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Per il momento ho deciso di tenere in piedi l’Ufficio. Organizzerò una qualche specie di parlamento dopo aver creato un partito d’opposizione alla Radpol. Ricin, forse, o una cosa del genere: Ricostruttori Indipendenti.

Buone vecchie forze della distruzione finale… Ne avevamo proprio bisogno, qui tra le rovine.

E Cassandra (la mia principessa, il mio angelo, la mia deliziosa signora) è contenta di me anche senza il fungo. M’è scomparso dopo quella notte nella Valle del Sonno.

Sua, naturalmente, era la nave d’eroi che Hasan aveva visto quel giorno a Pegase. Niente vello, comunque: soltanto le mie armi e cose del genere. Già. Mi ha fatto molto piacere sapere che la Golden Vanitie, una carretta che mi sono costruita tutta da solo, con le mie mani, è riuscita a tener testa persino allo tsunami che s’è levato dopo quel tremendo terremoto. Quando Kos ha cominciato a tremare, Cassandra era già fuori sul mare. E poi ha diretto le vele a Volos, perché sapeva che Makrynitsa era piena zeppa di miei parenti. Oh, una preziosa combinazione, che lei avesse avuto la sensazione del pericolo imminente, e si fosse presa a bordo tutta l’artiglieria pesante. (Una preziosa combinazione, inoltre, che sapesse anche come usarla). Dovrò imparare a prendere più sul serio le sue premonizioni.

Mi sono preso una bella villa piena di pace all’estremità di Haiti, dall’altra parte del porto. Ci vogliono solo quindici minuti di Lancia per arrivare in centro, e c’è una bella spiaggia e una notevole giungla nei dintorni. Debbo tenere una certa distanza, come ad esempio tutta l’isola, tra me e il mondo civile, perché ho questo…

Be’, questo problema logistico. L’altro giorno, quando gli avvocati si sono fatti vivi, non sapevano cosa significasse il cartello ATTENTI AL CANE. Adesso lo sanno. Quello che è finito in trazione non mi farà causa per danni, e George lo rimetterà a nuovo in un batter d’occhio. Gli altri se la sono cavata meglio.

Meno male che ero nei paraggi, comunque.

E così eccomi qui, in una posizione insolita, come sempre.

Tutto quanto il pianeta Terra è stato acquistato dal governo talerita dalla famosa e ricca gens degli Shtigo. La maggioranza degli emigrati voleva la cittadinanza vegana, piuttosto che restare sotto il governo talerita e lavorare nell’Impero in condizioni d’inferiorità, registrati come alieni. La cosa era matura da parecchio tempo, sicché l’unico problema era trovare l’acquirente adatto; perché il nostro ex-governo avrebbe immediatamente perso ogni ragione d’esistenza dopo la concessione della cittadinanza vegana. Finché nell’Impero Vegano c’erano dei terrestri tutto andava bene, ma adesso sono diventati tutti vegani, e quindi non possono più votare per loro; e di certo non saremo noi a farlo.

Per cui si rendeva necessario vendere tutto il pianeta; e gli unici clienti erano la gens degli Shtigo.

Ma il vecchio saggio Tatram ha capito subito che la Terra non apparteneva agli Shtigo. Sicché il contratto d’acquisto è stato fatto a nome di suo nipote, Cort Myshtigo.

E Myshtigo ha lasciato questo testamento, o ultime volontà o come diavolo volete chiamarlo, secondo lo stile vegano…

… in cui sono menzionato io.

… Ho… Uh… Ho ereditato un pianeta.

La Terra, per essere precisi.

Be’…

Accidenti, non la voglio. Cioè, è chiaro che per il momento me la trovo sulle spalle, ma ci sarà bene una scappatoia.

È stato quell’infernale Registro Generale, e quattro altri banchi-memoria di cui s’è servito Tatram. Stava cercando un amministratore locale che rimettesse un po’ in sesto la Terra e creasse un governo permanente sul luogo, e poi rinunciasse al pianeta non appena le cose avessero cominciato a funzionare. Voleva qualcuno che fosse sulla scena da un po’ di tempo, che fosse qualificato come amministratore, e che non desiderasse tenersi tutto per sé.

Tra i diversi altri, il cervello elettronico gli sputò fuori uno dei miei nomi, poi un altro (il secondo era classificato come «forse tuttora vivente»). Allora si diedero da fare con la mia scheda personale e con i dati dell’altro me stesso, e dopo un po’ la macchina tirò fuori altri nomi, tutti miei. Poi cominciò ad annotare discrepanze e somiglianze peculiari, fece delle ipotesi, e fornì risposte sempre più curiose.

A quel punto Myshtigo decise che io dovevo essere «ispezionato».

Cort venne a scrivere un libro.

In realtà venne a vedere se ero Buono, Onesto, Nobile, Puro, Leale, Fedele, Fidato, Indipendente, Gentile, Vivace, Sicuro, e Privo d’Ambizioni Personali.

Il che significa che lui era uno stramaledetto lunatico, perché ha risposto: «Sì, è tutte queste cose».

Devo proprio averlo imbrogliato.

Comunque forse aveva ragione per la mancanza d’ambizioni personali. Io sono un pigrone della malora, e non ho proprio nessuna voglia di tirarmi addosso tutti i mal di testa che nasceranno da questa Terra tormentata.

Ad ogni modo, ho intenzione di farmi qualche concessione per quanto concerne il mio benessere personale. È molto probabile che mi prenda altri sei mesi di vacanza.

Uno degli avvocati (non quello in trazione; quello col braccio ingessato) mi ha portato una lettera del Tipo Blu. Dice, in parte:

Caro Come-Diavolo-Ti-Chiami,

è piuttosto imbarazzante cominciare una lettera a questo modo, sicché rispetterò la tua volontà e ti chiamerò Conrad.

«Conrad», ormai sei al corrente della vera natura della mia visita. Sento d’aver fatto una buona scelta nel nominarti erede della proprietà comunemente indicata col nome di Terra. Non si può mettere in dubbio l’affetto che le porti: come Karaghiosis hai incitato gli uomini a coprirsi di sangue per difenderla; stai restaurando i suoi monumenti, proteggendo i lavori di maggior pregio artistico (e nel mio testamento, voglio ricordartelo, esigo che tu rimetta assieme la Grande Piramide), e la tua ingenuità e la tua forza, sia mentale che fisica, sono singolarmente sorprendenti.

Inoltre tu sei la creatura più simile ad un immortale che abbiamo sinora trovato (darei non so cosa per sapere la tua vera età), e questo, assieme al tuo alto potenziale di sopravvivenza, fa di te l’unico candidato possibile. Se la tua mutazione dovesse mai venirti meno, c’è sempre il trattamento S-S che può aiutarti ad allungare la grande catena dei tuoi giorni. (Potevo scrivere «aiutarti a forgiare», ma non sarebbe stato cortese, visto che tu sei un perfetto forgiatore. Tutte quelle vecchie registrazioni! Hai fatto mezzo impazzire il povero Registro Generale, con le discrepanze che hai inventato. L’abbiamo programmato a non accettare più un certificato di nascita greco come prova di età!).

Affido la Terra nelle mani del Kallikanzaros. Secondo la leggenda, questo sarebbe un grave errore. Ma scommetto che tu fai finta d’essere un Kallikanzaros. Distruggi soltanto quello che intendi ricostruire. Probabilmente sei il Grande Pan, che ha solo finto di morire. Comunque stiano le cose, riceverai entro l’anno fondi sufficienti e un notevole equipaggiamento; e quintali di moduli per richiedere altro materiale alla Fondazione Shtigo. E così vai in pace e sii un uomo operoso e moltiplicati, e riprenditi in eredità la Terra. La gens terrà sempre un occhio aperto. Grida se hai bisogno d’aiuto, e l’aiuto verrà. Non ho il tempo di scriverti un libro. Spiacente. Comunque eccoti il mio autografo: