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Più tardi, mentre giaceva a letto dietro la sua porta chiusa cercando invano di prender sonno, udì altre risate provenire dall’altrio della casa, e stavolta si accorse che Quim e Olhado ridevano insieme a Miro e ad Ela. Per un attimo le parve di vederli, riuniti in quell’atmosfera stranamente allegra. Ma intanto che il sonno s’impadroniva di lei e l’immagine si trasformava in sogno, non fu l’Araldo che vide seduto fra i suoi figli, ma Libo, ancora vivo, riconosciuto da tutti come il suo vero marito. L’uomo che lei aveva sposato nel suo cuore anche quando s’era rifiutata di unirsi a lui in chiesa. Perfino nel sonno quell’immagine le diede più gioia di quanto potesse sopportare, e le sue lacrime bagnarono la morbida stoffa del cuscino.

CAPITOLO NONO

DIFETTO CONGENITO

CIDA: — L’agente della Descolada non è batterico. Sembra che entri nelle cellule del corpo e vi prenda residenza permanente, proprio come un mitocondrio, riproducendosi quando la cellula si riproduce. Il fatto che al nostro arrivo qui abbia attaccato una nuova specie di forme di vita indica una straordinaria adattabilità. Deve essersi sparso nell’intera biosfera di Lusitania molto tempo fa per essere ovunque così endemico, come un’infezione permanente.

GUSTO: — Se è permanente e onnipresente, non è un’infezione, Cida. È parte della vita normale.

CIDA: — Ma non è necessariamente innato: ha la capacità di contagiare. Tuttavia, certo, se fosse endemico tutte le specie indigene dovrebbero aver sviluppato un’immunità…

GUSTO: — O si sono adattate e l’hanno incluso nel loro normale ciclo vitale. Forse hanno bisogno di esso.

CIDA: — Come possono aver bisogno di qualcosa che spacca in due le loro molecole genetiche e le rimette insieme a caso?

GUSTO: — Forse è per questo che ci sono così poche specie diverse su Lusitania. La Descolada potrebbe essere un fenomeno storicamente recente, diciamo non più antico di mezzo milione di anni, e molte specie potrebbero non essersi adattate.

CIDA: — Vorrei che non stessimo per morire, Gusto. I futuri xenobiologi probabilmente lavoreranno su standard genetici riadattati, e non potranno seguire l’evoluzione di questo.

GUSTO: — Questa è la sola ragione per cui deprechi il fatto d’essere condannati a morte?

Vladimir Tiago Gussman ed Ekaterina Maria Aparecida do Norte von Hesse-Gussman. Dialogo estratto da note di lavoro risalenti a due giorni prima della morte. Citato in «Quando l’intelligenza non si arrende» Meta-Science, the journal of Methodology. 12.12.2001

Quando Ender lasciò l’abitazione dei Ribeira per tornare a casa era ormai notte fonda, e poi spese oltre un’ora a cercare di trarre una conclusione da quel che era successo, specialmente dopo il rientro di Novinha. Malgrado ciò il mattino successivo si svegliò presto, con la mente già piena di domande a cui non aveva una risposta. Era sempre così quando preparava l’elegia per un defunto; non sapeva trattenersi dal cercare di mettere insieme la storia di una persona — uomo o donna — osservata dal punto di vista dello stesso protagonista, la vita che lui era stato convinto di vivere paragonata a quella che invece aveva vissuto in realtà. Stavolta però era ostacolato dall’apprensione. Erano i vivi a preoccuparlo, più di quanto non gli fosse mai successo prima.

— Naturalmente sei più coinvolto — dise Jane, dopo che lui ebbe cercato di spiegarle la sua incertezza. — Eri innamorato di Novinha ancor prima di lasciare Trondheim.

— Forse amavo la fanciulla diciottenne, ma questa è una donna egoista e crudele. Guarda come lascia che vivano i suoi figli.

— E questo è l’Araldo dei Defunti? Un uomo che giudica gli altri dalle apparenze?

— Forse adesso mi sono affezionato a Grego.

— Hai sempre avuto un debole per quelli che ti fanno la pipì addosso.

— E a Quara. A tutti loro… anche Miro, quel ragazzo mi piace.

— E loro ti amano, Andrew.

Lui rise. — La gente è sempre convinta di amarmi, finché poi faccio l’elegia. Novinha è più percettiva di altri… lei mi odia già prima che io parli con la voce della Verità.

— Su te stesso sei cieco come chiunque altro, Araldo — osservò Jane. — Promettimi che quando morrai lascerai fare a me la tua elegia funebre. Ho diverse cosette da dire.

— Tientele per te — disse stancamente lui. — In queste cose sai starci dentro ancor peggio di me.

Cominciò a elencare le domande a cui doveva rispondere.

1. Perché Novinha si era sposata con Marcão?

2. Perché Marcão odiava i suoi figli?

3. Perché Novinha odia se stessa?

4. Perché Miro mi ha chiamato per fare l’elegia di Libo?

5. Perché Ela mi ha chiamato a fare l’elegia per suo padre?

6. Perché Novinha ha cambiato idea, dopo avermi chiamato per Libo?

7. Qual è stata la causa immediata della morte di Marcão?

Alla settima domanda si fermò. La risposta poteva esser trovata subito; una semplice questione clinica. Dunque avrebbe cominciato da quella.

Il medico che aveva fatto l’autopsia a Marcão aveva anch’egli un nomignolo: Navio, che significava «barca».

— Non per le mie dimensioni — disse l’uomo, ridendo, — né per lo spettacolo che offro in piscina. Il mio nome intero è Enrique o Navigador Caronada. Ma sono ben lieto che abbiano preso il mio diminutivo da Navigador, invece che da Caronada. «Cannoncino» avrebbe avuto implicazioni troppo imbarazzanti, no?

Ender non si lasciò ingannare dalla sua giovialità. Navio era un buon cattolico, e prendeva sul serio gli ordini del vescovo come chiunque altro. Era deciso a dargli il minor numero possibile di informazioni, anche se questo non lo rendeva particolarmente lieto.

— Ho soltanto due modi per ottenere risposte esaurienti alle mie domande — disse Ender con gentilezza. — Il primo è di chiedere a lei, sperando che voglia collaborare. Il secondo è di inoltrare alla Federazione la richiesta d’accesso alle sue registrazioni. Le chiamate via ansible sono assai costose, e l’intervento del magistrato sulla mia petizione non sarebbe certo gratuito, ma poiché lei avrebbe opposto resistenza alla legge l’intero costo verrebbe dedotto dai fondi già scarsi della vostra colonia. Con l’aggiunta di una forte multa per l’infrazione e di una reprimenda per lei. Oltre alle misure che l’Ordine dei Medici dovrebbe adottare nei suoi confronti.

Mentre Ender parlava, il sorriso di Navio s’era spento poco a poco. La sua faccia divenne rigida. — È ovvio che risponderò alle sue domande — disse.

— Temo che per voi la questione non sia «ovvia» come dovrebbe — disse Ender. — Il vostro vescovo ha ordinato ai cittadini di Milagre di mettere in atto un boicottaggio, ingiustificato e non provocato, contro un ministro del culto legalmente convocato. Lei farebbe un favore a tutti se li informasse che in casi simili io ho la facoltà di mutare il mio stato legale chiedendo la carica di commissario federale. Le assicuro che godo di sufficiente reputazione presso il Consiglio della Federazione, e che la mia richiesta ufficiale sarebbe subito accolta.

Navio sapeva benissimo cosa poteva significare una cosa simile. Come commissario federale Ender avrebbe avuto l’autorità di interdire Lusitania alla Chiesa Cattolica, adducendo la persecuzione religiosa come motivo. Questo avrebbe scatenato l’opinione pubblica contro i lusitani, senza contare che il vescovo sarebbe stato richiamato dal Vaticano e messo sotto inchiesta disciplinare.

— Perché lei dovrebbe spingersi a tanto, quando sa che qui non è benvoluto da nessuno? — chiese Navio.

— Qualcuno ha richiesto la mia presenza, altrimenti non sarei venuto — disse Ender. — Potete non gradire!a legge quando vi pone degli obblighi, ma essa protegge molti cattolici su mondi dove la maggioranza religiosa è un’altra.