno spesso alone pallido. Maestro Vyman lo ripulì con la manica della sua tunica.
Catelyn non ebbe la forza di rimanere oltre. Hoster Tully era stato un uomo fiero, pieno di forza. Vederlo ridotto in quello stato la feriva profondamente. Uscì sulla terrazza. Il cortile sottostante era affollato di profughi, tramutato in un caos di rumori dissonanti. Ma al di là, oltre le mura di Delta delle Acque, i fiumi continuavano a scorrere puri e senza fine. “Questi sono i suoi fiumi. E presto, lui ritornerà a essi per il suo ultimo viaggio.”