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— Diecimila volte!

— Ho motivo di sospettare che non fosse così lasciva. Ma tu mi dici che l’amavi, benché lei fosse un’adultera. Forse che stasera non è più la stessa persona? È cambiata, da ieri a oggi? O chi è cambiato sei soltanto tu?

— Fino a ieri lei era una menzogna vivente!

— Stai dicendo che, poiché aveva vergogna di confessare l’adulterio ai suoi figli, mentiva anche quando si prendeva cura di voi, quando vi nutriva e vi allevava, quando vi consolava, quando vi insegnava a…

— Non è stata quel che si dice una madre premurosa.

— Se fosse venuta in confessionale e avesse chiesto perdono per il suo adulterio, allora nulla l’avrebbe obbligata a parlarne a voi. Tu saresti invecchiato e morto senza saperlo. Questa non sarebbe stata una menzogna, e dopo la remissione dei peccati lei non sarebbe più stata un’adultera. Ammetti la verità, Estevão: ciò che ti rende furioso non è il suo adulterio. È l’imbarazzo che hai provato quando, dopo esserti giustamente alzato in sua difesa, tutti hanno visto che non avevi nulla da difendere.

— Lei mi sta facendo sentire un idiota.

— Nessuno pensa che tu sia stato un idiota a farlo. Anzi, tutti hanno visto in te un figlio leale. Ma ora, se non vuoi rinnegare gli insegnamenti di nostro Signore, perdonala, e mostrale che la ami più di prima, perché adesso capisci la sua sofferenza. — Il vescovo gettò un’occhiata alla porta. — Stanno arrivando i partecipanti alla riunione, Estevão. Per favore, vai qui dietro in salotto e prega Santa Maddalena che abbia pietà per il tuo cuore incapace di perdono.

Con atteggiamento più miserevole che mai Quim oltrepassò la scrivania del vescovo e scomparve dietro una pesante tenda di velluto scuro.

Il segretario aprì in quel momento la porta che dava in corridoio, lasciando entrare nell’ufficio l’Araldo dei Defunti. Monsignor Peregrino non si alzò. Ma con sua enorme sorpresa l’Araldo poggiò un ginocchio al suolo e chinò brevemente il capo. Era un atto che un cattolico avrebbe compiuto soltanto in una presentazione pubblica a un vescovo, e Peregrino non riuscì a capire che significato avesse. Tuttavia lo straniero rimaneva lì, con un ginocchio al suolo, cosicché lui finì per alzarsi dalla poltrona, gli si avvicinò e gli porse l’anello da baciare. Ma l’Araldo seguitò a restare in quella posizione, finché lui non si decise a dire: — Ti benedico, figlio mio… anche se non sono certo che tu non mi stia schernendo con questo atteggiamento.

Senza sollevare la testa, l’Araldo disse: — Non c’è nessuno scherno in me. — Alzò gli occhi a fissarlo. — Mio padre era cattolico. Fingeva di non esserlo più, per amore del quieto vivere, ma non rinunciò mai alla sua fede.

— Lei è battezzato?

— Mia sorella mi disse che sì, mio padre mi battezzò in modo informale dopo la nascita. Mia madre apparteneva a una fede protestante che deplorava il battesimo in così tenera età, così ebbe un diverbio con lui. — Il vescovo gli stava facendo cenno di alzarsi. L’Araldo ubbidì, poi sorrise. — Immagini: un cattolico e una mormone a litigare aspramente su procedure religiose che in pubblico dichiaravano di aver abbandonato.

Peregrino era scettico. Era un gesto troppo diplomatico, per l’Araldo, metterlo al corrente della sua provenienza cattolica. — Credevo — disse, — che voi Araldi dei Defunti rinunciaste a ogni religione prima di dedicarvi alla vostra, diciamo così, vocazione.

— Io non so cosa facciano gli altri. Non ci sono regole in merito… certo non ce n’erano quando io divenni un Araldo.

Monsignor Peregrino sapeva che gli Araldi non mentivano mai, ma questo certamente gli appariva evasivo. — Araldo Andrew, nei Cento Mondi non ci sono luoghi dove un cattolico sia costretto a nascondere la sua fede, e non ce ne sono stati da tremila anni. Questa è stata la grande benedizione dei viaggi nello spazio, che rimossero le terribili restrizioni legate al controllo delle nascite sulla Terra sovraffollata. Lei mi sta dicendo che suo padre viveva sulla Terra tremila anni fa?

— Le sto dicendo che mio padre volle che io fossi un cattolico battezzato, e che per amor suo io ho fatto ciò che lui non poté mai fare in vita. È stato per lui che ho voluto inginocchiarmi davanti a un vescovo a attendere la sua benedizione.

— Ma io ho benedetto lei. - E stai ancora evitando la mia domanda. Questo implica che quanto ho detto sull’epoca in cui è vissuto tuo padre è vero, ma che non vuoi parlarne. Dom Cristão ha detto che in te c’è più di quel che vede l’occhio.

— Ne sono lieto — disse l’Araldo. — Io ho bisogno della sua benedizione più di mio padre, visto che lui è morto, e che mi trovo con non pochi gravi problemi da risolvere.

— La prego, si sieda. — L’Araldo scelse uno degli sgabelli di legno addossati a una parete. Il vescovo tornò alla sua grossa poltrona dietro la scrivania. — Vorrei che oggi lei non avesse parlato. Inoltre è successo in un brutto momento.

— Nulla poteva farmi prevedere l’iniziativa della Federazione.

— Ma lei sapeva che Miro e Ouanda hanno violato la legge. Bosquinha me l’ha detto.

— L’ho scoperto solo poche ore prima dell’elegia. Le sono grato per non aver chiesto il loro arresto.

— La questione non è di pertinenza della curia. — Il vescovo la spazzò da parte con un gesto della mano. Ma entrambi sapevano che, se lui avesse insistito, Bosquinha avrebbe eseguito gli ordini del Comitato e li avrebbe arrestati senza curarsi del parere contrario dell’Araldo. — La sua elegia ha causato molta angoscia.

— Più del solito, temo.

— Così… la sua responsabilità finisce qui? Infligge le ferite, e poi lascia che gli altri le guariscano?

— Non ferite, monsignore. Chirurgia. E se posso aiutare a lenire il dolore che ne consegue, allora sì, rimango e aiuto. Io non uso l’anestesia, ma cerco di evitare infezioni post-operatorie.

— Lei avrebbe potuto diventare un bravo sacerdote, sa?

— Ai figli più giovani si aprivano due sole scelte, il sacerdozio e la vita militare. I miei genitori avevano già scelto la seconda per me.

— Il figlio più giovane. Ma lei aveva una sorella. E viveva in un’epoca in cui il controllo delle nascite proibiva a una coppia di avere più di due figli, a meno che il governo non desse uno speciale permesso. Un bambino simile era chiamato un Terzo, vero?

— Lei conoscerà certo la storia.

— Dov’è nato? Sulla Terra, prima del volo interstellare?

— Quel che ora ci preoccupa, monsignore, è il futuro di Lusitania, non la biografia di un Araldo dei Defunti la cui età soggettiva è comunque sui trentacinque anni.

— Il futuro di Lusitania riguarda me, Araldo Andrew, non lei.

— Il futuro degli esseri umani di Lusitania riguarda lei, monsignore. A preoccupare me è quello dei maiali, diciamo.

— Non mettiamoci a litigare su chi ha la preoccupazione più grande.

Il segretario aprì di nuovo la porta, e nell’ufficio entrarono Bosquinha, Dom Cristão e Dona Cristã. Bosquinha spostò più volte lo sguardo dall’Araldo al vescovo.

— Non c’è sangue sul pavimento, se è questo che cerca — la informò quest’ultimo.

— Stavo solo controllando la temperatura dell’aria — disse Bosquinha.

— Il tepore del rispetto reciproco, spero — osservò l’Araldo. — Non il caldo torrido dell’ira, né il gelo dell’ostilità.

— L’Araldo è un cattolico per battesimo, anche se non per fede — disse il vescovo. — Così l’ho benedetto, nella speranza di renderlo più malleabile.

— Lo sono per principio, verso le autorità — disse lui.

— Lei è quello che minacciava di trasformarsi in un truce commissario federale — gli ricordò Peregrino. Con un sorrisetto.