Maestro Luwin venne a trottargli al fianco mentre risalivano una pista di selvaggina che s’inerpicava su per un canalone.
«Finora, mio lord, andare a caccia non è molto diverso dall’andare a cavallo nei boschi.»
«Ci sono delle rassomiglianze» rispose Theon sorridendo. «Ma a caccia, si finisce con del sangue.»
«Deve proprio essere così? Questa fuga è una grande follia, ma perché non puoi essere clemente? Sono pur sempre i tuoi fratellastri che stiamo cercando.»
«L’unico Stark a comportarsi in modo fraterno con me è stato Robb, comunque Bran e Rickon per me valgono di più vivi che morti.»
«Lo stesso vale per i Reed. Il Moat Cailin si trova proprio sul margine dell’Incollatura. Lord Howland è in grado di trasformare l’occupazione delle paludi da parte di tuo zio in una visita agli inferi. Ma finché tu avrai i suoi eredi, sarà costretto a contenersi.»
Questo, Theon non lo aveva considerato. In realtà, ai due ragazzi Reed aveva pensato a stento, limitandosi a occhieggiare Meera un paio di volte, domandandosi se fosse ancora vergine.
«Potresti avere ragione. Li risparmieremo, se possibile.»
«E anche Hodor, spero. Il ragazzo ha la mente semplice, lo sai. Fa quello che gli si dice e basta. Quante volte ha strigliato il tuo cavallo, lavato la tua sella, pulito la tua maglia di ferro?»
Hodor non significava niente per lui. «Se non ci combatterà, lasceremo vivere anche lui.» Theon puntò un minaccioso dito indice. «Ma tu provati a sprecare anche solo una parola per la donna dei bruti, e morirai con lei. Prima presta giuramento, e poi ci piscia sopra.»
«Non ho scuse per i traditori» maestro Luwin inclinò la testa di lato. «Fa’ ciò che devi. Ti sono riconoscente per la tua clemenza.»
“Clemenza, certo” Theon evitò di guardare Luwin, lasciandolo indietro. “Bella trappola del cazzo: troppa clemenza, e sei un molle; troppo poca, e sei un mostro.” Tuttavia il maestro gli aveva dato un valido consiglio. Lord Balon suo padre pensava unicamente in termini di conquista, ma a che serve un regno se poi non si è in grado di tenerlo? Forza e paura funzionavano, ma solo fino a un certo punto. Peccato che Ned Stark avesse portato le sue due figlie al Sud con sé, altrimenti Theon avrebbe potuto serrare la presa su Grande Inverno sposando una di loro. Sansa non era affatto male, e ormai doveva essere pronta per il letto. Ma era migliaia di leghe lontano, stretta tra gli artigli dei Lannister. Già, un vero peccato.
La foresta divenne sempre più ostile. Enormi querce scure presero il posto di pini e alberi-sentinella. Grovigli di rovi celavano pericolose fenditure e crepacci. Colline irte, di pietre si susseguivano senza sosta. Superarono un villaggio di pastori, deserto e invaso dalle erbacce. Aggirarono una cava allagata, la cui acqua conservava una sfumatura grigio-acciaio. I cani cominciarono ad abbaiare. I fuggiaschi!… Ormai dovevano essere vicini. Diede di speroni a Sorriso, seguendo la direzione dei segugi. Ma tutto quello che trovò fu la carcassa di un giovane alce. O meglio, i resti della carcassa.
Theon smontò di sella per dare un’occhiata più da vicino. L’animale era stato ucciso da poco, e chiaramente sbranato da lupi. I cani annusarono tutto intorno all’animale morto. Uno dei grossi mastini si mise a divorare una coscia fino a quando Farlen non lo richiamò. “Non è stato scuoiato” si rese conto Theon. “I lupi hanno mangiato, ma non gli uomini.” Anche se Osha non voleva arrischiarsi ad accendere il fuoco, avrebbe per lo meno dovuto staccare qualche bistecca. Che senso c’era nel lasciare tanta buona carne a marcire?
«Farlen, sei certo che stiamo seguendo la traccia giusta?» Theon era sempre più perplesso, e sempre più infuriato. «Non sarà che i tuoi cani corrono dietro ai lupi sbagliati?»
«La mia capomuta conosce bene l’odore di Estate e Cagnaccio.»
«Lo spero, per te.»
Meno di un’ora più tardi, la pista scendeva verso un torrente fangoso, ingrossato dalle piogge recenti. Fu là che i cani persero la traccia. Farlen e Wex guadarono fino all’altra sponda insieme ai cani, ma tornarono scuotendo il capo, mentre gli animali si aggiravano lungo la riva opposta, annusando a vuoto.
«Sono passati di qui, milord» disse il mastro del canile. «Ma non vedo dove sono usciti.»
Theon smontò di sella e mise un ginocchio al suolo accanto al torrente. Vi tuffò una mano. L’acqua era gelida. «Non possono essere rimasti immersi troppo a lungo» dichiarò. «Prendi metà dei cani e portali a valle, io andrò…»
Wex batté le mani l’una contro l’altra.
«Che c’è?» disse Theon.
Il ragazzo muto indicò.
Il terreno vicino alla riva era fangoso e fradicio. Le impronte lasciate dai lupi erano chiaramente visibili. «Orme di lupo, d’accordo. E allora?»
Wex spinse il tacco dello stivale nel fango, ruotando il piede da una parte e dall’altra, scavando in profondità.
«Un uomo grosso come Hodor avrebbe lasciato un’impronta profonda in questo fango molle» fu Joseth a capire. «Ancora più profonda se ha un ragazzo sulle spalle. Invece, guarda: le uniche impronte di stivali sono le tue, milord.»
Sconcertato, Theon si rese conto che era proprio così. Solo i meta-lupi erano entrati in quella densa acqua marrone. «Osha deve averci aggirati e poi è tornata indietro. Prima di quell’alce morto, è chiaro. Ha mandato avanti i lupi nella speranza che noi corressimo dietro a loro.» Chiamò a raccolta tutto il gruppo. «E se voi due mi avete ingannato…»
«C’èra una sola pista, milord, te lo giuro» rispose Gariss, sulle difensive. «E i meta-lupi non si sarebbero allontanati da quei due ragazzi. Non a lungo, comunque.»
“Difatti” anche Theon lo sapeva, questo. Estate e Cagnaccio potevano anche essere andati a caccia, ma presto o tardi avrebbero fatto ritorno da Bran e Rickon.
«Gariss, Murch: prendete quattro cani e tornate indietro seguendo la stessa pista. Scoprite in quale punto li abbiamo perduti. Aggar, tu li sorvegli. Non voglio trucchi. Farlen e io continueremo a seguire i meta-lupi. Suonate il corno una volta se ritrovate la traccia. Suonate due volte se vedete le belve. Quando le avremo trovate, ci porteranno dai loro padroni.»
Theon prese con sé Wex, il ragazzo Frey e Gynir Nasorosso per continuare la ricerca a monte. Lui e Wex si tennero su una riva, Walder Frey e Nasorosso si incamminarono su quella opposta, ogni squadra con una coppia di cani. I lupi potevano essere usciti sull’una o sull’altra sponda. Tennero gli occhi bene aperti alla ricerca di orme, fango smosso, arbusti spezzati, di qualsiasi cosa che potesse indicare il passaggio dei meta-lupi. Theon riconobbe facilmente le orme lasciati dai cervi, dalle alci e dai furetti. Wex sorprese una volpe intenta ad abbeverarsi. Walder Frey snidò tre conigli da sotto un cespuglio e riuscì a colpirne uno con una freccia. Notarono solchi scavati da artigli là dove un orso aveva strappato la corteccia a un alto acero. Ma dei meta-lupi nessuna traccia.
“Un altro po’” ripeté Theon a se stesso per l’ennesima volta. “Oltre quella quercia sull’altura, al di là della prossima ansa del torrente… Là troveremo qualcosa.” Continuò ad avanzare anche molto dopo essersi reso conto che era inutile, sentendo un invisibile macigno aguzzo che gli pesava nel ventre. Era mezzogiorno quando diede un rabbioso strappo alle redini, che fece voltare Sorriso, e abbandonò la ricerca.
In qualche modo, Osha e quei maledetti ragazzi gli stavano sfuggendo. Non sembrava possibile, non a piedi, con il fardello di uno storpio e un bimbo piccolo. Eppure stava accadendo. E ogni ora che passava, le possibilità che la loro fuga avesse successo si moltiplicavano. “E se raggiungono un villaggio…” Le genti del Nord non si sarebbero mai tirate indietro di fronte ai figli di Ned Stark, ai fratelli di Robb Stark. Avrebbero dato loro cavalli veloci e cibo. Gli uomini avrebbero combattuto per l’onore di proteggerli. L’intero dannato Nord si sarebbe schierato per loro. E contro di lui.