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Detto Comitato valuterà inoltre l’ossequienza dei lusitani all’ordine del Consiglio, con facoltà di raccomandare ulteriori interventi, incluso l’uso della forza, per ottenere la necessaria collaborazione; oppure avrà facoltà di restituire l’uso di ogni registrazione ai lusitani qualora la loro collaborazione sia giudicata ottimale o sufficiente.

ORDINE DEL CONSIGLIO (14.4.1970): In base ai termini delle Norme di Segretezza del Codice Starways, gli ordini di cui sopra e le attività ad essi pertinenti sono da ritenersi « Strettamente Riservati» finché non sarà completato l’esame e il blocco delle documentazioni appartenenti a Lusitania, e finché le astronavi non saranno in possesso e al comando dei delegati del Consiglio.

Olhado non sapeva più cosa pensare. L’Araldo non era forse un uomo adulto? Non aveva forse viaggiato di pianeta in pianeta? E tuttavia non aveva la benché minima idea di come fare qualsiasi cosa su un computer.

Sembrava perfino impermalirsi, di fronte alla sua incredulità.

— Olhado, tu dimmi che programma devo introdurre. D’accordo?

— Vuol dire che sul serio non sa quale sia? Io facevo operazioni di questo genere quando non avevo ancora nove anni. Tutti imparano l’informatica a quell’età.

— Olhado, è passato un sacco di tempo da quando facevo le elementari, e la mia non era neppure una normale escola baixa, d’altronde.

— Ma tutti usano questi programmi, di continuo!

— Evidentemente non tutti. Io no. Se sapessi come fare, lo farei da solo. Non avrei bisogno di stipendiare te, ti pare? E poiché ti pago con denaro d’importazione, il servizio che mi rendi va a vantaggio dell’economia lusitana.

— Non so di che stia parlando.

— Neanch’io, Olhado. Comunque questo mi ricorda una cosa. Non sono certo di conoscere la procedura di pagamento.

— Basta che lei trasferisca il denaro dal suo conto.

— E come si fa, questo?

— Lei sta scherzando!

L’Araldo prese fra le sue una mano del ragazzo, e sospirò. — Olhado, te lo chiedo per favore, smettila di sgranare tanto gli occhi e aiutami! Ci sono delle cose che devo fare, e non posso farle senza l’aiuto di qualcuno che conosca i computer,

— Ma sarebbe come se le rubassi i soldi. Io sono appena un ragazzo. Ho dodici anni. Quim potrebbe aiutarla molto meglio di me. Ha quindici anni, ha studiato queste cose fino in fondo, e conosce bene la matematica.

— Senonché, Quim dice che io sono un infedele e prega ogni giorno che Dio mi punisca.

— No, questo era prima che vi conosceste. Ma è meglio che lei non gli racconti che io gliel’ho detto.

— Come procedi per trasferire il denaro?

Olhado si volse al terminale e batté il codice della banca locale. — Qual è il suo nome completo? — domandò.

— Andrew Wiggin. — L’Araldo lo ripeté lettera per lettera. Un nome in stark, pensò il ragazzo: forse quest’Araldo era uno dei fortunati che imparavano lo stark a casa loro, invece di sbatterci contro la testa a scuola.

— Va bene. Qual è il suo telecodice?

— Telecodice?

Olhado poggiò le mani sul terminale e chinò la testa davanti allo schermo ancora spento. — Per favore! Adesso non mi dica che non conosce il suo telecodice!

— Il fatto è, Olhado, che io avevo un programma, un programma molto in gamba, che faceva per me tutta questa roba. Bastava che io dicessi: «Paga a questo, riscuoti da quello» e il programma si prendeva cura dei miei soldi.

— Ma non poteva farlo. È illegale collegarsi ai sistemi pubblici con un programma-schiavo come questo. È per simili operazioni che usa quella specie di orecchino?

— Sì, e per me non sono illegali.

— Io ho perso gli occhi, ma almeno questo non è stato per colpa mia. Lei invece non sa fare niente. - Soltanto allora Olhado si rese conto che stava parlando a un Araldo con lo stesso tono brusco che avrebbe usato con un altro ragazzo.

— Immagino che la cortesia, qui, comincino a insegnarvela a tredici anni — disse l’Araldo. Olhado lo guardò e vide che stava sorridendo. Suo padre probabilmente gli avrebbe mollato una sventola; e poi sarebbe andato a picchiare sua madre perché non gli aveva insegnato le buone maniere. Ma, del resto, lui non avrebbe mai osato parlare così a suo padre.

— Mi spiace — si scusò. — Comunque, non posso accedere al suo denaro senza il telecodice. Suppongo che capisca di cosa sto parlando.

— Tenta usando il mio nome.

Olhado ci provò. Nessun risultato.

— Rifallo, battendo «Jane».

— Sì… ancora niente.

L’Araldo si grattò una tempia. — Prova con «Ender».

— Ender? Lo Xenocida?

— Tu provaci e basta.

Funzionò. Olhado rimase a bocca aperta. — Perché ha scelto questo nome? È come avere una parolaccia per telecodice, solo che le banche non accettano le parolacce.

— Ho un senso dell’umorismo distorto — rispose l’Araldo. — E il mio programma-schiavo, come lo chiami tu, ne ha uno ancora peggiore.

Olhado rise. — Buona, questa! Un programma con il senso dell’umorismo. — Sullo schermo apparve l’ammontare di un conto corrente. Il ragazzo dagli occhi di metallo sbatté le palpebre. Non aveva mai visto una cifra così lunga in vita sua. — OK. Ora so che un computer può anche inventare le barzellette.

— È il denaro che ho in banca?

— Penso che ci sia un errore.

— Be’, io ho volato spesso a velocità relativistica. Qualcuno dei miei investimenti dev’essere andato a buon fine mentre ero in viaggio.

Un secondo controllo confermò la cifra. Quell’Araldo aveva più soldi di quanto Olhado aveva creduto potesse averne un appartenente alla razza umana. — Le dirò io cosa può fare — sogghignò. — Invece di pagarmi una certa somma, perché non mi accredita una percentuale degli interessi che scorrono nel tempo che resterò al suo servizio! Dico, un millesimo dell’uno per cento. E in un paio di settimane potrò comprare Milagre e trasferirla, case e tutto, su una spiaggia di Eden.

— Certo non riscuoto interessi così alti.

— Araldo, l’unico modo per accumulare questa somma con degli investimenti è di averli fatti mille anni fa. E lei non è tanto vecchio.

— Mm-mmh! — mugolò lui.

Dal suo sorrisetto, Olhado suppose di aver appena detto qualcosa di divertente. — Lei ha mille anni? — chiese.

— Il tempo — disse l’Araldo, — è cosa sfuggente e inafferrabile. Come disse Shakespeare: I wasted time, and now doth time waste me.

— Che significa «doth»?

— Sta per «does» — spiegò l’Araldo. — Io sciupai il tempo, e ora il tempo sciupa me.

— Perché cita un tipo che non sa neppure parlare stark?

— Trasferisci sul tuo conto quello che ti sembra un giusto compenso per una settimana di lavoro. E poi diamoci da fare con le note registrate da Pipo e da Libo, nelle due settimane precedenti la morte di ciascuno.

— Probabilmente sono protette da un blocco.

— Usa il mio telecodice. Dovrebbe servire a qualcosa.

Olhado cominciò a inviare richieste con vari espedienti, mentre l’Araldo dei Defunti lo osservava con pazienza e interesse e di tanto in tanto lo interrogava su quel che stava facendo. Dalle sue domande Olhado finì per dedurre che sui computer l’uomo la sapeva molto più lunga di lui. Ciò che non conosceva erano solo quei particolari comandi; ma era chiaro che assistendo alle sue operazioni sapeva estrapolarne ogni funzione. Verso sera, allorché la ricerca si concluse senza nessun risultato di rilievo, Olhado s’accorse che l’Araldo era stranamente soddisfatto del lavoro di quella giornata. Non faticò a intuirne il motivo. Tu non volevi proprio nessun risultato, pensò. Volevi vedere come io facevo questa ricerca. E so anche cosa farai stanotte, Andrew Wiggin, Araldo dei Defunti: farai da solo le tue personali ricerche su altre registrazioni. Può darsi che io non abbia gli occhi, ma vedo più lontano di quel che credi. La cosa sciocca è che tu voglia tenerlo tanto segreto, Araldo. Non sai ancora che sto dalla tua parte? Non direi a nessuno che il tuo telecodice ti apre fascicoli riservati, neppure se tu entrassi in quelli del sindaco o del vescovo. Non hai bisogno di tenere dei segreti con me. Sei qui da appena tre giorni ma ti conosco già abbastanza da volerti bene, e ti voglio bene abbastanza da fare qualsiasi cosa per te, purché non sia contro la mia famiglia. E so che tu non faresti mai del male ai miei.