Dona Cristã si alzò. — Scusatemi — disse. — Vorrei cominciare immediatamente a trasferire certi programmi essenziali.
Bosquinha operò brevemente sul terminale del vescovo e le lasciò il posto. — Ora non deve far altro che istruire il suo computer su quali registrazioni vuole accordare alle mie. Saranno trasmesse al banco-dati dell’Araldo Andrew con lo stesso codice di precedenza.
— Quanto tempo ci resta? — chiese Dom Cristão. Sua moglie stava già battendo freneticamente sulla tastiera.
— Il cronometro è qui in alto. — Bosquinha allungò una mano nel campo olografico e sfiorò un display su cui scorreva un conteggio alla rovescia.
— Lascia perdere i programmi che abbiamo già stampato — disse Dom Cristão. — Quelli potremo reinserirli in seguito. Dai la precedenza ai banchi B/K e al funzionamento dei sistemi computerizzati da A2 a TT/2.
Bosquinha si volse al vescovo. — Sapevo che per lei sarebbe stato difficile.
Peregrino emise una risata sarcastica. — Difficile!
— Spero che lei consideri i pro e ì contro, prima di rifiutare…
— Rifiutare! — esclamò il vescovo. — Mi prende per un idiota? Non c’è dubbio che io detesti la pseudo-religione di quel blasfemo Araldo dei Defunti, ma se questo è l’unico modo che Dio ci ha dato per preservare le vitali registrazioni della Chiesa, sarei un Suo ben misero servo se mi lasciassi accecare dall’orgoglio. I nostri archivi non sono ancora pronti per essere inseriti su un programma di priorità, e questo prenderà qualche minuto, ma spero che i Figli della Mente si sbrighino, in modo da lasciare anche a noi il tempo necessario.
— Quanto pensa che le occorrerà per il trasferimento? — chiese Dom Cristão.
— Non molto. Dieci minuti al massimo, credo. — Peregrino accese un interfono e diede alcuni ordini al suo segretario.
Bosquinha ne fu piacevolmente sorpresa. Aveva temuto che il vescovo insistesse per far duplicare tutto il suo archivio prima di consentire ai Figli della Mente di andare avanti, se non altro per stabilire la priorità della curia vescovile sul monastero. Ma l’uomo si rifece, degnandosi di protendere la mano sinistra a Dom Cristão.
— La ringrazio, monsignore — disse lui, baciando l’anello del vescovo.
Peregrino inarcò freddamente un sopracciglio. — Non deve guardarmi così stupita, sindaco Bosquinha. I Figli della Mente lavorano con la conoscenza terrena, così dipendono molto di più dalle macchine. Madre Chiesa lavora con le cose dello spirito, perciò alle macchine affidiamo soltanto il minimo indispensabile. In quanto ai nostri testi, siamo così antiquati e ligi alle tradizioni da tenere un gran numero di opere rilegate in cuoio nella biblioteca della curia. La Federazione Starways non potrà rubarci la parola di Dio e gli scritti dei santi più illuminati. — Sorrise, ovviamente con malizia. Bosquinha gli restituì un sorriso allegro.
— C’è un piccolo particolare — disse Dom Cristão. — Dopo che i nostri banchi di memoria saranno stati cancellati, e noi ne riavremo indietro il contenuto da quello dell’Araldo, cosa impedirà alla Federazione di ripetere questo gesto quante volte vorrà?
— Non posso darle una risposta semplice — disse Bosquinha. — Ciò che faremo dipende da quello che la Federazione ha deciso di mettere in atto. Forse non distruggeranno affatto le nostre registrazioni. Forse ci restituiranno subito i programmi tecnici più indispensabili, dopo questa dimostrazione del loro potere. Ma dal momento che non so affatto perché stanno piombando su di noi a questo modo, come posso prevedere fino a che punto si spingeranno? Tuttavia, anche se ci daranno la possibilità di mostrarci leali al Consiglio, è ovvio che resteremo vulnerabili a eventuali altri atti disciplinari dello stesso genere.
— Ma se, per qualche ragione, fossero decisi a trattarci come ribelli?
— Be’, se finissimo dalla padella nella brace potremmo registrare di nuovo tutto nei nostri computer e… tagliare fuori l’ansible.
— Dio ce ne scampi! — disse Dona Cristã. — Allora saremmo completamente soli.
Monsignor Peregrino si mostrò seccato. — Che idea assurda, sorella Detestai o Pecado. Pensa forse che Cristo ci parli via ansible? O che il Consiglio abbia il potere di tappare la bocca allo Spirito Santo?
Dona Cristã arrossì e si rimise a lavorare al terminale.
Da lì a poco il segretario del vescovo venne a consegnargli una lunga lista di dati relativi al loro archivio. — Potete depennare da questo la mia corrispondenza personale — disse Peregrino. — Che sia la Chiesa a decidere se le mie lettere meritano d’essere conservate. Per me non hanno alcun valore.
— La curia è pronta — disse Dom Cristão alla moglie. Subito lei si alzò, lasciando il terminale a disposizione del segretario.
— A proposito — disse Bosquinha. — Penso che vi interessi saperlo. L’Araldo ha annunciato che questa sera, al praça, terrà l’elegia per Marcos Ribeira. — Controllò l’orologio. — Sta per cominciarla, anzi.
— E cosa le fa credere — disse acidamente il vescovo, — che questo possa riguardare me?
— Pensavo che avrebbe voluto mandare una rappresentanza.
— Grazie per averci informati — disse Dom Cristão. — Io assisterò senz’altro. M’interessa sentir parlare l’Araldo che fece l’elegia per San Angelo. — Guardò il vescovo. — Le porterò io una registrazione, se lo desidera.
Il vescovo s’appoggiò allo schienale della poltrona, con un sorrisetto storto. — Grazie, ma per la bisogna basterà uno dei miei diaconi.
Bosquinha uscì dall’ufficio e saltellò svelta giù per le scale fino a una porta laterale della curia. Avrebbe dovuto tornare subito in municipio, adesso, perché qualunque cosa la Federazione stesse facendo i loro ordini non avrebbero tardato ad arrivare, e lei doveva essere lì a riceverli.
Aveva preferito non discutere la cosa con i leader religiosi poiché quelli non erano fatti loro, ma sapeva benissimo, almeno nelle linee generali, perché la Federazione stava agendo così. I paragrafi che davano al Consiglio il diritto di trattare Lusitania come una colonia ribelle erano tutti collegati alle leggi che regolavano il contatto con la razza dei maiali.
Era chiaro che gli xenologi avevano fatto qualcosa di grossolanamente erroneo. E poiché a Bosquinha non risultava alcuna infrazione alla legge, doveva trattarsi di qualcosa tanto vasto da esser stato ripreso dai satelliti, il solo servizio di sorveglianza che trasmetteva direttamente al Comitato senza che i dati passassero per il municipio. Bosquinha aveva cercato invano d’immaginare cosa potessero aver fatto Miro e Ouanda. Dato fuoco a una foresta? Abbattuto alberi? Causato una guerra fra le tribù dei maiali? Tutte queste ipotesi le apparivano assurde.
Aveva tentato di chiamarli per interrogarli, ovviamente, ma il loro computer sapeva soltanto che erano usciti. Fuori dal cancello, nella foresta, senza dubbio per continuare quella stessa attività che aveva portato sull’orlo della distruzione l’intera Colonia Lusitania. Bosquinha cercò di ricordare a se stessa che i due erano ragazzi, e che doveva trattarsi di qualche ridicolo errore giovanile.
Ma non erano giovani a quel punto, ed erano fra le menti più brillanti di una comunità che aveva una media intellettuale piuttosto elevata. Era una cosa saggia che la Federazione considerasse fuorilegge strumenti da tortura tipo fruste e ferri roventi. Perché per la prima volta in vita sua Bosquinha era così furibonda che avrebbe potuto giungere ad usarli con le sue mani, se li avesse posseduti. Io non so cos’aveste intenzione di fare, Miro e Ouanda, e non so cos’abbiate fatto. Ma, qualunque sia lo scopo che avete perseguito, questa comunità sarà costretta a pagarne il prezzo. E in un modo o nell’altro, se esiste giustizia, io farò in modo che ne scontiate le conseguenze.