Io guardavo affascinato, respirando appena, come un chiarore di forma ovale circondasse l’intero corpo di ogni paziente: quello di Lucy era di un debole verde chiaro, mentre quello di Arthur, era di un forte e virile arancione.
Van Helsing si mosse prima verso Holmwood, la cui testa ciondolava all’indietro contro la sedia dall’alto schienale. Ero ancora talmente stupefatto per il chiarore delle aure dei pazienti, che non vidi, finché il professore non si avvicinò ad Art e allungò una mano verso il forte chiarore del colore del giglio rosso, che lo stesso Van Helsing era circondato da un luccichio blu, più ampio e anche più intenso.
Il professore allungò la mano verso l’arancione brillante e la ritrasse con una grande porzione, di forma rotonda, dal cuore di Holmwood. Potei vedere l’oscuro vuoto che lasciò e come la ferita psichica si affrettasse a chiudersi immediatamente e a riempire il vuoto con un arancione luccicante, ma l’effetto fu che l’intera aura si schiarì e fu meno forte, come se fosse stata diluita.
Il professore tenne per un momento tra le mani quel “globo” arancione. Non si mescolò con il chiaro blu di Van Helsing ma, invece, sembrò divenire sempre più forte, con il colore sempre più intenso, mentre lui lo guardava. E poi, quando giudicò che fosse il momento adatto, si avvicinò dove giaceva Lucy e lo posò teneramente sul cuore di lei.
La reazione fu affascinante da vedere: la sua debole aura verde immediatamente aumentò come un’ameba affamata e “consumò” il chiarore arancione, circondandolo finché il suo colore scomparve completamente. L’unione dei due non creò un terzo colore; al contrario, il verde pallido si illuminò fino a diventare un forte verde smeraldo, e i suoi confini si allargarono in maniera degna di nota.
«Abbiamo finito», disse Van Helsing. Allora alzai lo sguardo e vidi che l’aura blu era del tutto scomparsa. Una rapida occhiata ai pazienti che dormivano non mostrò alcuna traccia di arancione o di verde, ma solo il colorito ora pallido di Art, e le guance di Lucy baciate da una lieve traccia di rosa. In effetti, fu come se fossi stato all’improvviso svegliato da uno strano sogno.
Quando Art rinvenne, lo mandammo a casa con l’ordine di dormire e mangiare il più possibile (sebbene non so capire come lo potesse fare, date le preoccupazioni riguardo a suo padre e alla sua fidanzata sofferenti). Lucy si svegliò enormemente migliorata, cosa che mi sollevò fino a spargere qualche lacrima in pubblico, dato che, se fosse morta, il suo sangue sarebbe ricaduto sulla mia testa.
Quindi il professore mi prese di lato, e ci accordammo che la cosa migliore da fare per me era quella di restare accanto a Lucy per le prossime poche notti. Lo stesso Van Helsing, durante il giorno, rimarrà nella sua cella al manicomio e continuerà la “ricerca”, come lui la chiama, cominciata durante il suo soggiorno nella casa di campagna. Di notte, verrà a Hillingham nel suo travestimento e rimarrà qui per vedere se potrà chiarire il mistero di come sia entrato il Vampiro, nonostante il talismano protettivo. Prenderà anche delle decisioni per aumentare la “sicurezza” qui, sigillando tutte le finestre e le porte, e ordinando le infiorescenze di aglio fresco che, dice sono dei repellenti più potenti delle teste.
10 settembre. Un giorno terribile, terribile! Avevo trascorso l’intera notte dell’8 settembre vegliando su Lucy e, quando arrivò il mattino, ero completamente esausto, ma c’era del lavoro da fare al manicomio e un nuovo paziente attendeva di essere ammesso. Prima che fossi riuscito ad occuparmi di tutto ciò, il crepuscolo si stava avvicinando, e io mi affrettai nuovamente verso Hillingham per un’altra veglia notturna.
Fortunatamente, Lucy era alzata quando arrivai, e di buon umore. Sua madre riferì con orgoglio che si era vestita per la cena di buon’ora, che era scesa al piano di sotto e che aveva mangiato con appetito. Questa era la migliore notizia che avevo avuto da parecchi mesi, ma la mia allegria non riusciva a mascherare interamente la stanchezza. Lucy lo notò, e insistette perché mi riposassi sul divano nella stanza contigua alla sua, a portata di voce. Nel caso fosse sorto qualche problema, promise che mi avrebbe chiamato.
La mia stanchezza era tale che acconsentii, dicendomi che il miglioramento del mio dolce fardello era dovuto alle misure aggiuntive che il professore aveva preso contro il Vampiro, e che ora eravamo completamente al sicuro. Ad ogni modo, lo stesso professore avrebbe controllato silenziosamente e senza farsi vedere il resto della casa.
Così mi allungai sul divano, dove caddi ben presto addormentato, e non mi svegliai finché una mano premette contro la mia testa. Mi misi seduto di soprassalto, e vidi Van Helsing che mi fissava con un debole sorriso.
«Sei ben riposato, credo», disse con indulgenza, poi alzò una mano per chiedere silenzio mentre io cominciavo a scusarmi; non era stata certamente mia intenzione dormire per tutta la notte. «No, John, non c’è bisogno di spiegazioni. Sei stanco e ne avevi diritto. Comunque, sono rimasto di guardia intorno alle stanze della servitù e alla stanza di Mrs. Westenra. Lì non c’è stato alcun disturbo, né al piano sottostante. Voghamo andare a vedere come sta la nostra paziente?».
Assentii ansiosamente e insieme entrammo nella stanza di Lucy. Io (e il professore, ne sono sicuro) eravamo certi che sarebbe stata una visita felice, e che avremmo trovato Lucy ancora più riposata e piena di salute. La stanza era completamente buia, così mi mossi verso la finestra ed aprii gli scuri, lasciando che la luce del sole del mattino entrasse nella stanza.
«Dio del Cielo!», bisbigliò Van Helsing.
Nell’udire il profondo orrore che percepii nel suo tono, un brivido di indescrivibile paura corse attraverso di me. Chiusi gli occhi e rimasi rivolto verso la finestra, poiché sapevo cosa avrei visto nell’istante in cui mi fossi voltato.
Ahimè, non potevo restare così per sempre. Poi, alla fine, mi voltai e vidi, sul letto, uno spettacolo che mi lacerò il cuore: Lucy era svenuta, grigia come i muri di pietra di Hillingham e altrettanto senza vita. Per un terribile istante, pensai onestamente che fosse morta.
Ma poi, fortunatamente, il suo petto si alzò, mentre lei lottava per respirare. Van Helsing si rivolse a me, immediatamente.
«Amico John, ora è il momento del tuo sacrificio. Chiudi a chiave la porta e poi siediti: io andrò per un momento nell’altra stanza e poi, quando ritornerò, lo farò rapidamente».
Non dissi una parola, ma andai direttamente alla porta e la chiusi bene mentre il professore entrava nella stanza adiacente. Poi mi sedetti e cercai di respirare lentamente, con regolarità, nella speranza di rallentare il mio cuore che batteva furiosamente. Un miserabile senso di fallimento si impadronì di me, insieme con l’irrazionale convinzione che, se Lucy fosse morta, io solo ne ero colpevole.
Ben presto Van Helsing uscì, circondato ancora una volta dallo scudo blu brillante a forma di uovo della sua potente aura. Io lanciai un’occhiata accanto a me per vedere che la stessa Lucy irradiava un chiarore smeraldino pietosamente offuscato; per quanto mi riguarda, stesi la mano davanti a me, curioso di vedere quale colore vi potessi trovare… ma non vidi nulla (in seguito Van Helsing mi disse che io ho un’aura blu “molto sana” con delle zone dorate).
Oltre a ciò, non ricordo virtualmente niente dello scambio, salvo che sembrò finire quasi istantaneamente e che mi resi conto che il professore mi stava conducendo verso il divano nella stanza accanto. Dormii per un po’, poi feci un’abbondante colazione; anche così, l’esperienza mi lasciò notevolmente indebolito.
Per quello che riguarda la povera Lucy, lei era migliorata, sebbene non così tanto come dopo l’operazione con Arthur. Quando ritornai dal professore, che si stava anche lui riposando nel salotto, lui confessò che non aveva preso tanta “forza vitale”, o prana, da me.