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«Dovremmo indossare inostri mantelli, Maestà?» chiese Boros.

«Andate anche nudi, per quello che m’importa. Potrebbe dimostrare alla gente di Approdo del Re che anche voi siete uomini. Probabilmente lo hanno dimenticato, dopo aver visto in che modo vi siete comportati nelle strade.»

Tyrion lasciò che sua sorella tirasse fuori tutto il veleno che voleva. La testa gli scoppiava. Pensò di sentire odore di bruciato, ma forse era solo l’odore dei suoi nervi che andavano in fumo.

C’erano due Corvi di Pietra a montare la guardia alla Torre del Primo Cavaliere.

«Trovatemi Timett, figlio di Timett.»

«I Corvi di Pietra non gracchiano dietro agli Uomini Bruciati» lo informò con ostilità uno dei due barbari.

Per un momento, Tyrion aveva dimenticato con chi aveva a che fare: «Allora trovatemi Shagga, figlio di Dolf».

«Shagga figlio di Dolf dorme.»

Non mettersi a urlare fu un duro sforzo per il Folletto: «Sveglialo».

«Non è cosa facile svegliare Shagga figlio di Dolf» si lamentò il guerriero. «La sua rabbia è terribile.» Mugugnò ma andò comunque.

Il gigantesco barbaro alla fine si presentò, sbadigliando e grattandosi.

«Mezza città è in fiamme» fece Tyrion. «L’altra mezza è allo sfacelo, ma Shagga che fa?… russa alla grande.»

«Shagga non gli piace la vostra acqua di fango che avete qua. Shagga beve la vostra birra moscia e il vostro vino acido e poi la testa di Shagga gli fa male.»

«Sorprendente. Ho sistemato Shae in una magione vicino alla Porta del Ferro. Voglio che tu vada da lei e che la tenga al sicuro, qualsiasi cosa accada.»

Il colossale guerriero sorrise, denti giallastri simili a un crepaccio nella foresta incolta che era la sua barba: «Shagga la prende e la porta qua».

«No. Basta che non le venga fatto alcun male. Dille che andrò da lei al più presto. Anche questa notte, forse. Domattina per certo.»

Ma, al calar del sole, la città era ancora percorsa da tumulti.

Secondo il rapporto di Bronn, gli incendi erano sotto controllo e il grosso della folla inferocita era stato disperso. La situazione rimaneva comunque molto tesa. Tyrion non chiedeva di meglio che trovare conforto tra le braccia di Shae, ma era consapevole che quella notte non sarebbe andato proprio da nessuna parte.

Fu ser Jacelyn Bywater a presentare il conto della macelleria. Si presentò nel solarium del Primo Cavaliere al crepuscolo, mentre Tyrion cenava con del cappone freddo e pane nero. Fuori, stavano calando le ombre color indaco della notte. Quando i servi rientrarono per accendere le candele e attizzare il fuoco nel caminetto, Tyrion li mise in fuga con un’urlata. Era di umore nero come l’interno della torre. E quanto Bywater aveva da dire non contribuì per nulla a rischiararlo.

In cima alla lista del massacro c’era l’Alto Sacerdote, fatto letteralmente a pezzi dalla folla mentre invocava la misericordia dei suoi dei. “La gente resa delirante dalla fame non è molto tollerante verso preti troppo grassi perfino per camminare” rifletté Tyrion.

C’era voluto del tempo per identificare il cadavere di ser Preston Greenfield. Le cappe dorate erano alla ricerca di un uomo con l’armatura bianca della Guardia reale. Ser Preston era stato accoltellato e accettato con tale ferocia da venire ridotto a una carcassa marrone e porpora dalla testa ai piedi.

Ser Aron Santagar, maestro d’armi della Fortezza Rossa, era stato trovato in un canale di cloaca, con la testa ridotta a una polpa sanguinolenta all’interno dell’elmo schiantato.

Lollys, la figlia di lady Tanda, aveva ceduto la propria virginale virtù a una cinquantina di dementi nel vicolo dietro il negozio di un tintore. Le cappe dorate l’avevano trovata che vagava, nuda, pesta e balbettante, nella Via dei Rammendi.

Tyrek Lannister, la Balia asciutta, era ancora dato per disperso. Nemmeno della corona di cristallo dell’Alto Sacerdote si era trovata traccia. Nove uomini della Guardia cittadina avevano perso la vita, altre due dozzine erano rimasti feriti. Nessuno si era preso la briga di contare quanti fossero i morti tra la folla.

«Voglio che Tyrek venga trovato» ribatté seccamente Tyrion una volta che Bywater ebbe finito con il macabro elenco. «Vivo o morto. È poco più che un ragazzo. Figlio del mio defunto zio Tygett. Suo padre è sempre stato gentile con me.”

«Lo troveremo. E anche la corona dell’Alto Sacerdote.»

«Possono mangiarsela gli Estranei, quella fottuta corona, per quanto me ne importa.»

«Quando mi hai nominato comandante della Guardia cittadina, lord Tyrion, mi hai anche detto di volere da me la verità. Sempre.»

«Per quale ragione ho il sospetto che quello che stai per dire mi piacerà ancora meno di quanto ho udito?» fece Tyrion in tono cupo.

«Abbiamo tenuto la città… oggi. Ma per domani, mio lord, non faccio promesse. Il calderone è prossimo all’ebollizione. Ci sono talmente tanti ladri e assassini, là fuori, che nessuno è più al sicuro nella propria casa. Alla Piega del Piscio, l’acqua delle fogne scorre rossa per il sangue versato. Non c’è cibo da comprare, né con il rame né con l’argento. Prima, tutto quello che si udiva era il mugugno delle sentine. Ma adesso, nei mercati, negli ordini artigianali, si parla apertamente di tradimento.»

«Ti servono più uomini?»

«Non mi fido di metà degli uomini che ho ora. Janos Slynt aveva triplicato la forza della Guardia cittadina, ma ci vuole molto più di un semplice mantello dorato per fare un valido guardiano. Tra le nuove reclute, ci sono uomini duri e leali, è vero. Ma ci sono anche più bruti, farabutti, codardi e traditori di quanti tu possa immaginare. Gente addestrata male e disciplinata peggio. Se si dovesse arrivare alla battaglia, temo che non reggeranno.»

«Non mi sono mai aspettato che reggessero» ribatté Tyrion. «E nel momento in cui verrà fatta breccia nelle mura, saremo perduti. Lo abbiamo saputo fin dall’inizio.»

«La maggior parte dei miei uomini viene dal volgo. Camminano nelle stesse strade, bevono nelle stesse osterie, mandano giù minestra nelle stesse taverne. C’è ben scarso affetto verso i Lannister, qui ad Approdo del Re, il tuo eunuco deve avertelo detto. Molti ricordano ancora il saccheggio e i massacri perpetrati dalle truppe del lord tuo padre quando re Aerys il Folle aprì le porte della città all’esercito del leone. Ora sussurrano che gli dei ci stanno punendo per i peccati commessi dalla tua casa: l’assassinio di re Aerys per mano di tuo fratello Jaime, la strage dei figli di Rhaegar, la proditoria esecuzione di Eddard Stark, la turpitudine della cosiddetta “giustizia di Joffrey”. Sono in molti a dichiarare che le cose andavano molto meglio quando Robert Baratheon era re. E che potrebbero tornare ad andare meglio con Stannis sul trono. Nelle botteghe, nelle taverne, nei bordelli, è questo che si sente dire… E anche nei baraccamenti e nei posti di guardia, credo.»

«Odiano la mia famiglia, non è questo che stai dicendo?»

«Sì… E si rivolteranno contro di essa, se verrà data loro l’opportunità.»

«Odiano anche me?»

«Chiedilo al tuo eunuco.»

«Lo chiedo a te.»

Gli occhi infossati di Bywater si fissarono in quelli asimmetrici di Tyrion, senza ammiccare. «Odiano te più di tutti gli altri, mio lord.»

«Più di tutti gli altri?» Questa ingiustizia lo soffocò come un nodo scorsoio. «È stato Joffrey a dire di mangiarsi i loro morti, è stato Joffrey a scatenare loro addosso il Mastino. Come possono dare la colpa a me?»

«Sua Grazia è soltanto un ragazzo. Nelle strade, si dice che sono i suoi consiglieri a essere malvagi. Notoriamente, la regina non è mai stata amica della gente comune, e non è certo in segno di affetto che lord Varys viene chiamato il Ragno… Ma sei tu il bersaglio del biasimo peggiore. Tua sorella e l’eunuco erano qui quando i tempi erano migliori, sotto re Robert. Tu invece non c’eri. Tu sei venuto dopo. Dicono che hai riempito la città di arroganti, mercenari e di puzzolenti selvaggi, bruti che prendono quello che vogliono e che non seguono altra legge se non la propria. Dicono che hai esiliato Janos Slynt sulla Barriera perché era troppo diretto e onesto per i tuoi gusti. Dicono che hai gettato il saggio e gentile Pycelle nelle segrete per aver osato alzare la voce contro di te. C’è addirittura chi insinua che vorresti salire tu sul Trono di Spade.»