“Uno dei figli di lord Brax” intuì Catelyn. Brax era venuto a Delta delle Acque molto tempo prima, quando lei era ancora una bambina, proponendo di far sposare uno dei suoi figli a lei o a Lysa. Si chiese se ora quello stesso figlio fosse tornato, per guidare l’assalto.
I Lannister erano arrivati da sud est sotto una foresta di vessilli, le disse ser Desmond quando Catelyn salì fino alle fortificazioni sulla sommità delle mura.
«Poche punte avanzate, non di più» la rassicurò l’anziano guerriero. «Il grosso dell’esercito di lord Tywin è molto più a sud. Non siamo inpericolo.»
A sud della Forca Rossa del Tridente, il terreno si dilatava in ampi spazi pianeggianti. Dalla torre di guardia, Catelyn era in grado di dominare il paesaggio per interi chilometri. Ma perfino da quel punto dominante, era visibile solamente il guado più vicino. Edmure ne aveva affidato la difesa, insieme a quella degli altri tre guadi più a monte, a Jason Mallister, lord di Seagard. I cavalieri Lannister si aggiravano sull’altra sponda, incerti sul da farsi, con i vessilli ocra e argento che sventolavano sopra di loro.
«Non più di una cinquantina di uomini, mia signora» precisò ser Desmond.
Catelyn rimase a osservare. I cavalieri si disposero su una lunga linea. Gli uomini di lord Jason rimasero ad attenderli sull’altra sponda, coperti dalle rocce e dai rilievi delle basse colline. Uno squillo di trombe mandò i cavalieri ad affrontare la corrente, gli zoccoli sollevavano fontane di spruzzi. Per alcuni momenti le armature scintillanti, gli stendardi al vento e il sole che si rifletteva sulle punte delle lance crearono uno spettacolo di temeraria audacia.
«Adesso» Brienne sentì sussurrare.
Fu difficile definire che cosa accadde, ma dopo l’improvvisa, letale grandinata di frecce, dopo lo schianto dell’acciaio contro altro acciaio, il nitrire dei cavalli parve assordante, perfino a quella distanza. Uno dei vessilli svanì, inghiottito dai flutti insieme al suo alfiere. Pochi momenti dopo, il primo morto scivolò sotto le mura della fortezza, trascinato dalla corrente. A quel punto, l’avanguardia di Lannister si era ritirata in disordine sulla sponda opposta. Catelyn li osservò formare nuovamente i ranghi, conferire brevemente e infine tornare al galoppo da dove erano venuti. Gli uomini sulle mura lanciarono dietro di loro urla di scherno, ma gli avversari erano già troppo lontani per poterle udire.
«Come vorrei che lord Hoster avesse potuto vederlo» disse ser Desmond dandosi una pacca sul ventre. «Gli avrebbe fatto venire voglia di danzare.»
«Temo che per mio padre il tempo delle danze sia finito, ser Desmond» commentò Catelyn. «E questa battaglia è appena cominciata. I Lannister torneranno, e lord Tywin ha il doppio delle forze di mio fratello.»
«Lord Tywin potrebbe avere dieci volte le forze di tuo fratello, mia signora, e non farebbe comunque alcuna differenza» dichiarò ser Desmond Grell. «La sponda occidentale della Forca Rossa è più alta di quella orientale, ed è ricoperta da un fitto bosco. I nostri arcieri hanno non solo un’ottima copertura, ma anche campo aperto per tirare… E qualora il nemico riuscisse a far breccia, Edmure tiene la sua migliore cavalleria come riserva, pronta a intervenire al galoppo dove fosse necessario. Il fiume li fermerà.»
«Prego che tu possa avere ragione, cavaliere» disse Catelyn gravemente.
Quella notte, tornarono.
Catelyn aveva dato ordine di essere svegliata nel momento in cui le ostilità fossero riprese. Passata da un pezzo la mezzanotte, una servetta venne a scuoterla gentilmente per la spalla.
«Che cosa c’è?» Catelyn si rizzò a sedere sul letto.
«Il guado, mia signora. Di nuovo.»
Con indosso una vestaglia da camera, Catelyn salì fino al tetto del castello. Da lassù poteva vedere oltre le mura, fino al fiume illuminato dalla luna, dove la battaglia stava infuriando. I difensori avevano acceso una lunga teoria di fuochi su tutta la riva ovest. Forse i Lannister avevano creduto di poterli sorprendere stanchi e distratti, ma avevano fatto male i loro conti. Quanto meno, l’oscurità era un alleato molto incerto. Gli uomini della fanteria cercarono di guadare con l’acqua che arrivava loro al torace. Alcuni incapparono nelle buche del fondale e affondarono annaspando. Altri inciamparono nei sassi. Altri ancora finirono per dilaniarsi i piedi nelle tagliole e sulle palle chiodate in agguato sotto la superficie. Gli arcieri Mallister scatenarono una sibilante tempesta di frecce incendiarie verso il lato opposto del fiume. A vederlo dall’alto e da lontano, fu uno spettacolo di fantasmagorica, terribile bellezza. Uno dei soldati avversari, colpito almeno una dozzina di volte e ridotto a una torcia umana, si agitò in una danza demente nell’acqua fino alle ginocchia. Quando la corrente trascinò il suo corpo oltre la fortezza, le fiamme si erano estìnte. Anche la sua vita si era estinta.
“Una piccola vittoria.” Catelyn fu testimone della fine dello scontro, mentre i nemici superstiti tornavano a farsi inghiottire dalla notte. “Ma è pur sempre una vittoria.”
Nel discendere assieme a Brienne la scala a chiocciola della torre, Catelyn le chiese che cosa pensasse.
«Per ora lord Tywin ci ha solo sfiorato con la punta delle dita, mia signora» rispose la donna guerriera. «Sta esplorando. Sta andando alla ricerca di un punto debole, di un varco non difeso. Se non riuscirà a trovarlo, le dita si chiuderanno in un pugno d’acciaio e cercheranno di aprirlo, un varco» le spalle di Brienne si incurvarono. «Così farei io, se fossi in lui.» La sua mano raggiunse l’elsa della spada, dandole un colpetto, quasi ad accertarsi che fosse ancora al suo fianco.
“E che gli dei ci aiutino se e quando accadrà.” Ma Catelyn sapeva che non c’era nulla che lei potesse fare per impedirlo. Là fuori, sul fiume, era la battaglia di Edmure. La sua, doveva essere combattuta all’interno del castello.
La mattina dopo, mentre faceva colazione, Catelyn mandò a chiamare Utherydes Wayn, l’anziano attendente di suo padre.
«Che a ser Cleos Frey venga portata una caraffa di vino. Intendo interrogarlo, e voglio che abbia la lingua sciolta.»
«Come comandi, mia signora.»
Poco tempo dopo, si presentò a lei una staffetta a cavallo con cucito sulla tunica l’emblema dell’aquila dei Mallister. Riferì di un’altra schermaglia, e di un’altra vittoria. Ser Flement Brax aveva cercato di forzare un altro guado, sei chilometri più a sud. Questa volta, i Lannister avevano accorciato le loro lance e avevano azzardato l’attraversamento a piedi servendosi della tattica della testuggine, con gli scudi tenuti in orizzontale sopra la testa. Gli arcieri Mallister erano ricorsi al tiro con traiettoria ad arco, facendo piovere nugoli di frecce sulla fanteria. Le catapulte sistemate da Edmure sulla riva avevano lanciato pesanti massi a scompaginare la formazione d’attacco.
«Hanno lasciato nel fiume dozzine di morti» continuò a riferire la staffetta. «Solamente due di loro sono riusciti a raggiungere i fondali bassi, per poi essere rapidamente abbattuti.»
C’erano stati scontri anche a monte, ma lord Karyl Vance aveva tenuto tutti i guadi.
«Assalti troppo distanziati l’uno dall’altro, che sono costati perdite pesanti al nemico.»
“Forse Edmure è più saggio di quanto io stessa non pensassi” non poté fare a meno di rimuginare Catelyn. “Tutti i suoi lord hanno visto la logica della sua strategia… Ma per quale motivo io sono stata così cieca? Mio fratello ha cessato di essere il ragazzino che ricordo. Così come ha cessato di esserlo anche Robb.”
Attese fino a sera, prima di andare ad affrontare ser Cleos. Verosimilmente, quanto più lei avesse ritardato quell’incontro, tanto più ubriaco sarebbe stato. Quando Catelyn apparve nella sua cella, ser Cleos si prostrò ai suoi piedi.