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Un’altra notizia ci dà qualche speranza: Zsuzsanna dice che, quando viaggiò con Elisabeth verso Londra, notò che, nonostante la sua abilità di muoversi liberamente durante il giorno, era ancora limitala dall’intervallo della marea. Sapendo ciò, e conoscendo il fatto che, quando Vlad era alla sua massima potenza, anche lui era limitato dall’acqua che scorreva (il che era comprovato dalla sua decisione di venire a Londra per nave e, dice Zsuzsanna, dalla strada che aveva scelto sotto forma di pipistrello quando lei lo aveva seguito una notte verso Hillingham), possiamo dedurre che anche Elisabeth è limitata in questo senso.

Sono finalmente riuscito a dare uno dei crocifissi di Arminius a Madam Mina; ho spiegato che era un oggetto “particolarmente benedetto” per scacciare il Vampiro e che l’avrebbe protetta più sicuramente della piccola croce d’oro. Ora li porta entrambi: sospetto che abbia avuto più che un lieve effetto su di lei e sulla vita privata di Jonathan…

Per quanto riguarda Zsuzsanna e Arkady, essi ci hanno segretamente accompagnato per l’intero viaggio e ci sono d’aiuto come “spie”. Ci saranno molto utili se e quando penseremo sia necessario continuare il viaggio verso il castello. Comunque, prima di partire per Varna, Zsuzsanna ha annunciato che avrebbe interrotto ogni contatto fisico con Harker: in questo modo Elisabeth non ha mezzi per conoscere cosa la nostra piccola banda progetta. Con quell’assicurazione, l’abbiamo messa a parte del contenuto della quinta riga e del nostro piano per liberarci di Vlad ed entrare in possesso della prima chiave.

Trovo ancora difficoltà nel concederle fiducia; se non fosse per Arkady, non penso che avrei voluto aver a che fare con lei. Ora che è rinsavita ed è piena di rimorso… sono io che devo aver pietà di lei? Mi è costata mia moglie e mio figlio. Faccio del mio meglio per essere civile con lei, per amore di mio padre. Ma, oltre a ciò, non le devo nulla.

Arthur continua a mettere a frutto il suo titolo di Lord per il nostro bene. Ha convinto lo spedizioniere della cassa di Vlad che essa contiene qualcosa di rubato a un amico di Sua Signoria; ora abbiamo il segreto permesso di salire sulla nave quando attracca e aprire la cassa… a nostro rischio.

29 ottobre, notte. Dopo un’attesa angosciosa — giorno dopo giorno, seduti a leggere, a riflettere, e a conversare, tutti noi siamo ora ossessionati dal mettere fine a questa vicenda — Arthur ha ricevuto ieri un telegramma dai Lloyd che annunciava l’ingresso della Zarina a Galatz all’una del 29 ottobre.

Galatz… più di centocinquanta miglia a nord! Abbiamo languito a Varna per tredici giorni, attendendo inquieti, mentre l’Impalatore si faceva beffe di noi!

In qualche modo, i pensieri di Madam Mina hanno rivelato a Dracula la nostra presenza a Varna; ora lui l’ha esclusa dai suoi piani. Zsuzsanna mi avverte che Vlad non lo può fare senza perdere anche l’accesso ai pensieri di Madam Mina (proprio come lei, Zsuzsanna, non ha più accesso ai pensieri di Jonathan Harker), e Arkady lo conferma. Per il momento siamo liberi di usare la grande intelligenza di Mina a nostro beneficio senza rivelare a Vlad la nostra strategia.

Scrivo questo sul treno per Galatz.

30 ottobre. Oggi abbiamo finalmente messo piede sulla Zarina Caterina. Come temevamo, siamo arrivati troppo tardi; la cassa era già stata presa, ma noi siamo riusciti a parlare con il capitano, uno scozzese amichevole e disponibile. La cassa, ha detto, aveva causato un tale disagio tra la sua ciurma rumena che sarebbe stata gettata a mare se non fosse stato per il suo intervento. Poi ha allegramente tirato fuori la ricevuta, che mostrava come era stata ritirata da un certo Immanuel Hildesheim, Burgenstrasse 16.

Fortunatamente, Hildesheim era nel suo ufficio e, dopo un po’ di mance, ci indirizzò ad un certo Petrof Skinsky, un uomo d’affari che si occupava del trasporto dal fiume al porto. Hildesheim aveva consegnato la cassa a Skinsky che, sfortunatamente, non trovammo al suo indirizzo. Comunque, mentre ce ne stavamo andando, uno dei vicini uscì correndo da una casa, gridando che Skinsky era stato trovato assassinato, con la gola squarciata.

Quando, questa sera, siamo tornati a casa scoraggiati, Madam Mina ha guardato i nostri appunti e, nel suo modo logico e preciso, ha scritto una serie di deduzioni circa gli spostamenti di Vlad. Poi ce le ha lette e io le riassumo qui.

Dato che Vlad aveva assunto Skinsky come agente, è logico che si sia accordato perché la sua cassa fosse spedita a monte, dato che quello era il lavoro principale di Skinsky.

Ora, il Danubio incontra due fiumi che conducono in Transilvania, il Pruth e il Sereth; di questi, solo il Sereth si getta nel fiume Bistritsa… che scorre vicino Borgo Pass!

Ecco il nostro piano: Arthur si procurerà una lancia a vapore e lui e Jonathan seguiranno il Vampiro in nave. Ci accordammo segretamente che Harker non avrebbe viaggiato con me, poiché io sarei stato messo troppo a repentaglio; Lord Godalming corre meno rischi e sa prendere precauzioni per se stesso. Comunque, avrà anche l’invisibile presenza di Arkady che lo proteggerà. Quincey e John seguiranno a cavallo lungo la riva, nel caso Vlad decida improvvisamente di approdare, mentre Madam Mina e io prenderemo il treno verso Veresti e da lì viaggeremo via terra verso il castello.

La nostra speranza è che Elisabeth non segua me e Mina fino al castello (né Zsuzsanna che ci guiderà attraverso la foresta e che conosce la tana di Vlad meglio di tutti). Dato che Elisabeth non possiede la prima chiave, e quindi non conosce la quinta riga, lei rimarrà vicino a Vlad, con l’intento di distruggerlo e di ottenere la seconda chiave.

Una volta che ci saremo liberati dell’Impalatore, sorge una domanda: come faremo a distruggere lei, che è così potente?

Arminius, non restare lontano!

Capitolo diciottesimo

Il diario del dottor Seward

5 novembre. Sei giorni di cavallo, nella neve che cadeva e con un freddo tagliente, ma sempre con la vaga sensazione che dietro di noi, appena oltre il mio campo visivo, ci segua una grande oscurità, quell’indaco cupamente luccicante che io sono arrivato a temere. Anche Quincey lo sa, poiché la notte scorsa, quando ci accampammo e sedevamo intorno al fuoco, disse piano:

«Lo senti, Jack?».

Annuii e, il più tranquillamente che potei, dissi:

«Elisabeth».

Lui fece un segno d’assenso e non ne parlammo più. Significa che la deduzione del professore è giusta; ancora non è così potente da poter viaggiare sul fiume e salire a bordo della barca di Dracula quando vuole. Sono contento che abbia scelto di seguire noi e non il professore. Quella era la mia preoccupazione più grande: che lo avrebbe inseguito e ucciso, poi sarebbe salita a bordo della barca e avrebbe tolto la chiave dalla cassa piena dei resti putrefatti di Vlad. Forse teme che noi arriviamo alla chiave prima di lei e che con i nostri talismani la teniamo lontana per sempre. È abbastanza accorta da fallo.

Adesso è appena passala l’alba: il cielo è grigio, con la neve che cade leggera. Mi sono svegliato con la mano di Quincey sulla spalla e la vista lontana di un grosso carro di tzigani, affiancato da un piccolo esercito di zingari, che si affrettavano nel ritornare dalla riva. Quincey ha preparato i cavalli: proseguiamo!».

Il diario di Abraham Van Helsing

5 novembre, mattina. A Veresti, mi sono procurato un carro, una bella squadra di cavalli, e abbastanza provviste che durino per almeno dieci giorni. Con le coperte e le pellicce, Madam Mina e io siamo abbastanza equipaggiati, e facciamo i turni alla guida, mentre l’altro dorme; sento che Zsuzsanna ci segue a considerevole distanza, altrimenti spaventerebbe i cavalli. Viaggiando giorno e notte con alcune soste per far riposare gli animali, abbiamo raggiunto Borgo Pass prima dell’alba, il 3 novembre.