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— Ammettendo che la vostra decisione sia favorevole, come ci metteremo in contatto con voi per farvi conoscere la nostra decisione?

— Conosceremo la vostra decisione attraverso i nostri osservatori. Una delle condizioni che poniamo è la pubblicazione integrale di questo colloquio sui giornali, stenografato dal nastro che stiamo usando ora per registrarlo. Dovranno anche essere pubblicate le deliberazioni e le decisioni del vostro Governo.

— E gli altri Governi? Noi non possiamo decidere unilateralmente a nome di tutto il mondo.

— Il vostro Governo è stato scelto per cominciare. Se voi accettate, vi forniremo i mezzi che costringeranno gli altri Governi a seguire al più presto la vostra scelta. Dico subito che questi mezzi non comprendono la forza o la minaccia armata.

— Devono essere mezzi eccezionali — disse il colonnello — se riusciranno a convincere una certa nazione, che non nomino, senza neppure una minaccia.

— Talvolta l’offerta di una ricompensa è più efficace dell’uso della minaccia. Pensate che alla nazione che non volete nominare farebbe piacere sapere che il vostro paese sta colonizzando pianeti di stelle lontane mentre loro non hanno ancora raggiunto la Luna? Ma questo è un particolare secondario. Potete star certo che questi mezzi sono molto persuasivi.

— Sembra troppo bello per essere vero. Avete detto però che dovevate decidere qui e subito se fosse opportuno o meno invitarci ad entrare nell’Unione. Posso chiedere su quali elementi baserete la decisione?

— Il primo è che io devo, anzi, dovevo, dato che l’ho già fatto, controllare il vostro grado dì xenofobia. Nel senso lato in cui voi la usate, questa parola significa paura degli stranieri. Noi abbiamo una parola che non ha equivalente nel vostro vocabolario: significa paura o repulsione verso gli uomini di altri pianeti. Dato che io sono ciò che voi chiamereste un umanoide, sono probabilmente, ai vostri occhi, più orrendo e schifoso di quanto potrebbe apparirvi un membro di una specie completamente diversa dalla vostra. La caricatura di un essere umano è sempre più mostruosa di un essere che non abbia la minima somiglianza con voi.

«Il disgusto che io vi ispiro vi sembrerà enorme, insuperabile ma, credetemi, avete superato l’esame. Ci sono razze, nella Galassia, che non potranno mai entrare a far parte della federazione, perché, per quanto siano progredite, restano violentemente, incurabilmente xenofobe; non potrebbero mai parlare o restare in presenza di un essere di un’altra razza. Fuggirebbero urlando, o cercherebbero di ucciderlo immediatamente. Dopo aver osservato voi e questa gente — fece un ampio gesto col braccio lunghissimo verso la popolazione civile di Cherrybell, non molto lontana dal cerchio in cui si teneva la conferenza — sento che avvertite repulsione al vedermi, ma è una reazione leggera. Avete superato l’esame in modo soddisfacente.”

— E ci sono altri esami?

— Solo uno. Ma penso che sia tempo che io… — invece di finire la frase, l’uomo-stecco si sdraiò sulla sabbia e chiuse gli occhi.

Il colonnello balzò in piedi — Cosa diavolo… — gridò. Girò intorno al treppiede del microfono, e si chinò sull’extraterrestre, appoggiandogli un orecchio sul petto sanguinolento.

Mentre rialzava la testa, Dade Grant, il vecchio cercatore, ridacchiò. — Non ci sono pulsazioni, colonnello, perché non c’è cuore. Ma potrei lasciarvelo come ricordo, e dentro ci trovereste cose molto più interessanti che il cuore e i visceri. Sì, è un pupazzo che ho manovrato, come il burattinaio fa muovere i burattini, qui da voi… Ora che ha servito al suo scopo, è stato disattivato. Potete tornare al vostro posto, colonnello.

Il colonnello Casey indietreggiò. — Perché? — chiese.

Dade Grant si stava liberando della barba e della parrucca. Si strofinò con un panno la faccia per togliersi il trucco, e ne venne fuori un aitante giovanotto. Disse: — Quello che vi ha detto, o meglio, quello che vi è stato detto attraverso lui, era la verità, per lo meno fino a quando si è fermato. È solo un automa, ma è la copia esatta di un membro di una delle razze intelligenti della galassia, quella dalla quale, se voi foste stati violentemente e incurabilmente xenofobi, sareste stati più disgustati, secondo i nostri psicologi. Ma non abbiamo portato un vero membro della sua specie, perché questi “scorticati” hanno una loro forma di fobia, l’agorafobia, la paura dello spazio. Sono profondamente civili e fanno parte della federazione, ma non lasciano mai il loro pianeta. I nostri osservatori ci assicurano che voi non avete quella fobia. Ma non sono mai stati capaci di calcolare il grado della vostra xenofobia, e l’unico modo per scoprirlo era di mettervi a contatto con il rappresentante di una razza umanoide.

Il colonnello sospirò profondamente. — Non posso negare che, in un certo senso, questo mi levi un peso dal cuore. Certo possiamo benissimo convivere con gli umanoidi, e lo faremo, quando ce ne sarà bisogno. Ma devo riconoscere che è un sollievo sapere che la razza dominante della galassia è umana anziché umanoide. Qual è il secondo esame?

— Lo state facendo proprio adesso. — Si sdraiò sulla sabbia e chiuse gli occhi, esattamente come aveva fatto l’uomo-stecco pochi minuti prima.

Il somaro alzò la testa e si affacciò nel cerchio proprio sopra la spalla del sergente.

— Bene — disse. — Il teatro dei burattini è finito, colonnello. E ora, cos’è questa storia che preferite che la razza dominante sia umana, o almeno umanoide? Che cos’è una razza dominante?