Quando tutte queste precauzioni furono prese:
«Amici,» disse Cyrus Smith (e si sentiva dalla voce ch’era commosso) «se quei miserabili vogliono impadronirsi dell’isola di Lincoln, noi la difenderemo, nevvero?»
«Sì,» rispose il giornalista «e se occorre morremo per difenderla! L’ingegnere porse la mano ai compagni, che la strinsero con effusione. Solo Ayrton, rimasto in un angolo, non s’era unito ai coloni. Forse egli,»
l’antico deportato, si sentiva ancora indegno di essi.
Cyrus Smith comprese quello che passava nell’animo di Ayrton, e andando a lui:
«E voi, Ayrton,» gli chiese «che cosa farete?»
«Il mio dovere» rispose Ayrton.
Poi andò a porsi vicino alla finestra, scrutando attraverso il fogliame.
Erano le sette e mezzo. Il sole era tramontato da circa venti minuti dietro GraniteHouse. Di conseguenza, l’orizzonte verso est s’oscurava a poco a poco. Tuttavia il brigantino avanzava sempre verso la baia dell’Unione. Esso si trovava allora a non più di otto miglia e precisamente di fronte all’altipiano di Bellavista, perché, dopo aver virato all’altezza del capo Artiglio, aveva molto guadagnato a nord, con l’ausilio della corrente di marea montante. Si poteva, anzi, dire che anche a quella distanza era già entrato nella vasta baia, giacché una linea retta, tracciata dal capo Artiglio al capo Mandibola, gli sarebbe passata ad ovest, all’anca di dritta.
Il brigantino sarebbe entrato nella baia? Tale era il primo quesito. Ivi giunto, vi si sarebbe ancorato? Era il secondo. Non si sarebbe accontentato, dopo aver esaminato il litorale, di riprendere il largo senza sbarcare il proprio equipaggio? I coloni l’avrebbero saputo fra meno di un’ora. Non rimaneva, dunque, che aspettare.
Cyrus Smith aveva veduto non senza una profonda ansietà il bastimento sospetto inalberare la bandiera nera. Non era una minaccia diretta contro l’opera che lui e i suoi compagni avevano, con lieto esito, svolta fino allora? I pirati, che altro non potevano essere i marinai di quel brigantino, avevano, dunque, già frequentato l’isola, poiché, approdandovi, avevano issato i loro colori? Vi avevano forse anteriormente operato qualche scorreria, il che avrebbe spiegato certi particolari rimasti sino allora inesplicabili? Esisteva nelle sue parti non ancora esplorate qualche complice, pronto a entrare in comunicazione con loro?
A tutte queste domande, che rivolgeva silenziosamente a se stesso, Cyrus Smith non sapeva che cosa rispondere; solo sentiva con certezza che la situazione della colonia era gravemente compromessa dall’arrivo di quel brigantino.
Tuttavia, lui e i suoi compagni erano decisi a resistere fino all’estremo. I pirati erano numerosi e meglio armati dei coloni? Sarebbe stato molto importante saperlo! Ma, come arrivare sino a essi?
Era ormai notte fatta. La luna nuova, investita dall’irradiazione solare, era scomparsa. Una profonda oscurità avvolgeva l’isola e il mare. Le nubi, pesanti, ammucchiate all’orizzonte, non lasciavano filtrare alcun chiarore. Il vento era cessato completamente con il crepuscolo. Non una foglia si agitava sugli alberi, non un mormorio d’onda sul lido. Della nave avvistata non si vedeva nulla, essendo abolito ogni fanale, e quindi non si poteva nemmeno sapere s’era ancora in vista dell’isola, né in qual punto si trovasse.
«Eh, chi sa» disse allora Pencroff «che quel dannato bastimento non riprenda il mare durante la notte e che non lo ritroviamo più allo spuntar del giorno?»
Per tutta risposta all’osservazione del marinaio, un vivo bagliore si diffuse lungi sul mare e rimbombò un colpo di cannone.
La nave era sempre là e aveva artiglieria a bordo.
Erano passati sei secondi fra il primo bagliore e il colpo.
Dunque, il brigantino era a circa un miglio e un quarto dalla costa.
Nello stesso tempo s’udì un rumore di catene che scorrevano stridendo attraverso le cubie.
Il bastimento dava fondo in vista di GraniteHouse!
CAPITOLO II
DISCUSSIONI «PRESENTIMENTI» UNA PROPOSTA DI AYRTON «VIENE ACCOLTA» AYRTON E PENCROFF SULL’ISOLOTTO GRANT «DEPORTATI DI NORFOLK» LORO PROPOSITI «TENTATIVO EROICO DI AYRTON» SUO RITORNO «SEI CONTRO CINQUANTA»
NON C’ERA più alcun dubbio sulle intenzioni dei pirati. Avevano gettato l’ancora a breve distanza ed era evidente che l’indomani, per mezzo delle lance, avrebbero tentato di accostarsi alla riva!
Cyrus Smith e i suoi compagni erano pronti ad agire, ma, per quanto fossero risoluti, non dovevano dimenticare la prudenza. Forse la loro presenza poteva ancora essere celata, e questo nel caso in cui i pirati si fossero accontentati di sbarcare sul litorale, senza spingersi nell’interno dell’isola. Poteva darsi, infatti, ch’essi non avessero altro disegno che di fare acqua al Mercy, e non era impossibile che il ponte gettato a un miglio e mezzo dalla foce, nonché i lavori di adattamento fatti ai Camini, sfuggissero alla loro attenzione.
Ma perché, allora, la bandiera issata sull’antenna del brigantino? Perché quella cannonata? Pura spavalderia, senza dubbio; a meno che non fosse indizio d’una presa di possesso! Cyrus Smith sapeva ora che il bastimento era formidabilmente armato. Per rispondere ai cannoni dei pirati, che cosa avevano i coloni dell’isola di Lincoln? Pochi fucili soltanto.
«Tuttavia,» fece notare Cyrus Smith «qui siamo in una posizione inespugnabile. Il nemico non potrà scoprire l’apertura dello scarico, adesso che è nascosto sotto le canne e le erbe; e di conseguenza, gli è impossibile penetrare a GraniteHouse.»
«Ma le nostre piantagioni, il nostro pollaio, il nostro recinto, tutto insomma, tutto!» esclamò Pencroff, battendo un piede in terra. «Essi possono tutto rovinare, tutto distruggere in poche ore!»
«Tutto, Pencroff,» rispose Cyrus Smith «e noi non abbiamo alcun modo di impedirlo.»
«Sono molti? Ecco il problema» disse allora il giornalista. «Se non sono che una dozzina, potremo arrestarli, ma quaranta, cinquanta, forse anche di più…»
«Signor Smith,» disse allora Ayrton, avanzandosi verso l’ingegnere «volete concedermi un permesso?»
«Quale, amico mio?»
«Quello di raggiungere la nave per constatare la forza del suo equipaggio.»
«Ma, Ayrton…» rispose esitando l’ingegnere «arrischiereste la vita…»
«Perché no, signore?»
«Questo è più del vostro dovere.»
«Io devo fare più del mio dovere» rispose Ayrton.
«Andreste fino al bastimento con la piroga?» domandò Gedeon Spillett.
«No, signore; vi andrò a nuoto. La piroga non passerebbe dove invece un uomo può insinuarsi immergendosi.»
«Sapete che il brigantino è a un miglio e un quarto dalla costa?» disse Harbert.
«Sono un buon nuotatore, signor Harbert.»
«Vuol dire arrischiare la vostra vita, vi dico» aggiunse ancora l’ingegnere.
«Poco importa» rispose Ayrton. «Signor Smith, ve lo chiedo come una grazia. È forse un mezzo di riabilitarmi ai miei stessi occhi!»
«Andate, Ayrton» rispose l’ingegnere, che sentiva come un rifiuto avrebbe profondamente contristato l’ex deportato, che ormai era ridivenuto un uomo onesto.
«Vi accompagnerò» disse Pencroff.
«Diffidate di me!» rispose vivamente Ayrton. Poi, più umilmente:
«Ahimè!»
«No, no!» soggiunse vivamente Cyrus Smith «No, Ayrton, Pencroff non diffida di voi! Avete male interpretato le sue parole.»
«Infatti,» rispose il marinaio «propongo ad Ayrton di accompagnarlo solamente fino all’isolotto. Potrebbe darsi, quantunque sia poco probabile, che uno di quei bricconi fosse sbarcato, e in questo caso due uomini non saranno di troppo per impedirgli di dare l’allarme. Aspetterò Ayrton sull’isolotto ed egli andrà alla nave da solo, dal momento che ha deciso di farlo.»