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«Non ancora. Anche se, naturalmente, dovrò farlo.»

Tyrion riavvolse la pergamena: «Lo dirò io a mia sorella».

Voleva vedere come avrebbe preso la notizia. Voleva veramente vederlo.

Cersei Lannister appariva particolarmente bella, quella notte. Indossava un abito molto scollato di un velluto color verde scuro che esaltava il verde dei suoi occhi. I suoi capelli dorati le ricadevano sulle spalle nude. Stretta attorno alla vita aveva una cintura intrecciata cosparsa di smeraldi. Prima di tenderle la lettera, Tyrion si accomodò e si fece servire una coppa di vino. Non disse una sola parola. Cersei ammiccò con aria innocente e prese la pergamena dalla tozza mano di lui.

«Spero che tu sia soddisfatta» disse Tyrion mentre lei leggeva. «Il giovane Stark lo volevi morto, se non sbaglio.»

«È stato Jaime a gettarlo dalla finestra di quella torre, non io» Cersei ebbe un’espressione acida. «Per amore, così disse, come se la cosa mi potesse fare piacere. Fu un gesto stupido, e pericoloso. Ma quando mai il nostro caro fratello si è soffermato a pensare ai suoi gesti?»

«Il ragazzo vi vide» commentò Tyrion.

«Era solo un bambino. Sarei stata in grado di spaventarlo abbastanza da fargli tenere la bocca chiusa» la regina osservò pensosamente la pergamena. «Per quale motivo, ogni volta che uno Stark si spezza un’unghia, devo sempre ritrovarmi sotto accusa? Questa è opera di Theon Greyjoy. Io non sono affatto coinvolta.»

«Auguriamoci che anche lady Catelyn Stark sia dello stesso avviso.»

Cersei spalancò gli occhi: «Non crederai che possa…».

«… uccidere Jaime? Perché no? Tu che cosa faresti se Joffrey e Tommen venissero assassinati?»

«Io continuo ad avere Sansa!» replicò la regina.

«Noi continuiamo ad avere Sansa» la corresse Tyrion. «E di lei faremo bene a prenderci la miglior cura. Dopodiché, dolce sorella, dove sarebbe questa cena che mi avevi promesso?»

Cersei sedeva a una tavola riccamente imbandita, non si poteva negarlo. Cominciarono con un cremosa zuppa di castagne, crostini di pane abbrustolito e verdura condita con salsa di mele e pinoli. Poi venne sformato di lampreda, prosciutto al miele, carote al burro, fagioli bianchi e pancetta affumicata, cigno arrosto con ripieno di funghi e ostriche. Tyrion fu meravigliosamente cortese: offrì alla sorella le migliori porzioni di ogni singola portata, e fu attento nel mangiare le stesse cose che mangiò lei. Non che pensasse realmente che lei lo avrebbe avvelenato, ma la prudenza non era mai troppa. La notizia sugli Stark, però, aveva messo Cersei di pessimo umore, al Folletto questo non sfuggì.

«Notizie da Ponte Amaro?» chiese la regina in tono ansioso mentre spalmava un po’ di salsa di mele su un crostino, mangiando poi a morsi piccoli, delicati.

«Nessuna.»

«Non mi sono mai fidata di Ditocorto. Per il giusto prezzo, si metterebbe con Stannis in un baleno.»

«Stannis Baratheon è troppo maledettamente integerrimo per comprare qualcuno. Né sarebbe un signore facile per un soggetto come Petyr Baelish. Questa guerra continua a creare strane coppie, siamo d’accordo, ma proprio quei due?» Tyrion tagliò alcune fette di prosciutto. «Non penso davvero.»

«È lady Tanda che dobbiamo ringraziare per il maiale.»

«Un pegno del suo amore per noi?»

«Un tentativo di corruzione» precisò Cersei. «Non la smette d’implorare che le venga concesso di fare ritorno al suo castello. È una decisione che spetta a entrambi. Ritengo che abbia paura che tu la faccia arrestare lungo la strada, come hai fatto con lord Gyles.»

«Intende forse scappare con l’erede al trono?» Tyrion servì una fetta di prosciutto alla sorella e ne prese un’altra per sé. «Ma sarebbe meglio che restasse. Se vuole sentirsi più al sicuro, dille che faccia pure venire la sua guarnigione da Stokeworth, tutti gli uomini che ha.»

«Se siamo tanto a corto di uomini, perché hai mandato via i tuoi selvaggi?» nel tono di Cersei affiorò una punta polemica.

«Per l’oro che ci costano, era l’uso migliore» replicò lui con sincerità. «Sono feroci guerrieri, ma non soldati. In una battaglia campale classica, più del coraggio quello che conta è la disciplina. Là fuori, nella foresta del re, hanno già fatto molto più di quanto non avrebbero potuto fare sulle mura della città.»

Mentre veniva servito il cigno ripieno, Cersei gli chiese del complotto ordito dagli Uomini Cervo. Più che spaventata, sembrava irritata. «Per quale motivo siamo afflitti da tali e tanti tradimenti? Quale offesa ha arrecato la Casa Lannister a questi infami?»

«Nessuna» disse il Folletto. «È solo che credono di stare dalla parte del vincitore… Il che significa che, oltre che dei traditori, sono anche degli idioti.»

«Sei certo di averli scoperti tutti?»

«Così dice Varys.» Tyrion trovò che quel cigno fosse troppo elaborato per i suoi gusti.

Una singola ruga verticale apparve sull’alta fronte pallida di Cersei, proprio tra quei suoi splendidi occhi. «Tu ti fidi troppo di quell’eunuco.»

«Continua a servirmi molto bene.»

«O forse te lo sta soltanto facendo credere. Pensi davvero di essere il solo cui sussurra segreti? Varys dà a ciascuno di noi quanto basta per convincerci che senza di lui saremmo perduti. Ha giocato lo stesso gioco anche con me, agli inizi del mio matrimonio con Robert. Per anni sono stata certa di non avere a corte amico più fidato di lui, ma adesso…» Cersei lo scrutò con espressione inquisitrice. «Dice che intendi togliere al Mastino il compito di proteggere Joffrey.»

“Ah, Varys… dannato senzapalle!” «Ho progetti più importanti per Sandor Clegane.»

«Nulla è più importante della vita del re.»

«La vita del re non è in pericolo. Joff avrà il valoroso ser Osmund Kettleblack a sorvegliarlo. E anche Meryn Trant.» “Il massimo di cui sono capaci quei due buffoni.” «Balon Swann e il Mastino mi servono per fare delle sortite, in modo che Stannis non possa stabilire nessuna testa di ponte dal nostro lato delle Rapide nere.»

«Jaime le avrebbe condotte di persona, queste sortite.»

«Da una segreta di Delta delle Acque? Niente male, come sortita.»

«Joff è solo un ragazzo.»

«Un ragazzo che vuole far parte della battaglia, e che, tanto per cambiare, sta dando prova di un certo buon senso. Non intendo affatto gettarlo sulle prime linee, ma è importante che la sua presenza venga notata. Gli uomini combattono più ferocemente per un re che condivide il pericolo con loro, senza nascondersi dietro le sottane di sua madre.»

«Tyrion, ha tredici anni!»

«Te lo ricordi Jaime a tredici anni? Se vuoi che quel ragazzo sia il figlio di suo padre, lasciagli fare quella parte. Joff indosserà la migliore e più costosa armatura sulla piazza, e attorno a lui avrà sempre almeno una dozzina di cappe dorate. Al minimo cenno che la città possa cadere, lo farò scortare immediatamente alla Fortezza Rossa.»

Aveva sperato che tutto questo l’avrebbe rassicurata. Ma non vide alcuna luce di soddisfazione negli occhi verdi di lei. «E potrebbe cadere?»

«No.» “Ma se così non fosse, preghiamo gli dei di riuscire a tenere la Fortezza Rossa abbastanza a lungo da dare al lord nostro padre il tempo di venire in nostro aiuto.”

«Tu mi hai già mentito altre volte, Tyrion.»

«Ma sempre per valide ragioni, dolce sorella. Voglio che tra noi ci sia amicizia, esattamente come lo vuoi tu. Ho deciso di rilasciare lord Gyles.» Lo aveva tenuto in pugno proprio in vista di questa mossa. «Puoi anche riavere ser Boros Blount.»

«Che ser Boros Blount continui pure a marcire a Rosby» le labbra di Cersei si serrarono. «Ma Tommen…»

«… starà là dove si trova. È molto più al sicuro sotto la protezione di lord Jacelyn Bywater di quanto avrebbe mai potuto esserlo sotto quella di lord Gyles.»