Выбрать главу

«Raccontaci nuovamente la tua storia» ordinò Egwene. «Usando parole differenti, stavolta. Sono stanca di sentire nenie imparate a memoria.» Se stava mentendo, c’erano più possibilità che potesse sbagliarsi raccontandola in modo diverso. «Ti ascolteremo senza interromperti.» Questo era a beneficio di Nynaeve; tirò sonoramente su con il naso, quindi fece un secco cenno d’assenso con il capo.

Joiya si strinse nelle spalle. «Come desideri. Lasciami pensare. Parole diverse. Il falso Drago, Mazrim Taira, che è stato catturato in Saldea, può incanalare con incredibile forza. Forse quanto Rand al’Thor, o quasi, se si presta fede ai rapporti. Prima che possa essere portato a Tar Valon e domato, Liandrin intende liberarlo. Verrà proclamato Drago Rinato, Verrà chiamato con il nome di Rand al’Thor, quindi lasciato libero di attuare una distruzione di dimensioni mai viste, almeno dalla Guerra dei Cento Anni.»

«È impossibile» la interruppe Nynaeve. «Il Disegno non accetterà un falso Drago, non ora che Rand si è proclamato.»

Egwene sospirò. Era già successo prima, ma Nynaeve discuteva sempre quel punto. Non era certa che Nynaeve credesse sul serio che Rand fosse il Drago Rinato, non importa cosa sostenesse, non importavano le Profezie e Callandor o la caduta della Pietra. Nynaeve era poco più grande di Rand, e questo l’aveva messa nella posizione di badargli quando era piccolo, proprio come aveva fatto con Egwene. Era un ragazzo di Emond’s Field e Nynaeve ancora considerava suo primo dovere proteggere i compaesani.

«Te lo ha riferito Moiraine?» chiese Joiya con un pizzico di disprezzo. «Moiraine ha trascorso poco tempo nella Torre da quando è stata promossa Sorella, e non molto con le altre consorelle altrove. Immagino sappia come funziona la vita nei villaggi, forse anche qualcosa della politica fra nazioni, ma proclama certezze riguardo argomenti che ha imparato solo tramite lo studio e le discussione con quelle che conosceva. Eppure, potrebbe ancora avere ragione. Mazrim Taim potrebbe trovare impossibile proclamarsi. Ma se lo faranno altri per lui, cosa cambierà?»

Egwene sperava che Moiraine tornasse. La donna non parlerebbe con tale sicurezza se Moiraine fosse presente. Joiya sapeva molto bene che lei e Nynaeve erano solamente Ammesse. Non cambiava nulla.

«Vai avanti» la incoraggiò Egwene, quasi duramente come Nynaeve. «E ricordati, parole diverse.»

«Naturalmente» replicò Joiya, come se stesse rispondendo a un gentile invito, ma gli occhi le brillarono come frammenti di vetro nero. «Potete vedere la logica conseguenza. Rand al’Thor verrebbe incolpato per tutti i saccheggi di... Rand al’Thor. Anche prove che non si tratta dello stesso uomo potrebbero essere respinte. Dopotutto, chi può dire a quali trucchi potrebbe arrivare il Drago Rinato? Forse trovarsi in due posti simultaneamente. Anche quella gente che si è sempre raccolta attorno a un falso Drago esiterà davanti alle uccisioni indiscriminate, o peggio, che gli verranno attribuite. Quelli che non indietreggeranno davanti a un tale macello cercheranno di vedere in quel Rand al’Thor colui che sembra dilettarsi con il sangue. Le nazioni si uniranno come fecero durante la guerra aiel...» rivolse ad Aviendha un sorriso dispiaciuto, incoerente in quegli occhi senza pietà. «... Ma senza dubbio molto più velocemente. Nemmeno il Drago Rinato può opporsi a una tal cosa, non per sempre. Verrà schiacciato prima che l’Ultima Battaglia inizi, proprio da quelli che in teoria avrebbe dovuto salvare. Il Tenebroso sarà libero quando giungerà il giorno di Tarmon Gai’don, l’Ombra coprirà la terra e rifarà il Disegno per sempre. Questo è il piano di Liandrin.» Non c’era un accenno di soddisfazione nella voce della donna, ma nemmeno orrore.

Era una storia plausibile, più credibile della storia di Amico sulle frasi sentite di nascosto, ma Egwene credeva ad Amico e non a Joiya. Forse perché lo voleva. Una minaccia vaga a Tanchico era più facile da affrontare che questo piano ben sviluppato di far rivoltare ogni mano contro Rand. No, pensò. Joiya sta mentendo. Ne sono certa. Non poteva permettersi di ignorare la sua storia, ma non potevano controllarle entrambe, se speravano in qualche successo.

La porta si spalancò e Moiraine entrò a grandi passi, seguita da Elayne. L’erede al trono guardava torva il pavimento davanti a sé, persa in pensieri oscuri, ma Moiraine... per una volta la serenità dell’Aes Sedai era svanita; il volto della donna era una maschera di furore.

6

Soglie

«Rand al’Thor» esordì Moiraine rivolgendosi all’aria con voce bassa e tesa «è un testardo, cocciuto, idiota di un... un... uomo!»

Elayne sollevò il mento arrabbiata. La bambinaia che aveva, Lini, era solita sostenere che potevi tessere seta dalle setole dei maiali prima di riuscire a fare di un uomo nient’altro che un uomo. Ma questa non era una scusa per Rand.

«Li tiriamo su a quel modo nei Fiumi Gemelli.» Nynaeve aveva represso a fatica un sorriso soddisfatto. Nascondeva di rado la sua antipatia per l’Aes Sedai, anche se credeva di farlo bene. «Le donne dei Fiumi Gemelli non hanno problemi con loro.» Dall’occhiata stupita che le lanciò Egwene, quella era una bugia abbastanza grossa da giustificare che le venisse lavata la bocca con il sapone.

Moiraine abbassò le sopracciglia come se fosse sull’orlo di rispondere a Nynaeve in un modo ancora più duro. Elayne si agitò, ma non riusciva a trovare nulla da dire che avrebbe potuto prevenire la discussione. Rand le danzava nella testa. Non ne aveva alcun diritto! Ma che diritti aveva lei?

A parlare fu invece Egwene. «Che cosa ha fatto, Moiraine?»

Gli occhi dell’Aes Sedai andarono su Egwene, uno sguardo così duro che la donna più giovane fece un passo indietro e aprì il ventaglio, sventolandolo nervosamente davanti al viso. Ma lo sguardo fisso di Moiraine si posò su Joiya e Amico, la prima la guardava con circospezione, la seconda era legata e ignara di quanto stava accadendo dall’altro lato della stanza.

Elayne sobbalzò quando si accorse che Joiya non era legata. Controllò velocemente lo schermo che escludeva la donna dalla Vera Fonte. Sperò che nessuna delle altre l’avesse notata sobbalzare; Joiya la spaventava quasi a morte, ma Egwene e Nynaeve non erano meno spaventate da Moiraine. A volte per Elayne era difficile essere coraggiosa come doveva essere l’erede al trono di Andor; si ritrovava spesso a desiderare di cavarsela bene come le altre due.

«Le guardie» borbottò Moiraine quasi a se stessa. «Le ho viste ancora nel corridoio, e non ho mai pensato...» Si sistemò il vestito, ricomponendosi con uno sforzo palese. Elayne non credeva di aver mai visto Moiraine così fuori di sé come in quel momento. Ma l’Aes Sedai ne aveva motivo. Non più di me, si disse. Ma io ce l’ho un motivo? Cercò di non incontrare gli occhi di Egwene.

Se una di loro, Egwene o Nynaeve o Elayne, fosse stata disorientata, Joiya avrebbe certamente detto qualcosa, subdola e con un doppio significato, per farle innervosire ulteriormente. Quantomeno se fossero state sole. Con Moiraine, si limitava a guardare a disagio, in silenzio.

Moiraine camminò accanto al tavolo, dopo aver recuperato la calma. Joiya era più alta, ma anche se avesse indossato seta, non ci sarebbe stato dubbio su chi era al comando della situazione. Joiya non arretrò, ma strinse le mani sulla gonna un momento prima di riprendere il controllo.

«Ho preso degli accordi» spiegò Moiraine con calma. «In quattro giorni verrai portata a monte del fiume via nave, a Tar Valon e alla Torre. Là non saranno gentili come lo siamo state noi. Se non hai ancora trovato la verità, cerca di farlo prima di raggiungere il porto meridionale, o finirai certamente alla forca della Corte dei Traditori. Non ti parlerò più a meno che non mi mandi a dire che hai qualcosa di nuovo da raccontare. E non voglio sentire una parola da te — non una parola — a meno che non sia nuova. Credimi, ti risparmierà del dolore a Tar Valon. Aviendha, vuoi dire al capitano di portare due dei suoi uomini?» Elayne batté le palpebre mentre la donna aiel si alzava e scompariva attraverso la soglia; a volte Aviendha poteva essere così immobile da non sembrare presente.