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LIGURIO – Sta bene. Io gli dirò che Lei è diventato sordo. Quindi non deve rispondere né dire qualcosa, se noi non parliamo forte.

MESSER NICIA – Così farò.

LIGURIO – Oltre a questo, non si preoccupi se parliamo di qualcosa che Le sembrerà assurda e disforme. La assicuro che tutto andrà bene.

MESSER NICIA – Speriamo tutto segua il suo corso[45].

LIGURIO – Ma ecco il frate che parla con una donna. Aspettiamolo.

Scena terza

Fra’ Timoteo, una donna

FRA’ TIMOTEO – Se si vuole confessare, io sono pronto.

UNA DONNA – Non oggi; mi aspettano: mi basta essermi sfogata un po’. Ha detto quelle messe per la Nostra Donna?

FRA’ TIMOTEO – Madonna sì.

UNA DONNA – Tenga ora questo fiorino, e dica due mesi ogni lunedì la messa dei morti per l’anima di mio marito. Anche se era un omaccio, pure la carne si fa sentire: quando me lo ricordo ogni volta ho tantissima voglia di lui. Ma cosa ne pensa, mio marito è in purgatorio?

FRA’ TIMOTEO – Senza dubbi.

UNA DONNA – Io non sarei così sicura. Lei sa pure quel che mi faceva qualche volta. Oh, quante volte mi laventavo di lui! Certamente mi facevo da parte[46] quanto potevo; ma lui era così importuno! Uh, nostro Signore!

FRA’ TIMOTEO – Non dubiti, la clemenza di Dio è grande: se non manca all’uomo la voglia, non gli manca mai il tempo per pentirsi[47].

UNA DONNA – Che pensa, quest’anno passerà il Turco in Italia?

FRA’ TIMOTEO – Se Lei non pregherà, sì.

DONNA – No! Dio ci aiuti[48], con queste diavolerie! Ho gran paura del suo impalare le genti. – Ma vedo qua in chiesa una donna, voglio fare due chiacchiere con lei. Buona giornata!

FRA’ TIMOTEO – Vada pure.

Scena quarta

Fra’ Timoteo, Ligurio, Messer Nicia

FRA’ TIMOTEO – Le donne sono le più caritatevoli persone ma anche le più fastidiose. Chi le scaccia, fugge sia fastidi che beni; chi le trattiene, ha i beni e i fastidi insieme. Ed è vero anche che non ci sono mele senza mosche. Oh, che state facendo, cari signori? Ma io riconosco messer Nicia?

LIGURIO – Parli più forte, è diventato sordo e non sente quasi nulla.

FRA’ TIMOTEO – Lei è benvenuto, messere!

LIGURIO – Più forte!

FRA’ TIMOTEO – Benvenuto!!!

MESSER NICIA – Grazie, padre!

FRA’ TIMOTEO – Come va?

MESSER NICIA – Tutto bene!

LIGURIO – Parli a me, padre, perché parlando a lui farà troppo rumore.

FRA’ TIMOTEO – Che volete da me?

LIGURIO – Qui messer Nicia ed un altro uomo da bene, che Lei conoscerà poi, hanno a distribuire in elemosine parecchi centinaia di ducati.

MESSER NICIA – Cavolo!

LIGURIO – Stia calmo, messer Nicia! Non si meravigli, padre, di quello che lui dice. Non sente, e qualche volta gli pare di udire, e così risponde e dice delle cose strane.

FRA’ TIMOTEO – Vabbe’, lasciamolo dire ciò che vuole.

LIGURIO – Ho una parte di soldi con me; e Lei, frate, li ridistribuirà.

FRA’ TIMOTEO – Molto volentieri.

LIGURIO – Ma prima di fare questa elemosina, Lei ci deve aiutare con un caso strano successo a messere. Solo Lei ci potrebbe aiutare, perché si parla dell’onore di casa sua.

FRA’ TIMOTEO – Che cos’è successo?

LIGURIO – Io non so se Lei conosce Camillo Calfucci, nipote di messere.

FRA’ TIMOTEO – Sì, lo conosco.

LIGURIO – Un anno fa è andato in Francia per certe sue faccende. Siccome sua moglie era morta, lui ha lasciato sua figlia, già una ragazza giovane, in un monastero, non mi ricordo adesso come si chiama.

FRA’ TIMOTEO – E dopo cos’è successo?

LIGURIO – È successo che, o per una svista delle monache o per spensieratezza della ragazza, si è ritrovata incinta già di quattro mesi. Se il fatto si sapesse, il dottore, le monache, la ragazza, Camillo, la casa dei Calfucci sarebbero vituperati[49]. Il dottore ha tanta paura di questa vergogna che vuole dare trecento ducati per l’amore di Dio.

MESSER NICIA – Che chiacchiera!

LIGURIO – Stia zitto! E li darà nelle Sue mani, frate; perché solo Lei ci può aiutare.

FRA’ TIMOTEO – Come?

LIGURIO – Dare una pozione alla fanciulla per farla abortire.

FRA’ TIMOTEO – Ci devo pensare.

LIGURIO – Come ci deve pensare? Guardi quanti vantaggi ci sono: Lei manterrà l’onore del monastero, della fanciulla, dei parenti; renderà al padre una figlia; soddisferà messere e tanti suoi parenti; farà tante elemosine, quante con questi trecento ducati potrà fare; e, d’altra parte, non farà male a nessuno oltre che a un pezzo di carne non nata, senza senso, che può morire in mille altri modi. Credo che sia meglio[50] far contente più persone, se è possibile.

FRA’ TIMOTEO – Così sia, in nome di Dio! Fate ciò che volete e, per Dio e per carità, sia fatta ogni cosa. Ditemi il nome del monastero, datemi la pozione, e questi soldi, per cominciare a fare un po’ di bene.

LIGURIO – Or Lei mi pare quel religioso che acercavamo. Ecco a Lei una parte di soldi. Il monastero è… Ma aspetti, qui in chiesa c’é una donna che mi fa cenno: torno ora ora, non lasci messer Nicia; Le voglio dire ancora due parole.

Scena quinta

Fra’ Timoteo, Messer Nicia

FRA’ TIMOTEO – Questa ragazza, di quanti mesi è incinta?

MESSER NICIA – Sono strabiliato.

FRA’ TIMOTEO – Dico, di quanti mesi è incinta questa ragazza?

MESSER NICIA – Maledetto!

FRA’ TIMOTEO – Perché?

MESSER NICIA – Così!

FRA’ TIMOTEO – E mi pare essere nei guai. Io ho a fare con un pazzo e con un sordo: uno fugge, l’altro non ode. Ma il più importante è che questi sono i veri ducati! – Ecco Ligurio.

Scena sesta

Ligurio, Fra’ Timoteo, Messer Nicia

LIGURIO – Stia calmo, messere. Oh! ho una grande novità, padre.

FRA’ TIMOTEO – Quale?

LIGURIO – Quella donna con cui io ho parlato, mi ha detto che quella ragazza si è procurata un aborto.

FRA’ TIMOTEO – Bene! questa elemosina la ridistribuirò comunque.

LIGURIO – Che dice?

FRA’ TIMOTEO – Dico che nonostante questo voi doverete fare questa elemosina.

LIGURIO – L’elemosina si farà, quando Lei vorrà: ma Lei può fare un’altra cosa per il dottore.

FRA’ TIMOTEO – Che cos’è?

LIGURIO – Cosa di minor carico, di minor scandalo, più piacevole per noi, e più utile a Lei.

FRA’ TIMOTEO – Che cos’è? Io sono in patti con voi, e mi sembra di avere sviluppato una tale dimestichezza, che non c’è cosa che io non farei. Mi avete accolto con tanto calore che sono pronto a fare tutto.

LIGURIO – Voglio dirGlielo in chiesa, a quattro occhi. Il dottore ci aspetterà qui, torniamo ora.

FRA’ TIMOTEO – Andiamo.

Scena settima

Messer Nicia solo

MESSER NICIA – E’ giorno o notte? Sono io desto o sogno? Sono ubriaco? Ma non ho bevuto ancora oggi, invece siamo andati in chiesa con questo chiacchierone. Ci siamo messi d’accordo di dire al frate una cosa, e Ligurio gliene ha detta un’altra; poi mi ha detto di fingere che sono sordo. Intanto sarebbe meglio se veramente avessi il cotone nelle orecchie[51] per non ascoltare queste stupidaggini. Chissà per quale motivo Ligurio ha inventato tutto questo?! Per il momento ha già preso i miei venticinque ducati, e del fatto mio non si è ancora parlato; ed ora mi hanno lasciato qui solo, come un idiota. Ma eccoli che tornano: vadano alla malora[52], se non hanno parlato della mia faccenda!

Scena ottava
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45

Будем надеяться, все пойдет как надо / по плану (использована форма congiuntivo presente: seguire – segua)

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46

я отходила (отодвигалась)

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47

если у человека есть желание, у него всегда будет время для того, чтобы раскаяться (досл. если человеку не недостает желания)

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48

Да поможет нам Господь! (используется форма congiuntivo presente: aiutare – aiuti)

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49

Если бы о факте узнали, то доктор, монахини, девушка, Камилло, дом Кальфуччи были бы опозорены (использована форма congiuntivo imperfetto: sapere – sapesse)

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50

Я думаю, было бы лучше (использована форма congiuntivo presente: essere – sia)

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51

Тем временем, было бы лучше, если бы у меня действительно была вата в ушах (использована форма congiuntivo imperfetto: avere – avessi)

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52

пускай они катятся к черту (форма congiuntivo presente: andare – vadano)

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